La meraviglia di una casa

«La meraviglia di una casa non sta nel fatto che vi ripara e vi riscalda, né nel fatto che ne possediate i muri. Ma bensì nel fatto che essa ha lentamente deposto dentro di noi provviste di dolcezza.»

Citazione tratta da Terra degli uomini, di Antoine De Saint-Exupery

 

Quanto è importante il focolare domestico, lo sappiamo bene. E lo sa bene anche Antoine De Saint-Exupery, il quale spiega che la «meraviglia di una casa» sta nel fatto che «essa ha lentamente deposto dentro di noi provviste di dolcezza». Inoltre, parliamo di qualcosa che non solo è fondamentale per le persone, ma anche per l’economia. Recentemente, negli States, sono stati pubblicati i nuovi dati relativi ai prezzi delle case americane, che hanno continuato a crescere senza sosta. In aprile è stato raggiunto un tasso straordinario secondo gli analisti: l’indice S&P/Case Shiller, che calcola i prezzi nelle principali città del Paese, ha riportato un incremento anno su anno del 14,6% rispetto al 13,2% di marzo, mentre quello dell’indice a 10 città è stato del 14,4% contro il 12,8% del mese precedente. Nel dettaglio, gli aumenti più elevati sono stati registrati a Phoenix, San Diego e Seattle. 

«In precedenza abbiamo suggerito che la forza del mercato immobiliare statunitense fosse guidata in parte dalla reazione alla pandemia, poiché i potenziali acquirenti si spostano dagli appartamenti urbani alle case suburbane. I dati di aprile continuano a essere coerenti con questa ipotesi», ha osservato Craig J. Lazzara, Managing Director and Global Head of Index Investment Strategy di S&P. Che poi ha proseguito: «Questo aumento della domanda potrebbe semplicemente rappresentare un’accelerazione degli acquisti che si sarebbe comunque verificata nei prossimi anni. In alternativa, potrebbe esserci stato un cambiamento secolare nelle preferenze di localizzazione, che ha portato a uno spostamento permanente della curva della domanda di abitazioni. Saranno necessari più tempo e dati per analizzare tale questione».

Sotto i riflettori dei mercati c’è poi una casa in particolare, ovvero la Casa Bianca. «Abbiamo l’accordo»: così Joe Biden, l’inquilino della White House, ha di recente annunciato l’accordo preliminare tra Democratici e Repubblicani sul piano per rilanciare l’economia – concentrato soprattutto sulle infrastrutture – da 1.200 miliardi di dollari. Ma la strada per l’approvazione definitiva presenta alcuni ostacoli e il via libera del Congresso non è scontato. «Non mi fermerò fino a quando il provvedimento non sarà sul mio tavolo», ha infatti precisato il presidente degli States.

I fondi previsti saranno destinati in particolare alle strade, ai ponti e ad altri progetti infrastrutturali. Ma sono rimasti fuori alcuni capitoli, come il potenziamento dell’assistenza a domicilio (che la Casa Bianca avrebbe voluto inserire). E l’ala progressista del Partito Democratico è pronta a dare battaglia: alcuni esponenti, tra cui il senatore Bernie Sanders, hanno minacciato di ribellarsi se il compromesso non includerà anche le loro priorità chiave. Biden ha quindi provato a ricompattare il partito, sottolineando che non intende firmare il testo sulle infrastrutture a meno che non venga approvata l’altra legge di spesa con i punti imprescindibili della sua amministrazione, come i fondi per l’asilo, per i disabili e per la green energy.

Dall’altro lato, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno mostrato scetticismo su come il piano possa essere finanziato con 1.200 miliardi. L’inquilino della Casa Bianca ha però ribadito che non vi saranno aumenti delle tasse per chi guadagna meno di 400.000 dollari all’anno. 

Passando alla “casa” della politica monetaria Usa, sono arrivate buone notizie relative alla solidità delle banche. Gli stress test della Federal Reserve hanno infatti dato dei risultati chiari: gli istituti potrebbero assorbire complessivamente 470 miliardi di dollari di perdite, in uno scenario di recessione globale e con una disoccupazione americana al 10,75%. Anche qualora si verificassero tali condizioni, i ratio di capitale risulterebbero più del doppio dei requisiti minimi. Di conseguenza, la banca centrale americana alzerà i limiti sui riacquisti di azioni e sui dividendi che aveva messo in atto all’inizio della pandemia di coronavirus. Randal K. Quarles, esponente della Federal Reserve, ha voluto sottolineare che «il sistema bancario è fortemente posizionato per supportare la ripresa in corso».