L’incrollabile tenacia

«Poiché la disperazione era un eccesso che non gli apparteneva, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale.»

Citazione tratta da Seta, di Alessandro Baricco

 

La disperazione è un eccesso, come scrive Baricco in Seta. Ed è un eccesso che non deve mai attanagliare chi opera sui mercati. Anzi, è necessario mantenere «l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale».

Fortunatamente, al momento, la disperazione sembra qualcosa di molto lontano per gli investitori globali. Infatti, secondo un sondaggio pubblicato questo mese da Bank of America, stiamo assistendo al sentiment più rialzista da due anni a questa parte. E gli investitori non si aspettano più una recessione, in quanto cresce la fiducia nella tenuta dell’economia.

Un chiaro segnale di fiducia si vede dai gestori di fondi raggiunti dalla BOFA, che hanno un patrimonio complessivo di 568 miliardi di dollari e che hanno ridotto la liquidità al 4,2% dal 4,8%, aumentando le allocazioni in azioni globali a un massimo di due anni. In pratica, il sondaggio evidenzia che si tratta della prima volta dall’aprile 2022 che i gestori di fondi hanno abbandonato i timori dettati da una potenziale recessione.

«Le aspettative di una forte crescita macroeconomica e di assenza di recessione mantengono gli investitori nel campo del cosiddetto ‘atterraggio morbido’ al 65%, mentre la probabilità di un ‘atterraggio duro’ si riduce ad appena all’11%», ha spiegato Bank of America. Risultati di peso se pensiamo che, appena un mese fa, i “pessimisti” erano al 17%.

I mercati hanno previsto una serie di tagli dei tassi d’interesse quest’anno da parte delle principali banche centrali, accrescendo così l’ottimismo degli operatori. La Federal Reserve ha fatto un po’ da “guastafeste”, mostrandosi particolarmente cauta anche perché i dati recenti non sono a favore di tagli immediati. Tuttavia, l’S&P 500 ha registrato questo mese una serie di rialzi che lo hanno portato a una cifra record superiore ai 5.000 punti, grazie all’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale e per una stagione degli utili molto positiva.

Gli investitori hanno sicuramente puntato sui titoli tecnologici. Secondo il sondaggio, l’allocazione verso titoli tech è ai massimi da agosto 2020 e i gestori di fondi ritengono che il “long Magnificent 7” – un paniere fittizio delle sette maggiori società statunitensi per valore di mercato che include, per esempio, Apple e Microsoft – sia da monitorare attentamente.

Da non sottovalutare anche l’evoluzione dello scenario asiatico, per individuare eventuali opportunità d’investimento. Tenendo a mente che, questo mese, le blue-chip cinesi hanno toccato i minimi degli ultimi cinque anni, spingendo le autorità di Pechino a varare una serie di misure per sostenere il mercato e arginare i deflussi.

Focalizzandosi sull’Europa, è interessante soffermarsi sui risultati provenienti dalla “locomotiva” del Continente. L’istituto di ricerca economica ZEW indica che il morale degli investitori tedeschi è migliorato più del previsto a febbraio, anche qui grazie alle speranze di un taglio dei tassi di interesse, nonostante la valutazione negativa delle condizioni attuali.

L’indicatore della fiducia economica è infatti salito a 19,9 punti dai 15,2 punti di gennaio. L’aumento di febbraio rappresenta il settimo consecutivo, e ha battuto le aspettative degli analisti intervistati da Reuters, che avevano previsto una lettura pari a 17,5 punti.

Secondo il presidente di ZEW, Achim Wambach, più di due terzi degli intervistati credono che la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di interesse nei prossimi sei mesi. E quasi tre quarti sono fiduciosi nei confronti dell’azione della Federal Reserve.

Buone notizie arrivano anche dal Regno Unito. L’inflazione britannica, infatti, si è inaspettatamente mantenuta al 4% su base annua a gennaio, sfatando le previsioni di un aumento. Tirano così un sospiro di sollievo la Banca d’Inghilterra e il Primo Ministro Rishi Sunak.

Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un incremento del tasso annuale al 4,2%. E l’inflazione dei prezzi al consumo – che è salita fino all’11,1% nell’ottobre 2022 – dovrebbe calare ulteriormente nei prossimi mesi, aprendo la strada dell’istituto centrale per iniziare a ridurre i costi di prestito, che sono ai massimi da 16 anni.

Insomma, la disperazione è sempre un eccesso e, oggi più che mai, è meglio non cadervi. I segnali positivi ci sono e la cosa migliore da fare è continuare a valutare le potenziali opportunità d’investimento, con attenzione ma anche con l’incrollabile tenacia del giardiniere il mattino dopo il temporale.