Senza farsi illusioni

«È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà.»

Citazione tratta da Il diavolo sulle colline, di Cesare Pavese

 

Liberi e responsabili. Per sentirsi così, ne Il diavolo sulle colline di Cesare Pavese, c’è un metodo semplice: «Svegliarsi e non farsi illusioni». Ed è proprio quello che serve per investire con responsabilità ed efficacia. Chi opera sui mercati, quando si sveglia, ha bisogno di un bagno di realtà e, magari tra quotidiani economici e siti finanziari, capire come si muoveranno le Borse.

È una lettura che non può mancare, soprattutto di questi tempi, è quella relativa alle mosse delle banche centrali. Ieri, per contenere l’inflazione, la Federal Reserve ha approvato un nuovo rialzo dei tassi, da 50 punti base, che ha portato il tasso di riferimento del dollaro tra il 4,25-4,5%. In futuro, la banca centrale degli States potrebbe continuare ad aumentare i tassi, seppure a un ritmo più moderato rispetto ai rialzi di 75 punti base varati negli ultimi mesi.

La proiezione che emerge dai documenti, pubblicati al termine dell’ultima riunione del consiglio direttivo della Fed, è quella di superare un tasso di riferimento pari al 5 per cento nel 2023. Ma tale livello dovrebbe poi iniziare a scendere nel 2024.

La banca centrale, inoltre, ha previsto un tasso di inflazione in calo al 5,6% a fine anno, che dovrebbe abbassarsi ulteriormente al 3,1% nel 2023. «L’inflazione rimane elevata, e riflette gli squilibri che stanno interessando la domanda e l’offerta a causa della pandemia e del rialzo dei prezzi energetici e alimentari», spiega una nota.

Tuttavia, la Federal Reserve potrebbe divenire “meno falco” qualora proseguissero le sorprese positive. Infatti, a novembre, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono cresciuti meno delle attese sia a livello congiunturale che tendenziale. In particolare, lo scorso mese, i prezzi sono aumentati dello 0,1%, contro delle stime pari a un +0,2%. Mentre il dato “core”, ovvero quello depurato dalle componenti dei beni alimentari ed energetici, è salito dello 0,2%, il dato più basso dall’agosto 2021, contro attese pari al +0,3%.

Su base annuale, il dato generale ha registrato un +7,1%, anche in questo caso al di sotto delle attese (+7,3%) e del risultato del mese precedente (+7,7%); tra l’altro, rappresenta il dato più basso dal dicembre 2021. Il paniere “core”, invece, è cresciuto del 6%, meno delle attese che indicavano un +6,1%, dopo il 6,3% del mese precedente.

Così, nonostante la prudenza rimanga elevata per il particolare contesto internazionale economico e geopolitico, non mancano segnali positivi. Vale (in alcuni casi) anche per le IPO. Come quella di Bien Sparebank, che mercoledì 14 dicembre si è quotata su Oslo Børs, parte del gruppo Euronext.

Parliamo della più antica cassa di risparmio indipendente di Oslo, fondata nel 1885. All’apertura, il prezzo delle azioni è stato fissato a 91,70 corone norvegesi per azione, portando quindi la capitalizzazione di mercato a circa 521 milioni di corone (pari a oltre 50 milioni di euro).

Con il suo debutto, sono salite a tre le quotazioni di quest’anno sul mercato principale norvegese, e a quindici quelle complessive su Oslo Børs. Lena Jørundland, Ceo della banca, ha detto che l’azienda è «solida e ben gestita con una storia orgogliosa che risale al 1885. Un’Ipo su Oslo Børs rientra nella strategia dell’istituto per realizzare il suo pieno potenziale». Jørundland ha poi sottolineato che la quotazione sul circuito Euronext punta a garantire una «buona struttura proprietaria per un’ulteriore crescita. In qualità di banca di nicchia per clienti che apprezzano le relazioni, vediamo un potenziale di sviluppo illimitato nel mercato di Oslo».

La manager, inoltre, ha raccontato come di recente Bien Sparebank sia riuscita a consolidare il proprio business grazie a dipendenti «qualificati e competenti». Grazie a queste basi, l’istituto norvegese è in grado di sviluppare ulteriormente il portafoglio clienti nei prossimi anni. «Abbiamo obiettivi ambiziosi – ha spiegato Jørundland – vogliamo essere la migliore banca per i nostri clienti e, grazie a ciò, offrire un rendimento interessante e sostenibile».

Certo, tornando a Pavese è bene non farsi illusioni. Ma l’IPO di Bien Sparebank è ormai una realtà concreta, e il futuro lascia ben sperare.