La struttura della foresta

«Anziché limitarti ai singoli alberi, devi esaminare la struttura della foresta.»

Citazione tratta da Platone è meglio del Prozac, di Lou Marinoff

 

Quando viene realizzato uno studio sui probabili scenari economici futuri, non basta guardare ai singoli dati macroeconomici. Bisogna anche inserirli in una visione integrata che possa condurre a delle previsioni plausibili. Insomma, come scrive il filosofo Lou Marinoff, «anziché limitarti ai singoli alberi, devi esaminare la struttura della foresta».

Ed è quello che ha fatto Amundi nel suo ultimo outlook, presentato di recente. Nel breve termine, la società francese prevede uno scenario frammentato, con una crescita globale che si indebolirà gradualmente, e un’inflazione che dovrebbe attenuarsi ma rimanere al di sopra degli obiettivi delle banche centrali. Supponendo che la crisi mediorientale rimanga contenuta, il rallentamento delle prospettive economiche globali sarà determinato principalmente da una minore dinamicità nei mercati sviluppati.

Tuttavia, il 2024 è comunque previsto in crescita. Amundi, infatti, per l’anno venturo stima un aumento del PIL globale del 2,5% e un incremento medio dello 0,7% nei Paesi industrializzati, rispetto al 3,6% nei Paesi emergenti. Per il 2025, la società francese prevede un’espansione del PIL reale globale, dei Paesi industrializzati e dei Paesi emergenti, rispettivamente del 2,7%, dell’1,5% e del 3,6%.

Esaminando la “struttura della foresta”, emergono vari elementi significativi. Per esempio, il differenziale di crescita tra i mercati sviluppati e quelli emergenti dovrebbe raggiungere i massimi da cinque anni. Facendo un focus sugli Stati Uniti, Amundi attende una lieve recessione nella prima metà del 2024, quando le condizioni finanziarie restrittive inizieranno a impattare su consumatori e imprese. Nel secondo semestre, invece, la crescita dovrebbe stabilizzarsi al di sotto del potenziale e l’inflazione avvicinarsi all’obiettivo delle banche.  La stima di Amundi, in particolare, è di un tasso di crescita dello 0,6% nel 2024 e dell’1,6% nel 2025.

Volando nel Vecchio Continente, la crescita dell’Eurozona dovrebbe restare moderata ma positiva, nonostante la rigidità della politica monetaria. Le dinamiche tra i vari Paesi potrebbero essere contrastanti, in correlazione alle differenti politiche fiscali. La società francese, nel dettaglio, prevede che sia l’Eurozona che il Regno Unito cresceranno dello 0,5% nel 2024 e, rispettivamente, dell’1,2% e dell’1,3% nel 2025. 

Passando ai mercati emergenti, nonostante una flessione ciclica a causa della debolezza della domanda globale, ci si attende economie resistenti benché frammentate, con l’Asia che si distinguerà come area predominante per i flussi di investimento. In Cina, ulteriori stimoli fiscali non modificheranno la tendenza di un’espansione più contenuta (3,9% nel 2024 e 3,4% nel 2025) rispetto alle precedenti stime. Amundi mette poi sotto i riflettori l’India, considerata un potenza che offrirà prospettive economiche brillanti grazie alla forte domanda interna e agli investimenti (crescita del 6,0% nel 2024 e del 5,2% nel 2025). 

Nell’analisi della “struttura della foresta”, Amundi (ovviamente) non si è dimenticata di fare uno zoom sulle banche centrali. «Prevediamo – si legge nel report della società francese – che nel 2024 la FED e la BCE ridurranno i tassi di interesse rispettivamente di 150 e 125 punti base. Nei Mercati Emergenti, la disinflazione è in corso e le banche centrali avranno un certo margine di manovra per ridurre i tassi».

Come muoversi, dunque, con la strategia di portafoglio? «Gli investimenti nel 2024 saranno incentrati su obbligazioni sovrane e societarie di qualità e sulla ricerca di crescita attraverso le azioni asiatiche, poiché questa regione dovrebbe beneficiare di prospettive economiche migliori rispetto alle altre – ha spiegato Vincent Mortier, Group CIO di Amundi – Gli investitori dovrebbero anche cercare opportunità attraverso società posizionate su temi promettenti a lungo termine, come la transizione energetica o la delocalizzazione della catena di approvvigionamento. Tuttavia, gli investitori dovranno attendere la seconda metà dell’anno per prendere in considerazione i titoli europei».

Mentre Monica Defend, responsabile dell’Amundi Investment Institute, ha aggiunto: «L’inversione di tendenza nella crescita, nell’inflazione e nella politica monetaria genererà opportunità per gli investitori di aggiungere asset di rischio nel corso dell’anno».