Sogno di una notte di mezza estate
- 22 Novembre 2018
- Posted by: VectorWM
- Categoria: Non categorizzato
“Se noi ombre vi siamo dispiaciuti, immaginate come se veduti ci aveste in sogno, e come una visione di fantasia la nostra apparizione. Se vana e insulsa è stata la vicenda, gentile pubblico, faremo ammenda; con la vostra benevola clemenza, rimedieremo alla nostra insipienza. E, parola di Puck, spirito onesto, se per fortuna a noi càpiti questo, che possiamo sfuggir, indegnamente, alla lingua forcuta del serpente, ammenda vi farem senza ritardo, o tacciatemi pure da bugiardo. A tutti buonanotte dico intanto, finito è lo spettacolo e l’incanto. Signori, addio, batteteci le mani, e Robin v’assicura che domani migliorerà della sua parte il canto.” (Puck)
Citazione tratta da “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare.
E’ stato tutto un sogno, la forte crescita di Wall Street nel 2018, si è già dissolta nel nulla. La Borsa americana si è portata sulla parità da inizio anno, bruciando tutto il Trump-rally. Le Faang sono crollate, Facebook ha perso il 41% in 83 sedute, Apple il 25% in 35 sedute. Amazon, Netflix Google hanno seguito a ruota. I timori per le vendite dei nuovi iPhone hanno portato Apple ben lontana dalla soglia dei mille miliardi di dollari a 840 miliardi. Un crollo che, invece, porta proprio a 1000 miliardi il valore di mercato bruciato dalle Faang, rispetto ai loro record storico e le Faang pesano oltre un terzo del Nasdaq (che chiude il suo peggiore trimestre dal 2008, anno segnato dal fallimento di Lehman Brothers). Non è nemmeno un sogno che la ricchezza reale degli americani e quella della Borsa abbiano legami molto più stretti che in altri Paesi. Avere in portafoglio azioni che oggi valgono molto meno di qualche mese fa porterà un calo della ricchezza percepita degli americani, rallentando così i consumi. Il rialzo dei tecnologici è stato un sogno? La fuga dall’hi-tech alimenta i timori di un rallentamento dell’economia globale. Paure che dall’economia virtuale (internet) contagiano quella reale con il crollo del greggio. Tonfo accelerato martedì da aspetti più speculativi. La società di consulenza sulle commodity OptionSellers.com ha sofferto enormi perdite a causa della recente volatilità dei mercati energetici statunitensi, causando la liquidazione forzata dei conti. La liquidazione dei conti OptionSellers, con sede a Tampa, in Florida, è giunta dopo una delle settimane più instabili della storia nel mercato del gas naturale negli Stati Uniti. Tutti i fondi che investono nelle materie prime si sono affrettati a chiudere le scommesse dopo l’improvvisa inversione nei mercati dei futures del petrolio e del gas. Come nel libro di Shakespeare, a complicare ancora di più una vicenda già molto intrecciata si aggiungono i timori di una guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. L’attenzione è tutta per l’incontro fra Trump e il presidente cinese Xi Jinping al G20: un faccia a faccia che potrebbe rivelarsi decisivo sul fronte commerciale. La speranza è che venga raggiunto fra Washington e Pechino almeno un accordo di massima in grado di stemperare i timori sull’economia e sulle aziende americane, che si ritrovano ostaggio della battaglia. Ombre, fate, magie che si mescolano con il reale, per sottolineare come anche i personaggi di Shakespeare contaminano i sentimenti più puri con la debolezza e gli istinti umani. Quasi non ne fossero all’altezza. L’idilliaco il sogno lascia lo spazio alla realtà. Così anche la Federal Reserve e la Bce sembrano già pronte a correggere la rotta. Il vicepresidente della federal reserve, Richard Clarida ha già dichiarato che l’obiettivo della banca centrale potrebbe essere rivisto, non più arrivare a una politica monetaria restrittiva ma a una Neutrale. Da questa parte dell’Oceano, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha dichiarato che nel breve periodo sono aumentati i sospetti sul ritmo di crescita in Europa. Le aspettative di inflazione potrebbero essere riviste alla luce del forte calo del greggio. Tradotto, la Fed potrebbe rivedere la propria tabella di marcia, con un rialzo dei tassi a dicembre e solo uno il prossimo anno. In Europa molti operatori scommettono su una nuova operazione di TLTRO, ovvero finanziamenti agevolati alle banche. ”Mi piacerebbe vedere tassi più bassi” ha ribadito Trump, ammettendo che vorrebbe anche prezzi del petrolio inferiori. Un avvertimento indiretto all’Opec, che si riunirà in dicembre e potrebbe tagliare la produzione per sostenere i prezzi. ”L’Arabia Saudita – mette in evidenza Trump – ci ha aiutato a mantenere più bassi i prezzi del petrolio”. In Europa sempre situazione di stallo con la bocciatura della manovra italiana e la debole volontà politica di modificarla. Con questa forte correzione dei mercati ci i sente frastornati, ci si interroga se la corsa delle Faang e del greggio sia stato sogno o realtà. Risvegliandoci di reale rimangono i dati macro e i prezzi e quella la sensazione che di vero ci sia il semplice andamento ciclico dell’economia che suggerisce di decelerare sull’equity e ribilanciarsi sui bond.