L’amicizia

«Il tempo è il miglior costruttore dell’amicizia. È anche il suo testimone e la sua coscienza. I percorsi si separano, poi si incrociano di nuovo»

Citazione tratta da L’amicizia di Tahar Ben Jelloun

 

«Il tempo è il miglior costruttore dell’amicizia», come scrive Tahar Ben Jelloun? Certamente possiamo affermare che per costruire una “amicizia commerciale” tra Stati Uniti e Cina, di tempo ce ne vuole (e gli esiti sono tutt’altro che scontati). E così i percorsi delle trattative tra i due Paesi a volte si separano, altre si incrociano di nuovo. L’attuale riapertura del dialogo ha acceso nuovamente le speranze dei mercati. Infatti Robert Lighthizer, il rappresentante americano per il commercio, volerà in Cina lunedì 29 luglio insieme a una piccola delegazione di funzionari per quello che è il primo incontro faccia a faccia da maggio. Il mediatore americano resterà a Shanghai fino a mercoledì 31 luglio. L’indiscrezione è stata riportata dai media americani. Rimane tuttavia una tegola chiamata Huawei, più volte accusata di rappresentare una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti, e che ora è tornata sotto i riflettori perché, secondo il Washington Post, avrebbe segretamente operato con la Corea del Nord per la realizzazione e manutenzione della rete mobile del Paese. Ma il presidente americano, Donald Trump, non sembra aver preso la notizia troppo male: «Ho un buon rapporto con la Corea del Nord. Darò un’occhiata all’articolo su Huawei». L’inquilino della Casa Bianca, inoltre, è tornato a mettere pressione alla Federal Reserve in favore di un immediato taglio dei tassi. In un tweet, Trump sottolinea che muoversi ora sarebbe «molto economico, effettivamente produttivo», mentre un intervento di portata più ampia realizzato dopo una possibile perdita di slancio dell’economia a stelle e strisce sarebbe «molto più costoso». L’istituto guidato da Jerome Powell, comunque, ha già aperto nelle scorse settimane a un taglio dei tassi, che potrebbe essere annunciato già nella riunione del comitato della Fed dedicato alla politica monetaria di fine mese.

Sul fronte macroeconomico, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,4% su base mensile a giugno, in leggero rialzo rispetto al consenso degli economisti (+0,3%). Infine, sempre a giugno, la produzione industriale è rimasta piatta rispetto al mese precedente, al di sotto delle attese pari a un aumento dello 0,2%.

In Europa i mercati sono rimasti delusi dai nuovi dati sull’attività economica nella zona euro che a luglio, nel settore privato, è tornata a scendere, più del previsto. La stima flash del Pmi composito, che mette insieme manifattura e servizi, è calato a 51,5 dopo il 52,2 di giugno. Gli economisti intervistati da Reuters avevano invece ipotizzato un dato a 52,1. Rimane ancora sotto 50, il che segnala una fase di contrazione, il settore manifatturiero, il cui indice Pmi si è attestato a 46,4 nella stima flash di questo mese. Le aspettative erano invece ancorate a quota 47,6. L’indicatore per i servizi, invece, è diminuito di poco a 53,3 contro il 53,6 di giugno e il 53,3 previsto dagli economisti.

Novità – poco confortanti – sul fronte dell’uscita del Regno Unito dall’UE. L’antieuropeista Boris Johnson è diventato il nuovo leader del Partito Conservatore britannico nonché nuovo premier al posto di Theresa May. «Attuare la Brexit, unire il Paese, sconfiggere Jeremy Corbyn», sono i suoi obiettivi. E per Johnson l’uscita dall’UE deve avvenire a qualsiasi costo entro il 31 ottobre, anche in caso di «No Deal». L’amicizia tra UK ed Europa sembra che sia su un percorso di totale separazione.

Ma sotto i riflettori degli investitori c’è anche la riunione di oggi della Banca Centrale Europea. Con l’inflazione a livelli bassi, Mario Draghi (in carica fino al 31 ottobre) potrebbe regalare alla sua erede, Christine Lagarde, un taglio del tasso di deposito a settembre. Una scelta che potrebbe aprire la pista a potenziali ulteriori allentamenti da parte del futuro presidente dell’istituto. Inoltre, a seguito della pubblicazione dei dati macro che mostrano le difficoltà dell’economia del Vecchio Continente, sono aumentate ancora di più le probabilità che la BCE prosegua la sua politica espansiva. Sulla scia di questa attesa, i principali listini europei hanno aperto in rialzo stamattina.