Interventismo e reazioni a catena nel mondo bancario

«L’intervento pubblico può evitare l’effetto a catena che si scatena quando una banca fallisce, provocando la bancarotta di altre banche e il collasso dell’intero sistema finanziario.»

Citazione tratta da La grande frattura, di Joseph Stiglitz

 

Stiglitz, ne La grande Frattura, scrive che «l’intervento pubblico può evitare l’effetto a catena che si scatena quando una banca fallisce, provocando la bancarotta di altre banche». Una frase che ci porta subito a fare un collegamento con la Silicon Valley Bank (SVB), anche se ci sono diversi punti da contestualizzare.

Innanzitutto, bisogna inquadrare l’entità dell’evento: il fallimento dell’istituto californiano non è certo paragonabile a quando accaduto nel 2008 con Lehman Brothers e non siamo alle prese con il collasso del sistema finanziario. Tuttavia, il default della Silicon Valley Bank è una questione da non sottovalutare. Basti pensare che i suoi depositi sono cresciuti da 60 miliardi di dollari nel 2020 a quasi 200 miliardi di dollari due anni dopo.

Le autorità statunitensi hanno deciso di intervenire, creando due fazioni opposte: chi sostiene che sia una scelta eccessiva con effetti collaterali, e chi ritiene che sia una scelta necessaria per evitare un potenziale effetto a catena, che comunque non sarebbe paragonabile al 2008.

Ma, come prima cosa, bisogna capire in che modo è avvenuto l’intervento. L’amministrazione di Joe Biden ha deciso di lasciar fallire la banca californiana e di non ricorrere all’utilizzo di fondi pubblici. Tuttavia, il governo ha approvato un’eccezione alle regole per garantire il rimborso integrale dei conti correnti; in particolare, è stato permesso al fondo assicurativo che gestisce queste pratiche di rimborsare tutti gli importi dei conti correnti della Silicon Valley Bank (anche quelli superiori al limite che solitamente è previsto a 250 mila dollari).

I fondi saranno garantiti dai soldi che le banche pagano al Deposit Insurance Fund, un fondo con risorse private gestito dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIG) proprio per tutelare i conti correnti degli istituti che vanno in default.

L’eccezione è motivata dal fatto che i proprietari dei conti correnti della SVB erano principalmente aziende, con depositi superiori ai 250 mila dollari, le quali devono continuare a poter pagare i propri dipendenti e i propri fornitori. Insomma, l’intervento è servito per evitare un effetto a catena che si sarebbe potuto creare con i problemi delle imprese clienti dell’istituto, per poi impattare sull’ecosistema che gira loro intorno.

Secondo alcuni osservatori, è stato creato un precedente importante che potrebbe influenzare l’avversione al rischio delle banche. Dall’altro lato, come sottolineato da diversi analisti, l’intervento è stato necessario e le modalità utilizzate sono state studiate con cautela: vengono salvati i correntisti e non la banca (il suo salvataggio, in questo caso, sarebbe stato eccessivo).

Il rimborso dei conti sopra la soglia dei 250 mila dollari è comunque un fatto notevole e Biden è stato criticato dall’opposizione Repubblicana. Il presidente ha quindi ribadito a più riprese che «le perdite non saranno a carico dei contribuenti».

Biden, inoltre, continua a sottolineare che «i cittadini americani devono stare tranquilli sul fatto che le somme sui loro conti correnti sono a disposizione per quando ne hanno bisogno». Un tema importante perché serve a rassicurare le persone, evitando che si possa generare un effetto panico e la conseguente “corsa agli sportelli”. La Fed ha inoltre lanciato un programma per agevolare la liquidità delle banche, per evitare anche in questo caso il sempre temuto effetto a catena.

Una potenziale ricaduta positiva negli Stati Uniti è la possibilità che il crollo della SVB «porti il governo americano ad attuare una stretta regolatoria necessaria». Lo ha dichiarato l’economista Azzurra Rinaldi in un’intervista a StartupItalia.

Passando all’Europa, l’esperta ha ricordato che una situazione simile al caso SVB sarebbe più difficile nel Vecchio Continente. Infatti, nell’UE «il rispetto e l’applicazione degli standard di Basilea è un aspetto rilevante, perché favorisce la stabilità finanziaria e, quando necessario, garantisce la tempestività degli interventi di politica monetaria».

I titoli bancari, sia in America che in Europa, rimangono osservati speciali. I ribassi scatenati dal fallimento della banca californiana (e le conseguenti criticità di una parte del mondo finanziario) destano preoccupazione. Tuttavia, alcuni osservatori prevedono una “normalizzazione” della situazione nel breve-medio termine. Altrimenti, non sono da escludere ulteriori interventi di governi e autorità.