Swiss Mirror – La Svizzera e l’idrogeno (l’elemento che aiuterà il mondo)

L’idrogeno è l’elemento che salverà il mondo? Forse è esagerato attribuirgli un potere salvifico assoluto, ma certamente il suo utilizzo potrà avere un impatto enorme se sarà incanalato nella giusta direzione.

Innanzitutto, potrebbe essere fondamentale per la transizione energetica. Non è da escludere, infatti, che possa rimpiazzare la benzina nelle automobili e il cherosene negli aerei, contribuendo a una mobilità senza emissioni di CO2. Tuttavia, esistono delle questioni da affrontare. Oggi ci contreremo su alcune tra le più importanti, ovvero le possibilità di sfruttamento dell’idrogeno naturale e le modalità di produzione (che spesso comportano emissioni nocive) di quello sintetico.

E la Svizzera è pronta per dare il suo contributo, al fine di sviluppare modelli sostenibili ed efficienti nell’economia di questo elemento, potenzialmente rivoluzionario per il mondo intero.

Partiamo dall’idrogeno naturale. Nel 2012, la scoperta di un giacimento in Mali diede slancio alle prospezioni, che sono poi cresciute nel corso degli anni. Fino ad arrivare al recente annuncio dell’azienda energetica Française de l’Energie, che ha scoperto un’enorme riserva in Francia.

Per quanto riguarda la Svizzera, le carte geologiche e le misurazioni effettuate nel suolo suggeriscono la presenza di idrogeno naturale. «Abbiamo trovato rocce che hanno prodotto idrogeno in passato. Ora dobbiamo scoprire se ce ne sono ancora in profondità che possono produrne anche oggi», ha detto a Swissinfo il geochimico Eric Gaucher, cofondatore della startup Lavoisier H2 Geoconsult.

I primi risultati delle ricerche dell’esperto, condotte negli scorsi mesi nei Grigioni e nel Vallese, sono dunque promettenti. La prossima tappa è quella di trovare dei fondi per finanziare ulteriori analisi, al fine di comprendere il reale potenziale.

Se le ipotesi fossero confermate, sarebbe un primo importante successo per la Svizzera. L’idrogeno naturale, infatti, ha il vantaggio di essere una risorsa quasi perpetua. Nel senso che i processi che lo generano sono molto più rapidi (decine o centinaia di anni a seconda delle condizioni) di quelli che trasformano la materia organica in petrolio, che richiedono invece milioni di anni. Dunque, le riserve di idrogeno potrebbero rigenerarsi a una velocità tale da consentire un utilizzo continuo.

La Svizzera, inoltre, può dare un contributo fondamentale anche nel campo dell’idrogeno sintetico. Il tema principale riguarda le emissioni nocive: ad oggi, la maggioranza della produzione si basa su fonti fossili. Esistono delle alternative, che sono però molto costose ad oggi.

In particolare, l’idrogeno “verde” può essere prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua. Se l’elettricità per sostenere il processo proviene da fonti sostenibili, allora non vi è alcuna emissione nociva. Tuttavia, è un metodo che non è ancora finanziariamente sostenibile, per via delle difficoltà di scalabilità.

Ed è qui che entrano in gioco realtà svizzere, come SoHHytec. Si tratta di una startup che proviene dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) e che sta provando a vincere la sfida della scalabilità. La soluzione di SoHHytec sfrutta l’energia solare per migliorare l’efficienza della produzione.

Il funzionamento del sistema è chiaro: si utilizza una parabola solare ricoperta di specchi riflettenti per concentrare la radiazione del sole su delle celle, le quali consentono di generare l’elettricità che alimenta il processo di elettrolisi.

Ma la soluzione SoHHytec consente anche un altro vantaggio. Infatti, una parte dell’energia viene convertita in calore, che può essere utilizzato per il riscaldamento degli ambienti.

Un impianto pilota ha prodotto circa mezzo chilogrammo di idrogeno in 8 ore, pari a 2 kW di potenza equivalente. Parliamo di un quantitativo che consentirebbe a un’auto di percorrere circa 160 chilometri. È stato un risultato iniziale significativo, perché per la prima volta è stato superato il limite di 1 kW per la produzione di idrogeno solare, come ha spiegato Sophia Haussener, docente di scienza e ingegneria delle energie rinnovabili dell’EPFL.

SoHHytec punta ora a sviluppare sistemi sempre più performanti, e alcuni nuovi risultati potrebbero essere annunciati entro la fine dell’anno. In generale, le iniziative elvetiche nel campo dell’idrogeno sono previste in crescita. Insomma, la Svizzera è pronta per sprigionare il suo ingegno anche in questo settore.