La formula di Nietzsche

«Formula della mia felicità: un sì, un no, una linea retta, una meta…»

Citazione tratta da Crepuscolo degli idoli – Ovvero: come si filosofa col martello, di Friedrich Wilhelm Nietzsche

 

«Un sì, un no, una linea retta, una meta…». Questa era per Nietzsche la formula della sua felicità. Ma anche gli investitori, per essere “felici”, devono seguire una “formula” e avere una meta da tenere a mente, soprattutto nei periodi più complicati, per evitare di fare scelte affrettate e controproducenti. E, soprattutto, devono conoscere le mete degli attori che impattano sull’economia, per orientarsi al meglio ed elaborare una strategia di portafoglio efficace.

Sotto i riflettori c’è sicuramente il futuro dell’Europa, dato il quadro geopolitico. Una delle mete prioritarie dell’Ue è, senza dubbio, effettuare un intervento di emergenza e una riforma strutturale del mercato dell’elettricità, così da affrontare il balzo dei prezzi del gas ed evitare un drammatico effetto domino sull’economia del Vecchio Continente.

Una delle opzioni sul tavolo è quella di introdurre un tetto temporaneo (price cap) al prezzo del gas importato e utilizzato nella produzione dell’energia elettrica. In seconda battuta, in maniera più strutturale, si arriverebbe poi al disaccoppiamento (decoupling) del prezzo del gas da quello dell’energia sui mercati all’ingrosso.

Nei giorni scorsi, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha detto parole chiare: «Dobbiamo fare una riforma strutturale di ampia portata del mercato dell’elettricità. Questo all’inizio del prossimo anno». Von der Leyen ha poi sottolineato, riferendosi allo sganciamento del gas dall’elettricità, che «abbiamo bisogno di uno strumento di emergenza che agisca più rapidamente. Stiamo parlando di settimane».

La strada è tracciata: «Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse».

La data da cerchiare in rosso è il 9 settembre, quando si terrà il Consiglio dei ministri dell’energia. In Italia c’è un moderato ottimismo sulla possibilità di un price cap europeo al prezzo del gas – proposta fortemente sostenuta da Mario Draghi – in particolare per una posizione di apertura da parte della Germania.

Perciò, se da un lato gli investitori temono la crisi dei prezzi, dall’altro possono constatare che l’Europa sta preparando delle contromisure. «Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo», ha ribadito poi von der Leyen. Ricordando che l’UE sta diversificando i suoi fornitori «alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%».

La numero uno della Commissione ha quindi spiegato che il modo migliore per sbarazzarsi dei combustibili fossili russi è accelerare la transizione europea verso fonti energetiche verdi. «Ogni chilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica, da biomasse dal geotermico o dall’idrogeno verde ci rende meno dipendenti dal gas russo», ha evidenziato von der Leyen.

Si pensi inoltre che il prezzo dell’energia solare ed eolica è più conveniente dei combustibili fossili inquinanti, e ciò andrebbe a beneficio anche dei consumatori che potrebbero risparmiare in bolletta. A tal proposito è utile ricordare l’iniziativa RePowerEU, attraverso cui l’UE investirà fino a 300 miliardi di euro per accelerare la svolta verde.

Passando ai dati macro, l’inflazione annuale dell’area euro dovrebbe attestarsi al 9,1% ad agosto, un nuovo record, in aumento rispetto all’8,9% di luglio. Sono i dati riportati dalla stima flash di Eurostat. Soffermandoci sulle principali componenti dell’inflazione, si prevede che l’energia avrà il tasso annuo più alto ad agosto (38,3% contro il 39,6% di luglio). Tra le altre voci si segnalano cibo, alcol e tabacco (10,6%, rispetto al 9,8% di luglio), beni industriali non energetici (5,0%, rispetto al 4,5% di luglio) e servizi (3,8%, rispetto al 3,7% di luglio).