Le aspettative

«I romantici hanno sempre paura di non essere all’altezza delle aspettative. E le loro aspettative sono sempre eccessive.»

Citazione tratta da Il nostro agente all’Avana, di Graham Greene

 

Quando pensiamo all’andamento dei mercati, c’è un elemento che risulta fondamentale: le aspettative. Tuttavia, gli investitori sono molto diversi dai romantici di Graham Greene e non devono avere «aspettative eccessive», ma nemmeno scarse. La sfida è cercare di essere realisti e, tra i temi tornati sotto i riflettori, c’è quello relativo alle aspettative sui tagli dei tassi.

Negli States, l’inflazione è nuovamente aumentata a febbraio, costringendo la Federal Reserve a una maggior cautela nel potenziale allentamento della stretta monetaria. In particolare, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 3,2% rispetto a un anno fa, secondo i dati pubblicati dal Bureau of Labor Statistics. Su base annua, il risultato è stato leggermente superiore alla previsione del 3,1% degli analisti.

Escludendo la volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, l’indice core è aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 3,8% anno su anno. In entrambi i casi, parliamo di un decimo di punto percentuale in più rispetto alle previsioni.

Dunque, le aspettative sul taglio dei tassi a giugno sono adesso eccessive? Non è detto, però serve prudenza. «La tendenza disinflazionistica si sta esaurendo, ma l’inflazione non sta riprendendo», ha spiegato Seema Shah, capo stratega globale di Principal Asset Management. L’andamento dei prezzi di febbraio «è appena sufficiente a mantenere stabili le aspettative di taglio dei tassi per giugno, ma un altro dato come questo il prossimo mese spingerebbe il primo taglio nella seconda metà dell’anno».

Cercando di quantificare le aspettative, secondo il FedWatch Tool di CME Group, i trader vedono ora una probabilità del 70% che il primo taglio dei tassi avvenga a giugno, rispetto al precedente 71%.

«L’inflazione continua a superare il 3% e ancora una volta i costi degli alloggi sono stati il ​​principale problema», ha sottolineato Robert Frick, economista presso la Navy Federal Credit Union. L’esperto ha poi detto che «con i prezzi delle case che dovrebbero aumentare quest’anno e gli affitti che scendono solo lentamente, il tanto atteso calo dei prezzi degli alloggi non arriverà in soccorso in tempi brevi». Perciò, anche lui ha ribadito di essere prudenti nell’ipotizzare le prossime scelte della Federal Reserve: le aspettative di un taglio a giugno non sono eccessive, ma potrebbero essere disattese in base all’andamento inflazionistico.

Le recenti dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, sono state infatti caute, ma con segnali di apertura. «Quando avremo maggiore fiducia» sulla traiettoria di calo dell’inflazione, «e non siamo lontani dall’averla, allora sarà appropriato» ridurre il costo del denaro. Così Powell ha parlato durante un’audizione in Congresso.

 

Passiamo alla Banca centrale europea. Nel Vecchio Continente i salari stanno frenando e sta diminuendo il contributo dei profitti all’inflazione, portando gli analisti a ritenere più solide le probabilità di un prossimo taglio dei tassi. Di recente la numero uno dell’Eurotower, Christine Lagarde, ha chiarito che l’istituto non sarà influenzato dalle decisioni della Fed: “La BCE agirà in maniera indipendente, faremo quello che dobbiamo fare, quando lo dobbiamo fare. Se le condizioni sono soddisfatte e la nostra diagnosi è che la politica monetaria è stata restrittiva abbastanza a lungo, prenderemo la nostra decisione».

Un elemento da non scordare: la Banca centrale europea ha da poco tagliato la stima sull’inflazione per l’area Euro rispetto alle previsioni di dicembre. Secondo le nuove stime, l’indice dei prezzi segnerà un aumento del 2,3% nel 2024 (dal 2,7% precedente), del 2% nel 2025 (da 2,1%) e dell’1,9% nel 2026.

«Siamo nel mezzo del processo di disinflaizone, facciamo buoni progressi e siamo più fiduciosi ma non siamo ancora sufficientemente sicuri» del ritorno dell’inflazione all’obiettivo. Dunque, anche Lagarde ha ribadito di restare cauti. Perché servono ulteriori dati «che arriveranno nei prossimi mesi, ne sapremo di più ad aprile e molto di più a giugno».

Perciò, pur rimanendo fiduciosi, bisogna sempre ricordarsi di ricalibrare le aspettative sulla base dell’evoluzione dello scenario.