Swiss Mirror – L’idea di una piattaforma europea per le criptovalute

Una piattaforma europea per il trading di criptovalute. È quanto sta valutando di creare la Borsa svizzera, così da inserirsi in un mercato ad oggi dominato da società di asset digitali come Binance o Coinbase.

La notizia è stata recentemente riportata dal Financial Times, che ha parlato anche con Bjørn Sibbern. Il responsabile globale delle borse di SIX Group ha detto che quella delle criptovalute è una asset class «sempre più riconosciuta», e che quindi la società sta esaminando la possibilità di creare “una piattaforma in cui possiamo contribuire a facilitare il trading, che si tratti di criptovaluta spot o di derivati”.

Il gruppo avrebbe certamente una posizione vantaggiosa, poiché potrebbe sfruttare la sua reputazione e le avanzate leggi svizzere che si applicano a questo settore per attirare i grandi investitori tradizionali, sempre più interessati al trading di beni digitali.

Ad oggi, generalmente, le società finanziarie tradizionali hanno per lo più evitato di creare piattaforme per lo scambio di criptovalute, a causa della mancanza di una chiara regolamentazione e dei timori per potenziali danni alla reputazione. Certo, alcuni grandi player come Deutsche Boerse e Nomura hanno creato le proprie borse di criptovalute, ma con una chiara separazione rispetto alle loro attività principali.

Le criticità hanno portato altre società a tirarsi indietro. Si pensi alla statunitense Cboe Global Markets, che quest’anno ha lasciato perdere il proprio progetto di una piattaforma per le criptovalute spot, accusando appunto la mancanza di una chiara regolamentazione. Il gruppo stava infatti valutando la possibilità di lanciare il trading di bitcoin a maggio, secondo quanto riportato dal Financial Times, ma poi la dirigenza ha dichiarato di non avere più alcun piano attuale di questa natura.

Uno spartiacque del settore è arrivato all’inizio di quest’anno con l’approvazione, da parte dell’autorità di vigilanza americana SEC (Securities and Exchange Commission), dei fondi ETF spot di Bitcoin ed ethereum. Un evento che ha stimolato una corsa agli investimenti retail e istituzionali in questi asset e, in aggiunta, ha fatto sperare che un crescente numero di investitori fosse disposto a negoziare direttamente le monete virtuali.

A livello europeo, la Svizzera si è dimostrata uno dei Paesi più aperti a esplorare le potenziali opportunità delle criptovalute, con sofisticate leggi ad hoc sul commercio e la custodia degli asset e sulla classificazione dei diversi tipi di token.

Basta dare un occhio a Lugano per capire un approccio da molti definito innovativo. È infatti possibile saldare le fatture emesse dalla Città attraverso Bitcoin (anche su Lightning Network, un particolare protocollo di pagamento costruito sulla blockchain) e USDT (Tether). «Questa opzione di pagamento è estesa a tutte le fatture messe dai servizi della Città e copre ogni tipo di prestazione, incluse tasse, imposte e multe, senza alcun limite di importo», si legge sul sito di Lugano. Inoltre, «il pagamento in criptovalute è possibile sia per i cittadini sia per le aziende».

Tornando a Sibbern, questi ha detto che la piattaforma in corso di valutazione sarebbe disponibile solo per gli investitori istituzionali. Il Financial Times ha ricordato che SIX gestisce una società di derivati sulle criptovalute chiamata AsiaNext che fornirebbe una base da cui partire per progettare l’eventuale iniziativa per l’Europa.

Secondo il Crypto Wealth Report 2024, pubblicato ad agosto da Henley & Partners, società specializzata nella gestione dei patrimoni, sono 172.300 le persone che detengono oltre un milione di dollari in criptovalute, con un aumento del 95% rispetto all’anno scorso, e il numero di milionari in Bitcoin è salito del 111% a 85.400 persone.

Il valore di mercato totale dei cripto asset ha raggiunto quota 2,3 trilioni di dollari USA, con un aumento dell’89% rispetto ai 1,2 trilioni riportati nel rapporto dello scorso anno.

Henry Burrows, Ceo di Hoptrail, azienda specializzata nella blockchain, a valle di tale scenario ha commentato il cambiamento dei paradigmi di creazione della ricchezza. «Nelle generazioni precedenti, questa derivava in larga misura da proprietà e azioni». Oggi, in alcuni casi «deriva da Bitcoin, Ethereum, NFT, offerte iniziali di monete, mining, yield farming e staking». Tutte opportunità che la Svizzera vuole valutare e sfruttare al meglio.