Livelli di vita
- 12 Settembre 2019
- Posted by: VectorWM
- Categoria: Non categorizzato
«Se è vero che possiamo elevarci, allo stesso modo rischiamo di precipitare. Non sono molti gli atterraggi morbidi»
Citazione tratta da Livelli di vita di Julian Barnes
Le parole pronunciate venerdì scorso da Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ricalcano i due estremi della frase di Julian Barnes. L’economia statunitense, da un lato, può elevarsi: «L’outlook rimane favorevole», ha detto il banchiere. Ma dall’atro rischia di precipitare, o perlomeno di perdere quota: Powell ha infatti ricordato che «ci sono rischi significativi» come «il rallentamento della crescita globale, le incertezze commerciali e la bassa inflazione». Il numero uno della Fed ha poi aggiunto che l’istituto agirà «in modo appropriato per sostenere l’espansione» dell’economia a stelle e strisce, e che «non prevede una recessione». Gli investitori ritengono probabile un nuovo taglio dei tassi d’interesse nella riunione di settimana prossima della banca centrale USA.
Dal punto di vista macroeconomico bisogna sottolineare la pubblicazione del rapporto sul mercato del lavoro di agosto negli Stati Uniti, che ha mostrato un rallentamento delle assunzioni, a fronte però di una più forte crescita salariale. In particolare, nei settori non agricoli, sono stati creati 130 mila posti di lavoro, un dato inferiore al consenso degli economisti che avevano ipotizzato un aumento pari a 165 mila unità. Mentre sono 96 mila i nuovi posti di lavoro creati dal settore privato. Il rapporto è stato pubblicato dal Dipartimento del Lavoro Usa, che ha ricordato come, sempre ad agosto, il tasso di disoccupazione sia rimasto fermo al 3,7%, sopra il consenso che si aspettava un calo al 3,6%. La retribuzione media oraria, monitorata dalla Fed in ottica inflazione, è invece salita dello 0,39% mese su mese a 28,11 dollari, oltre le stime degli analisti (+0,3%).
Sul fronte dei rapporti commerciali Usa-Cina, a “elevare” i mercati sono le parole del segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, che ha dichiarato di considerare come un segnale di «buona volontà» da parte di Pechino la ripresa dei colloqui commerciali con la delegazione statunitense. I funzionari dovrebbero iniziare i nuovi colloqui all’inizio di ottobre. Mnuchin, inoltre, ha detto a Fox Business News che il suo obiettivo è quello di arrivare a un buon accordo per i lavoratori e per le aziende a stelle e strisce. Come ulteriore atto distensivo, la Cina ha deciso di sospendere i dazi su alcune merci made in USA. Le esenzioni entreranno in vigore il 17 settembre e includono, per esempio, prodotti ittici, farmaci antitumorali e lubrificanti. Inoltre, sarebbero in corso valutazioni sulla possibilità di sospendere le tariffe anche su altri beni americani. Dal canto loro, gli Stati Uniti rinvieranno l’aumento dei dazi sui 250 miliardi di dollari di prodotti cinesi che sarebbero dovuti scattare il mese prossimo. Gli operatori tifano per la firma di un accordo commerciale senza troppi indugi, ma dalla presidenza di Donald Trump ci si può aspettare di tutto. Se le trattative precipitassero, l’atterraggio non sarebbe morbido.
Nel frattempo Hong Kong Exchanges & Clearing ha fatto sapere di aver offerto 32 miliardi di sterline (circa 36 miliardi di euro) per acquisire il London Stock Exchange. Se l’operazione andasse in porto, si tratterebbe della seconda acquisizione all’estero della borsa cinese, che ha già rilevato il London Metal Exchange nel 2012 al fine di entrare nel settore delle materie prime.
Passiamo ai dati macro europei: secondo Eurostat, nel secondo trimestre il PIL è salito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente sia nell’area euro che nell’UE a 28. Un rallentamento se consideriamo che nel primo trimestre era cresciuto, rispettivamente, dello 0,4% e dello 0,5%. Rispetto allo stesso trimestre del 2018, il PIL destagionalizzato è aumentato dell’1,2% nell’area dell’euro e dell’1,4% nella UE, contro il +1,3% e il +1,6% del precedente trimestre.
Ma la distensione tra gli Stati Uniti e la Cina e la fiduciosa attesa per la riunione della Banca Centrale Europea, che nel corso della giornata si riunisce per prendere decisioni di politica monetaria, hanno fatto aprire in rialzo i principali listini del Vecchio Continente stamattina.