Ogni ora, ogni minuto

“Chi ascolto ancora, oltre la voce della natura e della saggezza? La voce di tutti i mastri e maestri. Quando recito una poesia sul mare e un marinaio che non capisce nulla di poesia mi corregge, io gli sono riconoscente. Lo stesso con il guardaboschi, il fabbro, il muratore. Ogni cosa che mi viene donata dal mondo esterno mi è preziosa, poiché in quel mondo io sono una nullità. Ma quel mondo mi è necessario ogni ora, ogni minuto”

Poesie di Marina Cvetaeva, 1926

La svolta che tutti aspettavamo e che avrebbe potuto chiarire la situazione in Gran Bretagna non è arrivata. La situazione tra Theresa May ed i ribelli della sua maggioranza rimane irrisolta per non dire drammatica. Theresa May è stata infatti accusata dai Brexiter del suo partito di aver tradito il popolo britannico, insulto poco gradito ad un primo ministro, in particolare se a capo di un paese patriottico come lo è la Gran Bretagna. In un mondo frenetico in cui siamo noi stessi i primi a correre dietro ad impegni e cose da fare, Theresa May sembra aver bisogno più di tutti di un time out e, visto il caos generale, si presume non sia per bere un English tea. La leader britannica ha infatti supplicato i leader europei di concederle una piccola estensione di tempo fino al 30 giugno 2019, benché la probabilità che il Parlamento di Westminster trovi un accordo nei prossimi tre mesi sia alquanto ridotta. La May non ha potuto chiedere una dilazione più lunga a causa delle pressioni dei suoi ministri euroscettici, pronti alle dimissioni nel caso la data limite fosse stata più lontana o addirittura non fosse stata fissata, preoccupati che questo avrebbe potuto essere un primo passo verso l’annullamento della Brexit. Bruxelles sembra invece orientata a concedere un rinvio solo fino al 23 maggio, al fine di evitare possibili problemi giuridici sulla legittimità di un Europarlamento dove un paese ancora membro della UE non partecipa alle Elezioni Europee del 26 maggio.

A Washington, in visita alla Casa Bianca è arrivato il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, il quale non esita a mostrare la sua grande stima nei confronti di Donald Trump. I due hanno firmato accordi bilaterali per aumentare gli investimenti e gli scambi commerciali in diversi settori, oltre ad aver stabilito di voler entrambi intervenire ed impegnarsi a migliorare la crisi venezuelana. Le strade che vogliono perseguire i due leader sono però differenti: Trump non esclude l’opzione militare e Bolsonaro privilegia invece quella della negoziazione.

L’economia USA, secondo il governatore Jerome Powell, crescerà nel 2019 ad un tasso inferiore rispetto al 2018. Le stime al ribasso della crescita statunitense (2.1% contro il 2.3% dei forecast) sono certamente influenzate dal rallentamento globale in atto ed in particolare da quello europeo e cinese. La Federal Reserve non prevede alcun rialzo dei tassi durante questo 2019. Jerome Powell ed i suoi colleghi sono impegnati ad alimentare una crescita dei prezzi onde evitare una spirale deflazionistica come quella verificatisi in Giappone.

Nel frattempo, tra le rues di Parigi, i gilets jaunes continuano ogni sabato a tenere sotto assedio il cuore della città. Le loro violente manifestazioni stanno minando seriamente la sicurezza della capitale francese al punto tale che dopo l’annuncio del governo di uno stop alle manifestazioni questa settimana il prefetto di Parigi Michel Delpuech è stato rimosso. Sabato scorso i manifestanti hanno colpito il lussuoso ristorante Fouquet’s sugli Champs Elysées. Ai visitatori attenti di Parigi non può non essere sfuggito questo locale che più che un locale sembra proprio un gioiello.. Aperto dal 1899, si è sempre contraddistinto per il suo essere chic.  Fouquet’s è da sempre sintomo di aristocrazia e potere, ancora di più da quando Nicolas Sarkozy appena eletto vi andò a festeggiare la vittoria alle elezioni presidenziali del 2007, scelta che gli costò severe critiche durante i cinque anni della sua presidenza. I francesi, che nel diciottesimo secolo sfidavano le autorità a causa dell’aumento delle tariffe del pane e per partecipare alla vita politica, non sono infatti riusciti a placare i loro animi rivoluzionari né tantomeno a rinunciare alla lotta violenta contro quelle che considerano le élite.

L’ipotesi di una fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank vengono confermate dal comunicato di Commerz in cui vi è scritto che «Le due banche si sono messe d’accordo oggi per avviare le discussioni con esito aperto su una potenziale fusione». Il matrimonio tra le due banche potrebbe dar vita ad un colosso bancario e “campione europeo e mondiale”. Cosi lo ha definito il ministro delle Finanze Olaf Scholz, il quale  pare essere favorevole ad un rafforzamento delle banche europee che ci metta in concorrenza con i “big” americani ed asiatici.

Forse il filo rosso che unisce i fotogrammi di un mondo dinamico e perennemente in scompiglio è proprio il senso di nullità di cui ci parlava Marina Cvetaeva nelle sue poesie. La domanda che dobbiamo porci è se questo mondo ci sia davvero necessario e se valga la pena continuare a combattere per ciò che più ci sta a cuore.  La domanda che dobbiamo porci ogni mattino prima di iniziare a vivere la giornata dovrebbe essere proprio questa: c’è ancora qualcosa da imparare? Io ritengo di sì. La necessità di vivere ogni ora e ogni minuto non può venire meno, e deve costituire il punto di partenza per ricominciare a ricostruire ogni giorno le certezze che il vento ha inesorabilmente spazzato via.