La forza della ragione

«Come la ragione è la sostanza e l’origine della matematica, così, inquadrando ogni problema per mezzo della ragione, e giudicandolo nel modo più razionale, col tempo ogni uomo può diventare padrone di qualsiasi arte meccanica.»

Citazione tratta da Robinson Crusoe, di Daniel Defoe

 

Come scrive Defoe, l’uomo «può diventare padrone di qualsiasi arte meccanica» se inquadra «ogni problema per mezzo della ragione», e se lo giudica «nel modo più razionale». Ed è sempre così, sfruttando la razionalità, che bisogna operare nel campo degli investimenti. Perciò, in tempi complessi come quelli attuali, è bene valutare le parole razionali di persone esperte.

Come, per esempio, Peter Berezin, uno stratega di BCA Research – gruppo canadese di consulenza finanziaria – che ha fatto scalpore con una recente nota sul posizionamento del mercato, anche a fronte del timore di una guerra nucleare. Nonostante il «rischio di Armageddon», ha scritto che gli investitori dovrebbero «rimanere rialzisti sulle azioni».

Il New York Times ha quindi deciso di intervistare Berezin, per ottenere maggiori dettagli. L’esperto ha parlato di uno «strano rischio asimmetrico» con un primo scenario in cui il conflitto rimarrà contenuto e raggiungerà un certo equilibrio. «In quella situazione – ha spiegato – le scorte salgono. Se la minaccia non si dissipa, beh, probabilmente non sarai in giro per assistere alle conseguenze».

Perciò, anziché farsi prendere dal panico per il pensiero di una guerra nucleare – che al momento è più un allarmismo anziché una dinamica concreta – Berezin dà un consiglio preciso: dal punto di vista finanziario, la cosa migliore è posizionarsi in maniera strategica e «acquistare azioni quando sono in ribasso». Inoltre, bisogna essere consapevoli che la società globale sta cambiando profondamente. «Ci sposteremo verso un mondo meno globalizzato» e, pertanto, «siamo a un punto di svolta per i rendimenti obbligazionari e l’inflazione, e andremo verso contesti inflazionistici».

Una considerazione che non muta il suggerimento dell’esperto di BCA sui vantaggi di essere rialzisti sull’equity. «Ciò che sta muovendo le azioni ora è il conflitto e gli investitori sono impegnati nel capire il modo in cui questo conflitto verrà risolto». E nel medio periodo, quando l’evoluzione della guerra sarà più chiara, l’esperto ritiene che i prezzi torneranno a salire.

Un’altra analisi interessante è stata elaborata recentemente da Stéphane Monier, Chief Investment Officer di Lombard Odier Private Bank, che ha ipotizzato quattro scenari e delle strategie ad hoc di portafoglio. Ma è bene ricordare che, in ogni caso, ci si aspetta che le spese per la sicurezza informatica, l’energia green e la difesa aumenteranno.

Detto ciò, nel primo scenario le sanzioni dell’Occidente isoleranno sempre più la Russia e l’economia globale riuscirà a far fronte a questa situazione. In tale contesto, Lombard Odier si aspetta che la Fed alzi quattro volte il costo del denaro nel 2022 per un totale di 100 punti base. Una possibile mossa potrebbe essere allora aumentare le posizioni sulle materie prime, con una preferenza per i metalli industriali, accanto all’incremento della liquidità per avere maggiore flessibilità e investire approfittando della volatilità dei mercati.

Il secondo scenario è quello di un cessate il fuoco duraturo, con una probabilità media che si concretizzi. In questo contesto, l’economia globale ritornerebbe lungo la traiettoria che aveva intrapreso all’inizio del 2022. Gli investitori potrebbero dunque tornare a operare con più tranquillità.

Il terzo scenario si basa sull’ipotesi di una intensificazione della guerra in territorio ucraino, con l’Occidente che aumenterà le sanzioni sull’energia e la Russia che potrebbe valutare una restrizione sull’export di gas e petrolio. Bisognerebbe quindi distinguere i mercati tra quelli dipendenti dall’oro nero e le economie esportatrici di greggio (come il Brasile e il Messico, che beneficerebbero di tale situazione). Inoltre, le banche centrali si troverebbero di fronte a scelte obbligate e gli investitori troverebbero una protezione nelle obbligazioni Usa governative legate all’inflazione.

Il quarto scenario prevede una pesante escalation globale del conflitto, una probabilità considerata per ora bassa. Ma come ha detto il sopracitato Berezin, in caso di “Armageddon” non ci sarebbe la possibilità di assistere alle conseguenze. Per cui, attualmente, è meglio accantonare il panico da ipotesi di catastrofi mondiali e concentrarsi sugli altri scenari, senza investire o disinvestire in preda agli eccessi emotivi. Bensì, serve orientarsi secondo una “visione ragionata” di medio-lungo termine.