Swiss Mirror – Energia verde, le tecnologie elvetiche segnano la svolta

La Svizzera accelera sulla green energy con un atto concreto: tutti gli edifici di nuova costruzione saranno obbligati ad avere impianti fotovoltaici. Lo ha stabilito recentemente la commissione dell’energia della Camera bassa (Consiglio Nazionale), e il medesimo obbligo sarà applicato anche per gli edifici esistenti non residenziali che possiedono una superficie di almeno 300 metri quadri. Certo, le misure potrebbero subire delle modifiche, ma il percorso tracciato è chiaro.

Inoltre, come ricordato dal Corriere della Sera, «il governo di Berna è impegnato da anni a ridurre l’impatto ambientale energetico e il consumo di petrolio e gas. Il tutto in un Paese che già fonda i suoi consumi sulle rinnovabili: il 66% dell’elettricità prodotta proviene infatti da centrali idroelettriche, il 20% dal nucleare. Per quanto riguarda il solare la Svizzera si colloca al decimo posto nel mondo con 412 watt pro capite» (dati aggiornati a ottobre 2022).

La nuova misura sull’obbligo del fotovoltaico va dunque a consolidare un percorso già orientato alla sostenibilità. Inoltre, tale scelta è stata presa durante il dibattito sulla Legge federale per un approvvigionamento in elettricità sicuro e green, e fa parte di un pacchetto più ampio che punta a favorire il raggiungimento degli obiettivi previsti dagli accordi internazionali sul clima.

Per esempio, l’implementazione di sistemi energetici solari verrà estesa anche agli interventi di ristrutturazione degli edifici per i quali si rende necessaria una riqualificazione. Inoltre, entro il 2035 i parcheggi con superficie superiore ai 250 metri quadri dovranno essere dotati di tetti con impianti fotovoltaici. E le case vacanza (sempre entro il 2035) dovranno attrezzarsi per utilizzare sistemi intelligenti di controllo del riscaldamento. 

Da alcuni fronti parlamentari sono arrivate anche richieste più stringenti, tra cui l’obbligo di sostituire le stufe a resistenza elettrica, che però non sono state accolte. Tuttavia, il dibattito resta aperto e l’iter legislativo può ancora riservare alcune sorprese.

In ogni caso, è certo che la commissione spinge convintamente verso lo sviluppo rapido delle energie rinnovabili. Pertanto, i grandi impianti idroelettrici, fotovoltaici ed eolici verranno considerati di interesse nazionale. Tutto questo senza rinunciare al principio confederale: i cantoni avranno il diritto di definire le zone più adatte all’installazione delle infrastrutture per la produzione di energia pulita.

Qui si apre però un dibattito tra due approcci. Alcuni ritengono che la costruzione degli impianti debba prevalere, almeno in parte, sui vincoli paesaggistici. Dall’altro lato, soprattutto presso la Camera del popolo, c’è chi ha un orientamento più prudente. Nel dettaglio, una delle questioni critiche riguarda la possibilità o il divieto di costruire impianti nelle riserve di animali selvatici e di uccelli migratori.

«Del testo normativo si occuperà poi il plenum della Camera del popolo – spiega Swissinfo – nel corso della sessione di primavera. Ma in ogni caso andranno risolte le divergenze che si profilano con il testo uscito dal Consiglio degli Stati».

Al di là dei diversi approcci, c’è comunque una larga condivisione circa l’esigenza di aumentare di 6 TWh la produzione da fonti rinnovabili entro il 2040. Un obiettivo realizzabile attraverso i 15 progetti dichiarati recentemente prioritari, durante una tavola rotonda organizzata a livello federale.

La transizione energetica è stata anche al centro dell’ultimo World Economic Forum. Durante l’evento che attira le attenzioni mediatiche di tutto il mondo, il consigliere federale Albert Rösti ha elogiato le imprese attive nel settore delle tecnologie ambientali. Il ministro dell’ambiente ha tuttavia sottolineato che «dobbiamo fare di più in favore della decarbonizzazione ma la Svizzera, in quanto piccolo Paese, non può risolvere il problema da sola».

In ogni caso, la Confederazione può «dare un grande contributo estendendo le tecnologie svizzere – in particolare quelle legate all’idrogeno verde – a tutto il mondo». Rösti si è poi soffermato sulle prospettive: si attendono nel prossimo futuro importanti progressi sulle batterie e sui sistemi di produzione di energia pulita. La Svizzera, piccola a livello territoriale, può essere grande nel contributo tecnologico verso un mondo più sostenibile.