La maledetta immaginazione e il panic-selling

«La sua maledetta immaginazione aveva evocato in lui tutti gli orrori del panico, la massa che calpesta, le grida pietose, le scialuppe inondate – tutti gli spaventosi episodi delle catastrofi in mare di cui aveva sentito parlare.»

Citazione tratta dal libro Lord Jim, di Joseph Conrad

 

A volte una «maledetta immaginazione», come scrive Conrad, può evocare in noi «tutti gli orrori del panico» e spaventosi episodi di catastrofi. Capita anche nel mondo degli investimenti in periodi complessi – come quello attuale – di pensare alle “catastrofi finanziarie” e farsi prendere dal cosiddetto panic-selling. Ma questo è il peggiore errore che si possa commettere, per diversi motivi.

Innanzitutto, come ricordato da un recente approfondimento della piattaforma di informazione finanziaria Morningstar, la storia dei mercati è costellata da periodi di ribassi, tutti superati nel medio-lungo periodo. Se prendiamo gli oltre 150 anni dei listini statunitensi, vi sono diverse fasi di bear market, ma il mercato si è sempre ripreso raggiungendo nuovi massimi.

Il caso più recente è nel 2020. «Dopo un calo del 20% (in termini reali) da dicembre 2019 a marzo 2020 – sottolinea Morningstar – il mercato azionario statunitense si è ripreso completamente in soli quattro mesi e a luglio era tornato ai livelli precedenti al crollo, per poi salire ancora».

Questa ripresa è la prova che non si può mai prevedere la velocità della ripresa, ma prima o poi questa arriva. Altro aspetto importante: «L’investitore che è rimasto sul mercato durante questi ribassi estremi è stato finora ben ricompensato».

Nonostante le flessioni, alcune delle quali piuttosto prolungate e pesanti, Morningstar ricorda che «1 dollaro investito alla fine del 1870 è cresciuto a 20.514 dollari in termini reali alla fine di maggio 2022. Si tratta di un tasso di rendimento annuo reale del 6,8%». Dunque: la crescita è “destinata” a vincere nel tempo.

Prendiamo anche un esempio più vicino a noi, ovvero quando la Borsa americana ha toccato il fondo nel 2009. «Da allora fino al maggio 2022 – chiarisce Morningstar – il mercato è cresciuto del 424%. Anche dopo l’ulteriore calo verificatosi nella prima parte di giugno 2022, che ha fatto precipitare Wall Street nella fase orso, il mercato è in rialzo del 409% dal febbraio 2009».

La piattaforma ha inoltre stilato un elenco dei 22 peggiori cali di mercato della storia di Wall Street. Alcuni elementi sono particolarmente interessante. In primis è utile ricordare che il crollo maggiore è quello del 1929, quando il valore complessivo scese del 79%. Eppure, anche questa “catastrofe” è stata superata e oggi è un lontano ricordo.

L’attuale fase di ribasso, per quanto possa destare preoccupazione, è assai più contenuta al momento. A maggio 2022, il calo del mercato azionario si attesta al 21° posto dell’elenco di Morningstar. Ad oggi, spiega la piattaforma, «non sappiamo quanto sarà grave, quanto durerà e quanto tempo ci vorrà per riprendersi. Tuttavia, se guardiamo alla storia, gli investitori prudenti con un orizzonte di lungo termine, che possono sopportare i rischi dell’investimento azionario, dovrebbero mantenere la rotta».

Con il panic-selling si rischia di andare in perdita e di farsi sfuggire occasioni di titoli a sconto. Pertanto, la scelta migliore secondo gli esperti è quella di mantenere un portafoglio diversificato, con un orizzonte temporale ben calibrato.

Dunque, cosa fare a livello di asset allocation? Secondo Bluerating ci sono alcuni settori particolarmente interessanti per investire in questo momento. Lo slancio dei prezzi delle materie prime sta infatti favorendo un forte aumento degli utili e dei flussi di cassa per le società del campo energetico e minerario. «In questo contesto, ha certamente senso mantenere un’esposizione a questi settori per il momento», spiega la testata.

Al di fuori di tali campi, bisogna prestare particolare attenzione a quei player che possiedono il “pricing power”, ovvero quelle realtà che hanno la capacità di trasferire gli aumenti dei costi senza compromettere la domanda, mantenendo quindi un business profittevole. Vi sono settori in cui il potere di determinazione dei prezzi è tendenzialmente molto forte. Si pensi, per esempio, all’ambito sanitario, che è guidato dall’innovazione. In tale campo, svariate società hanno uno o più prodotti unici che danno loro la possibilità di stabilire i prezzi e far crescere gli utili.

Insomma, anziché cedere al panic-selling, è meglio vagliare la situazione e procedere con acquisti mirati di titoli ad alto potenziale.