Le trimestrali al vaglio dei mercati

«Le trimestrali sono degli impegni che ogni azienda deve rispettare nei confronti dei propri azionisti, ma forniscono anche informazioni importanti per gli investitori e per chi si occupa di analisi finanziaria.»

Citazione tratta da Analisi tecnica dei mercati finanziari, di John J. Murphy

 

La pubblicazione delle trimestrali rappresenta sempre un appuntamento rilevante. Infatti, gli operatori le valutano con attenzione perché – come spiega John J. Murphy – oltre a essere degli «degli impegni che ogni azienda deve rispettare nei confronti dei propri azionisti» forniscono «informazioni importanti per gli investitori e per chi si occupa di analisi finanziaria».

In ambito bancario, i riflettori sono stati puntati su Bank of America, che nei giorni scorsi ha pubblicato i propri risultati, al di sopra delle attese. Anche grazie alla spinta dei tassi di interesse più alti, nei primi tre mesi del 2023 i ricavi sono saliti del 13% rispetto allo stesso periodo 2022, attestandosi a 26,3 miliardi di dollari e superando le stime di 25,13 miliardi. Mentre gli utili per azione sono arrivati a 94 centesimi, contro gli 82 centesimi attesi dagli analisti di Refinitiv. 

«Ogni segmento di attività ha funzionato bene poiché abbiamo accresciuto le relazioni e i conti con i clienti in modo organico e a un ritmo sostenuto», ha spiegato il CEO Brian Moynihan. Aggiungendo che «i nostri risultati dimostrano come l’impegno decennale della nostra azienda per una crescita responsabile abbia contribuito a fornire stabilità in ambienti economici in evoluzione».

Rimanendo nel settore bancario, la settimana scorsa anche JPMorgan Chase ha riportato dei risultati decisamente migliori del previsto. I ricavi del trimestre sono stati pari a 39,34 miliardi di dollari contro i 36,19 miliardi previsti, mentre gli utili per azione rettificati si sono attestati 4,32 dollari (la stima Refinitiv si fermava a 3,41 dollari). L’utile netto, invece, ha registrato un incremento del 52% rispetto all’anno scorso, arrivando a quota 12,62 miliardi di dollari.

«Le nostre linee di business hanno visto un continuo slancio nel trimestre – ha spiegato il CEO Jamie Dimon – Nel Consumer & Community Banking, la spesa al consumo è rimasta solida con vendite combinate di carte di debito e di credito in aumento del 10%, e prestiti con carte in aumento del 21%. In Corporate & Investment Bank, i ricavi di Markets sono diminuiti del 4% rispetto a un anno precedente molto forte e ci siamo concentrati sull’assistenza ai clienti mentre navigavano in condizioni di mercato volatili».

Relativamente alle commissioni in ambito Global Investment Banking, che sono rimaste una sfida per il settore, Dimon è stato chiaro: «Abbiamo sovraperformato in modo significativo il portafoglio complessivo». E nel Commercial Banking «abbiamo guadagnato entrate record, con entrate eccezionalmente forti da pagamenti, in crescita del 98%». Infine, nell’area Asset & Wealth Management, JPMorgan «ha ottenuto buoni risultati con forti afflussi a lungo termine pari a 47 miliardi di dollari in tutti i prodotti».

I risultati di Bank of America e JPMorgan sono particolarmente interessanti, perché dimostrano una chiara capacità di resilienza allo stress generato sul settore bancario dalla crisi della Silicon Valley Bank (SVB). In ottica futura, tuttavia, rimangono dei nodi da sciogliere: «Le nubi temporalesche che abbiamo monitorato nell’ultimo anno rimangono all’orizzonte», ha sottolineato Dimon in riferimento alle preoccupazioni sull’evoluzione dello scenario finanziario statunitense e internazionale. Tuttavia, il CEO di JPMorgan ha anche detto che, nonostante il caso SVB, «la situazione bancaria è diversa rispetto al 2008 in quanto ha coinvolto molti meno attori finanziari e comporta meno problemi da risolvere». Inoltre, al momento l’economia statunitense possiede «basi generalmente sane: i consumatori continuano a spendere e hanno bilanci solidi e le imprese sono in buona forma».

Tra i CEO, quello di Citigroup (Jane Fraser) è sembrato particolarmente ottimista. La settimana scorsa ha infatti sottolineato che «continuiamo a fare progressi nell’esecuzione della nostra strategia». Un’affermazione arrivata a coronamento di risultati, anche in questo caso, oltre le attese. Citigroup, nei primi tre mesi dell’anno, ha infatti registrato un utile netto di 4,6 miliardi di dollari, o 2,19 dollari per azione. Su base rettificata, la società ha guadagnato 1,86 dollari per azione, battendo la stima media degli analisti di 1,67 dollari.

Al momento, dunque, gli impegni con gli azionisti di cui parla Murphy sono più che rispettati. E gli investitori adesso si concentreranno sulle prossime mosse delle banche centrali.