Un’amica pericolosa

«La paura è un’amica pericolosa: devi imparare a controllarla, ad ascoltare quello che ti dice. Se ci riesci, ti aiuterà a fare bene il tuo dovere. Se lasci che sia lei a dominarti, ti porterà alla fossa.»

Citazione tratta da Cronache del mondo emerso – Nihal della terra del vento, di Licia Troisi

 

«La paura è un’amica pericolosa» scrive Licia Troisi. Una verità incontrovertibile anche per chi opera sui mercati. Bisogna imparare a controllarla, affinché spinga non al panico ma alla prudenza, aiutando a fare bene il proprio dovere.

Oggi, uno dei temi che può generare “paura” è quello della politica monetaria, tra chi teme i falchi e chi pensa che non sia ancora il momento per tornare colombe. Facendo un focus sulla Banca Centrale Europea, cosa dobbiamo aspettarci? La stretta sembra destinata a concludersi con i tassi depositi al 4% massimo. Questo, almeno, è il parere della metà degli operatori Assiom Forex, che hanno partecipato a un recente sondaggio, condotto in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor.

Pertanto, secondo lo studio, dobbiamo attendere ancora un aumento dopo quello previsto nella riunione di luglio. Tuttavia, le opinioni non sono tutte concordanti. Un 25% degli operatori prevede ulteriori rialzi, fino a raggiungere il 4,25%. C’è poi un 9% degli intervistati che, addirittura, non esclude la possibilità di una ulteriore stretta monetaria, che porterebbe il costo del denaro oltre la soglia del 4,25%, per rispondere a un’inflazione core che si è dimostrata più persistente del previsto.

In ogni caso, non bisogna lasciarsi guidare dalla paura. Come ha sottolineato – in un’intervista a La Stampa – Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Cda di Intesa Sanpaolo, l’aumento dei tassi da parte dell’Eurotower è comprensibile «perché questo è il suo mandato: la stabilità del valore della moneta. Il 2% di inflazione a cui tende può essere considerato una tassa equa sul denaro non reinvestito. Le monete lasciate in una cassaforte non producono niente, sono un danno sociale. Il denaro investito, al contrario, attiva produzione, lavoro». Inoltre, Gros-Pietro ha detto che per la BCE «serve un atterraggio morbido: facile a dirsi, non facile a farsi».

Insomma, anche chi preferirebbe una politica monetaria meno stringente può concordare sul fatto che l’Eurotower sta cercando di rispettare il proprio mandato. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ricordato come «le prospettive per la crescita economica e l’inflazione restino altamente incerte». Lo si legge nell’ultimo Economic Bulletin, in cui si evince che i rischi al rialzo per i prezzi includono potenziali nuove pressioni sui costi di energia e cibo, anche derivanti dalla guerra della Russia contro l’Ucraina.

Nel documento si legge, inoltre, che l’inflazione «è in calo ma si prevede che rimarrà troppo alta per troppo tempo» e che gli indicatori delle pressioni di fondo sui prezzi «rimangono forti, anche se alcuni mostrano timidi segnali di attenuazione». Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento saranno portati a livelli abbastanza restrittivi per riportare l’aumento generale dei prezzi all’obiettivo di medio termine del 2%. 

 

Sono previsti effetti sulla crescita, che potrebbe essere rallentata qualora la stretta della politica monetaria dovesse essere mantenuta più a lungo delle attese.

L’Eurotower però ci dice di guardare al medio-lungo periodo senza paura. È infatti probabile che «la crescita economica rimanga debole nel breve periodo, ma si rafforzerà nel corso dell’anno», di pari passo con il contenimento dell’inflazione e con l’allentamento delle interruzioni dell’offerta.

Bisogna poi prestare attenzione alle generalizzazioni troppo semplicistiche. Infatti, le condizioni nei diversi settori dell’economia sono disomogenee: il settore manifatturiero continua a indebolirsi, in parte a causa della minore domanda globale e delle condizioni di finanziamento più restrittive, mentre i servizi rimangono resilienti.

Il Fondo monetario internazionale ha recentemente promosso la politica della BCE, ritenuta necessaria in questo periodo storico. E ha lanciato un appello ai governi: lavorare sull’attuazione dei vari Pnrr nazionali, che possono dare una spinta fondamentale all’economia. «Una fedele attuazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza darebbe impulso alla crescita realizzando le necessarie riforme strutturali e gli investimenti», ha sottolineato l’FMI. Le riforme dovrebbero essere attuate come previsto, «anche se potrebbe essere necessaria una maggiore flessibilità sulla tempistica degli investimenti». Avanti tutta, senza paura.