L’esitazione è una scelta
- 3 Dicembre 2020
- Posted by: VectorWM
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«Esitare è già prendere una decisione.»
Citazione tratta da Altri pensieri spettinati, di Stanislaw Jerzy Lec
Lo scrittore e poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec scrisse che «esitare è già prendere una decisione». Chi, al contrario, ha deciso di non esitare è il Regno Unito, il primo Paese al mondo a dare il via libera all’uso del vaccino per il coronavirus sviluppato da Pfizer e BioNTech, che sarà già disponibile dalla prossima settimana. Martedì 2 dicembre, infatti, l’esecutivo guidato dal premier Boris Johnson ha comunicato di aver accettato «la raccomandazione dell’Agenzia indipendente di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (Mhra) di approvare l’uso del vaccino Covid-19» prodotto dal gruppo americano e dall’azienda tedesca.
In particolare, si tratta di un’autorizzazione per l’uso di emergenza, una notizia accolta con favore dal London Stock Exchange. L’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha ringraziato l’Mhra «per la sua capacità di condurre un’attenta valutazione e di intraprendere azioni tempestive per aiutare a proteggere le persone del Regno Unito». Il dirigente ha poi aggiunto che prevede «ulteriori autorizzazioni e approvazioni nei prossimi giorni» e che si stanno preparando al fine di «essere pronti con lo stesso livello di urgenza, per fornire in modo sicuro un vaccino di alta qualità in tutto il mondo».
Tuttavia, ci vorrà un po’ di tempo prima di raggiungere elevati livelli percentuali di persone vaccinate, e Boris Johnson ha avvertito che, comunque, «dobbiamo prima affrontare un duro inverno» di restrizioni per cercare di frenare il virus.
Sull’eventuale autorizzazione è intervenuta anche l’Ema. L’Agenzia europea per i medicinali ha fatto sapere che «se i dati saranno sufficienti, il processo di valutazione potrebbe terminare al più tardi il 29 dicembre». Insomma, l’Ema (per prudenza) “esita” di più rispetto alla Mhra, ma comunque non vuole rimandare troppo puntando a decidere entro questo mese.
In Europa, intanto, è stato raggiunto un accordo sulla riforma del Mes, il “Meccanismo Europeo di Stabilità”, ovvero il sistema che serve per aiutare i Paesi dell’Eurozona che dovessero trovarsi in difficoltà finanziarie. L’intesa, approvata lunedì dall’Eurogruppo, permetterà (tra le altre cose) che venga anticipata di due anni, dal 2024 al 2022, l’entrata in vigore del cosiddetto “backstop”, ossia il paracadute al fondo salva-banche qualora, in casi estremi, dovesse finire le risorse a disposizione.
Sul fronte macro, l’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona definitivo di novembre, elaborato da Ihs Markit, si è attestato a 53,8 punti, in diminuzione dai 54,8 punti di ottobre. Tuttavia, il risultato è leggermente al di sopra della lettura preliminare e del consenso, entrambi a 53,6 punti. Chris Williamson, Chief Business Economist di Ihs Markit, ha precisato che l’Eurozona «eviterà durante l’ultimo trimestre dell’anno una contrazione simile a quella registrata nel secondo trimestre».
Sempre in campo macro, l’inflazione nell’area euro di novembre, secondo la lettura preliminare, si è ridotta dello 0,3% a livello annuale, così come lo scorso mese e in linea con il consenso degli esperti. L’inflazione core è invece aumentata dello 0,2%.
Passando agli Stati Uniti, il presidente eletto, Joe Biden, ha invitato il Congresso a non esitare; nel corso della settimana, ha infatti detto che bisogna avviare un robusto piano di aiuti per affrontare le attuali difficoltà vissute da famiglie e imprese. «Ma qualsiasi pacchetto approvato ora sarà solo l’inizio», ha poi sottolineato il Democratico. Nel frattempo, un gruppo bipartisan di parlamentari statunitensi ha presentato un pacchetto di stimoli economici da 908 miliardi di dollari, con la speranza di poter uscire dallo stallo che ha impedito negli ultimi mesi di approvare nuovi aiuti. Il disegno di legge prevede 300 dollari la settimana per chi perde il lavoro e 240 miliardi per Stati e municipi che hanno delle difficoltà finanziarie.
Rimanendo negli States, Jerome Powell, presidente della Fed, nel corso della settimana ha detto che rispetto ai mesi scorsi è migliorato il quadro dell’economia Usa. Tuttavia, la banca centrale «non ritirerà i suoi interventi di supporto finché non avrà piena fiducia che non siano più necessari».