La determinazione del samurai

«Quando si è determinati, l’impossibile non esiste: allora si possono muovere cielo e terra. Ma quando l’uomo è privo di coraggio, non può persuadersene.»

Citazione tratta da Hagakure – Il codice segreto dei samurai, di Yamamoto Tsunetomo

 

«Quando si è determinati, l’impossibile non esiste: allora si possono muovere cielo e terra». Parole scritte in un tempo lontano dal samurai Yamamoto Tsunemoto, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo, ma che sono vere ancora oggi. E se c’è una caratteristica che possiamo accostare alle banche centrali negli ultimi periodi è proprio la determinazione: come dei samurai, i banchieri hanno ingaggiato una battaglia contro l’inflazione, attirando su di sé anche numerose critiche.

Al di là del dibattito tra chi è più falco e chi più colomba, tuttavia, possiamo notare alcuni segnali oggettivamente interessanti. In primis, la settimana scorsa la Banca centrale europea ha deciso di lasciare i tassi d’interesse invariati.

Parliamo della prima pausa dopo una serie di dieci aumenti consecutivi. Pertanto, il tasso sui rifinanziamenti principali è rimasto fermo al 4,50%. Una decisione dovuta all’affievolimento della determinazione dell’Eurotower? Assolutamente no. La BCE ha scelto di mantenere invariati i tassi di interesse perché «le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine». L’istituto, che comunque si attende una crescita generale dei prezzi elevata ancora a lungo, ha captato due note positive: il calo dell’inflazione di settembre e la diminuzione del dato di fondo (ovvero con l’esclusione delle voci più volatili come alimentari ed energia).

Il trend è stato confermato anche dall’ultima stima flash dell’Eurostat.  A ottobre, nell’Eurozona, la variazione annua si è attestata al 2,9%, rispetto al 4,3% di settembre e al 5,2% di agosto. Il calo stimato per ottobre, dunque, ha riportato il tasso medio dell’inflazione nei Paesi della zona euro al livello più basso registrato dal luglio 2021. E anche se i dati definitivi dell’Eurostat saranno resi noti il 17 novembre, l’indicazione è incoraggiante.

Cambierà l’atteggiamento della Banca centrale europea a valle dei nuovi risultati? È ancora presto per dirlo, tuttavia ci sono degli spunti su cui poter riflettere. Per esempio, nei giorni scorsi, Gediminas Simkus, governatore della Banca centrale lituana e membro del consiglio direttivo BCE, ha detto che, a suo avviso, «se non ci sono nuovi dati sconcertanti, gli attuali livelli restrittivi sono sufficienti». Tuttavia, come riportato da Bloomberg, ha aggiunto che «qualsiasi discorso sui tagli è prematuro». Gediminas ha quindi sottolineato che «abbiamo bisogno di pazienza strategica» e che si devono «mantenere i tassi a livelli restrittivi» ancora per i prossimi mesi, valutando eventuali cambi solo a fronte di nuove analisi sul trend dell’inflazione.

Una sintesi equilibrata della situazione attuale (e delle prospettive) è stata fatta, nel corso della settimana, dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla Giornata del Risparmio. In particolare, parlando della politica monetaria dell’Eurotower, ha detto: «L’orientamento del Consiglio a mantenere i tassi di riferimento sugli attuali livelli per un periodo sufficientemente lungo» è «una decisione saggia». Si tratta di una scelta che fornisce «il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo e quello di non fare abbastanza, riducendo allo stesso tempo le possibili ripercussioni sulla già debole attività economica e i rischi per la stabilità finanziaria».

Il banchiere italiano ha però rimarcato il fatto che, in ogni caso, occorrerà certamente prudenza nei prossimi mesi, «dopo un aumento così marcato e veloce dei tassi ufficiali». La risposta della BCE nell’ultimo anno è stata «in linea con il graduale evolversi della situazione», ha detto Visco, respingendo le critiche di un’azione tardiva da parte dell’Eurotower. Dunque, Francoforte ha «correttamente mirato a contrastare il propagarsi dell’inflazione» con «successivi adeguamenti di prezzi, salari e aspettative inflazionistiche».

«Sotto questo profilo la politica monetaria sta di certo dando i suoi frutti», ha sottolineato il governatore. Specificando che, se da una parte occorre garantire il rientro dell’inflazione «nei tempi stabiliti», dall’altra serve «evitare che eccessi di restrizione monetaria e del credito abbiano inappropriati effetti recessivi».

Dunque, le prossime mosse della Banca centrale europea rimarranno sotto i riflettori degli investitori. Nel frattempo, possiamo però dire che la determinazione dell’Eurotower, anche se non è servita a “muovere cielo e terra”, sembra essere tuttavia incanalata verso una lotta all’inflazione che sta dando i primi risultati.