Swiss Mirror – Un Tech Tour da Losanna a Bellinzona

Le realtà tech elvetiche sono così tante che raccontarle tutte sarebbe una missione impossibile. Tuttavia, Presenza Svizzera permette alle persone di avvicinarsi alle tante eccellenze della Confederazione, dalle imprese innovative alla finanza fino alla cultura. Si tratta, infatti, dell’ente del dipartimento federale degli Affari Esteri che promuove l’immagine della Svizzera nel mondo.

Tra le sue attività, organizza gli Swiss Tech Tour, ovvero eventi che consentono di scoprire i luoghi in cui si fa innovazione strategica, all’interno di un ecosistema che mette insieme ricerca, investimenti, venture capital, startup e trasferimento tecnologico.

Un ruolo fondamentale, come evidenziato dalle iniziative di Presenza Svizzera, viene svolto dalle grandi istituzioni elvetiche del sapere. Tra cui l’Epfl (École Polytechnique Fédérale de Lausanne), un’università che accoglie studenti e docenti di oltre 120 nazionalità.

Grazie alla sua efficienza, l’ateneo riesce ad attirare molti finanziamenti offerti dal venture capital al territorio. Così, può supportare diverse realtà dedicate alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico. L’università, per esempio, ospita Voltiris, che sta reinventando l’agrivoltaico. La startup ha infatti ideato delle tecnologie per portare le rinnovabili all’interno delle serre in maniera efficace, anche quando lo spazio a disposizione è risicato.

Si tratta di una questione di primaria importanza. “Riscaldare una serra di 5 ettari costa più di 1,5 milioni di franchi all’anno”, ha spiegato il management di Voltiris a Epfl News. “E una serra di quelle dimensioni emette all’incirca la stessa quantità di CO2 all’anno di 2.000 persone”.

Voltiris mira a soddisfare tra il 60% e il 100% del fabbisogno energetico di una serra, a seconda del sistema di riscaldamento utilizzato, arrivando a diminuire drasticamente le emissioni nocive. Senza contare che il suo impianto si può installare direttamente sotto il tetto, a una distanza idonea per la coltura di ogni tipo di ortaggio o pianta.

I ricercatori della startup sono partiti da alcune premesse: la produttività delle piante si deve allo sfruttamento della luce solare e, in particolare, a processi di fotosintesi, fototropismo (si indirizzano verso la luce) e fotoperiodismo (reagiscono ai cambiamenti stagionali). Il dettaglio fondamentale è che solo alcune specifiche lunghezze d’onda della luce sono veramente utili a questi scopi. Così, Voltiris ha deciso di utilizzare dei vetri ad hoc, con filtri rossi e blu per alimentare le piante, e verdi e quasi-infrarossi per le celle fotovoltaiche.

In sostanza, dall’alba al tramonto la luce del sole viene scorporata in lunghezze d’onda differenti e indirizzata verso le piante e le celle, senza che vi siano dispersioni. La startup è così in grado di offrire una resa giornaliera analoga a quella dei pannelli solari convenzionali, ottimizzando al contempo la produttività agricola. Inoltre, vi è la possibilità di applicare diversi trattamenti al vetro riflettente in base alle esigenze di colture specifiche, migliorando ulteriormente i raccolti.

E all’ École Polytechnique Fédérale de Lausanne, Presenza Svizzera ci porta alla scoperta anche di altre imprese innovative. Come DPhi Space, che ottimizza la preparazione dei carichi da lanciare nello spazio (collaborando anche con l’italiana D-Orbit), o Neuralworks Technologies specializzata (come suggerisce il nome) nella neurotecnologia.

Lo Swiss Tech Tour, inoltre, non trascura il canton Ticino, e in particolare l’area del suo capoluogo Bellinzona. Una delle mete a cui può condurre è infatti il Bios+, ovvero il Bellinzona Institute of Science, nato dall’unione dell’Institute for Research in Biomedicine (Irb) e dell’Institute of Onchology Reasearch (Ior). Il presidente dell’istituto ticinese, Franco Cavalli, ha spiegato che l’area rappresenta un’eccellenza anche perché ha fortemente investito in infrastrutture di ricerca, che sono elemento differenziante non solo per lo sviluppo di innovazione avanzata ma anche per l’attrazione dei talenti.

Infine, in ottica futura, bisogna iniziare a parlare del Quartiere Officine, che verrà realizzato entro il 2030 e candiderà il Ticino a diventare il terzo polo dell’innovazione, dopo quello di Losanna (con l’Epfl) e quello di Zurigo (con l’Eth). In ogni suo angolo, la Svizzera è un Paese che guarda al futuro.