L’andamento dei mercati e l’architettura degli investimenti

«Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura.»

Citazione tratta dal Manuale del perfetto impertinente, di Oscar Wilde

 

«Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura». Con questa frase, Oscar Wilde ci dà un’immagine chiara di una precisa dinamica umana: le difficoltà stimolano l’ingegno e lo sviluppo di soluzioni. Traslando questo paradigma in ambito finanziario, possiamo dire che di fronte all’attuale scenario di mercato – tendenzialmente poco confortevole – l’investitore può ingegnarsi e creare la giusta “architettura” per il suo portafoglio.

Ma per farlo è necessario analizzare accuratamente la situazione presente e i possibili sviluppi. Ed è proprio in tale ottica che, di recente, il Wall Street Journal ha pubblicato un approfondimento con focus sui mercati azionari.

L’articolo, a firma di Andy Kessler, si apre con delle osservazioni sull’impatto delle guerre da un punto di vista economico (umanamente ed eticamente sappiamo bene che esse non dovrebbero esistere). Dunque: i conflitti portano incertezza. «Gli investitori intelligenti fanno una fotografia del momento e poi posizionano i portafogli in base a ciò che pensano possa cambiare», sottolinea Kessler. Il quale ipotizza che, qualora Hamas venisse sradicata, si potrebbe arrivare a una pace a lungo termine tra moderati palestinesi e israeliani. Le incognite sono però molte e la situazione va monitorata costantemente.

Kessler fa quindi un focus sull’oro nero. «Subito dopo gli attacchi, il prezzo del petrolio è aumentato del 4%». Una discesa che è poi proseguita e che rientra in uno scenario ancora più particolare, a causa dei tagli alla produzione dall’Arabia Saudita, che potrebbe proseguire con questa politica. L’opinionista sottolinea quindi la possibilità di uno «shock petrolifero» nel breve termine.

Dal punto di vista monetario, Kessler ricorda che la Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse a breve termine, ora tra il 5,25% e il 5,5%, per combattere l’inflazione. Focalizzandosi pertanto sul mercato obbligazionario, bisogna considerare un doppio effetto: i rendimenti hanno registrato una netta crescita, ma i prezzi dei Treasury Usa a 10 anni sono scesi, quasi il 23% in meno a metà ottobre 2023 rispetto ad agosto 2020. La firma del Wall Street Journal, inoltre, sottolinea che «le guerre spingono i capitali globali verso le cosiddette sicure obbligazioni americane».

E poi aggiunge che «quando i rendimenti obbligazionari aumentano, le azioni diventano meno interessanti. Con i rendimenti dei Treasury decennali al 4,63%, limitarsi a ritagliare cedole è ora una strategia d’investimento praticabile. La Fed potrebbe tagliare i tassi a breve termine, ma le azioni potrebbero non gradire il motivo, soprattutto se il motivo è una recessione e una dissolvenza di utili aziendali».

In generale, l’articolo ha un tono negativo, ma va considerato che il Wall Street Journal è una testata di stampo conservatore, e un certo approccio serve anche per attaccare il presidente democratico Joe Biden. In ogni caso, si tratta di un approfondimento utile per riflettere e che offre una conclusione particolarmente interessante: «I mercati svendono in continuazione. Forse quella attuale [la “svendita”, ndr] è finita, forse è solo l’inizio. Nessuno suona una campana al massimo o al minimo del mercato. Le guerre sono imprevedibili. Siate pronti, ma non guardate indietro. I mercati insidiosi sono il momento in cui bisogna tirare fuori il retino per le farfalle per individuare i vincitori del prossimo decennio».

Dunque, una chiusura positiva, che invita gli investitori ad ingegnarsi per trovare gli investimenti vincenti, all’interno dell’attuale periodo storico.

Ulteriori spunti per capire lo scenario arrivano anche dalla recente riunione del G24, in concomitanza con i raduni della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, che ha comunicato (lo scorso 10 ottobre) le conclusioni principali del confronto. In particolare, si evidenzia che l’economia globale si sta riprendendo da molteplici shock, e c’è una ripresa che tuttavia è lenta e disomogenea. Inoltre, le prospettive di medio termine sono incerte.

Per quanto riguarda l’aumento dei prezzi, il gruppo dei ventiquattro spiega che, sebbene l’inflazione core rimanga più vigorosa, le pressioni inflazionistiche si stanno gradualmente attenuando. Merito anche dell’azione delle principali banche centrali. Dunque, lo ribadiamo: la situazione è complessa, ma oggi è comunque possibile sviluppare la giusta “architettura” per un portafoglio performante, soprattutto nel medio e lungo termine.