Swiss Mirror – Axmed e la lotta per l’accesso sanitario universale
- 3 Aprile 2025
- Posted by: VectorWM
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L’offerta di farmaci a prezzi accessibili nei Paesi a basso o medio-basso reddito è critica, ma c’è una startup Svizzera che vuole stravolgere lo scenario.
Andiamo con ordine. Negli ultimi decenni il sistema di approvvigionamento sanitario, da cui dipendono centinaia di milioni di persone con limitate o nulle disponibilità economiche, si è basato principalmente su un unico sistema: istituzioni che raggruppano i finanziamenti dei donatori per acquistare e distribuire medicinali.
In alcune aree, tale modalità ha riportato importanti successi, ma al contempo diversi nodi si sono protratti a oltranza, tra cui ostacoli burocratici ed eccessiva dipendenza dai finanziamenti filantropici.
La situazione si è ulteriormente complicata con il recente ritiro del sostegno di grandi donatori, basti pensare alla decisone di Trump di procedere con lo smantellamento di USAID, l’agenzia del governo degli Stati Uniti responsabile dell’assistenza umanitaria a livello globale, fondata nel 1961 dal presidente John F. Kennedy.
Le conseguenze non sono astratte. «Nella regione del Tigray in Etiopia, oltre 2,4 milioni di persone che dipendevano da USAID per il cibo ora affrontano carenze critiche, con la fame che accelera la diffusione di malattie prevenibili. In Uganda, i decessi per malaria, già una delle principali cause di mortalità infantile, sono destinati ad aumentare con il collasso dei programmi di controllo delle zanzare e dei trattamenti». Lo ha detto Sofia Radley-Searle, Coo di Axmed, startup svizzera focalizzata sul miglioramento dell’accesso ai farmaci per tutti.
In particolare, la società ha sviluppato una piattaforma, sostanzialmente un marketplace, che consente ai governi e ad altre organizzazioni dei Paesi in via di sviluppo di effettuare ordini per i farmaci di cui hanno bisogno. Tutte le richieste vengono poi aggregate in un unico grande ordine che fornisce la domanda nei volumi richiesti dalle aziende farmaceutiche, consentendo di ottenere dai produttori dei prezzi maggiormente accessibili.
«Il principio è che non dovrebbe importare se si è un Paese piccolo o grande: si dovrebbe pagare lo stesso prezzo per i farmaci essenziali», ha dichiarato in un’intervista a Forbes Emmanuel Akpakwu, Ceo di Axmed, cresciuto in Nigeria. Aggiungendo: «Riteniamo che il nostro approccio sia vantaggioso per tutti: abbassa le barriere di accesso ai farmaci costosi per i pazienti e i fornitori, consentendo al contempo ai produttori di espandere la propria presenza nei mercati poco serviti».
Fondata nel 2023, l’azienda nel corso di questi pochi anni ha raccolto diversi milioni di euro (6,7 milioni secondo EuStartups), ricevendo fondi anche dalla Bill and Melinda Gates Foundation.
Per Radley-Searle, «è tempo di osare e costruire un mondo in cui i cicli di approvvigionamento frammentati e inefficienti siano sostituiti da piattaforme digitali che abbinano domanda e offerta in tempo reale, eliminando ritardi costosi e complessità inutili. Un mondo che superi gli interventi lenti e dall’alto verso il basso, guidati da forze politiche straniere, verso un approvvigionamento reattivo al mercato, con governi potenziati dalla tecnologia giusta e da capitali accessibili per prendere decisioni efficaci».
Per questo, Axmed continuerà a sviluppare la sua piattaforma, potenziandola con previsioni basate sui dati e ottimizzando le economie di scala già presenti nel modello di approvvigionamento congiunto digitale.
«Il ritiro dei finanziamenti dei donatori non deve essere visto come una scusa per l’inazione; piuttosto, deve essere un catalizzatore per la trasformazione», ha aggiunto Radley-Searle. Solo «trattando la salute come un diritto fondamentale e adottando modelli di business anticipatori basati su dati e tecnologia, possiamo garantire che più medicinali raggiungano coloro che ne hanno bisogno, quando ne hanno bisogno».
Particolare attenzione, per dinamiche in primis umane e poi economiche, dovrebbe essere data all’africa, secondo la Coo. Infatti «il mercato sanitario africano rappresenta un’opportunità che supererà i 300 miliardi di dollari nei prossimi anni».
La sfida più importante è convincere gli stakeholder a liberarsi dai sistemi obsoleti e ad abbracciare l’innovazione. Pertanto, «il cambiamento radicale verrà da leader audaci impegnati a trasformare il sistema».