Il potere dei senza potere

La legge è sempre – anche nel caso più ideale – solo uno dei modi imperfetti e più o meno esteriori per tutelare ciò che è meglio nella vita rispetto a ciò che è peggio.»

Citazione tratta da Il potere dei senza potere, di Václav Havel

 

Che cos’è la legge? Per Václav Havel è «uno dei modi imperfetti e più o meno esteriori per tutelare ciò che è meglio nella vita rispetto a ciò che è peggio». Sicuramente, lui che fu perseguitato sotto il regime cecoslovacco, avrebbe molte critiche da muovere alle attuali leggi della Cina. Tuttavia, volenti o nolenti, il Paese asiatico è una superpotenza economica e bisogna farci i conti. È perciò necessario tenersi informati sulle leggi cinesi e sul loro impatto finanziario. Tra le novità più recenti c’è la tempesta normativa che si sta abbattendo su uno dei settori più importanti, quello immobiliare.

La Banca popolare cinese (Pboc) ha infatti annunciato nelle scorse settimane che aumenterà la supervisione nei confronti di società di capitali e piattaforme e implementerà gradualmente un nuovo sistema per gestire i finanziamenti relativi a questo comparto. Una mossa che tutelerà il meglio? Nelle intenzioni di Pechino, l’obiettivo è trovare una soluzione alla crisi del debito che sta investendo il mattone nazionale.

Attenzione anche alle decisioni della China Securities Regulatory Commission (Csrc), la Consob cinese. Secondo il Wall Street Journal, il regolatore ha preparato una bozza di norme, soggetta a ulteriori valutazioni nelle prossime settimane, per stabilire nuove regole per le IPO all’estero di aziende cinesi. Il progetto fa seguito alle criticità delle quotazioni negli Stati Uniti emerse nel corso del 2021. Emblematico è il caso Didi: la più grande azienda al mondo di servizi di trasporto passeggeri (taxi e veicoli via app), sotto la pressione di Pechino, sta pianificando di procedere con una quotazione a Hong Kong per poi intraprendere un delisting da New York (dove era sbarcata solo pochi mesi fa). Il governo cinese sta cercando di tutelare il meglio? Per molti osservatori è un atteggiamento da ricondurre in realtà alla sfida per la supremazia tra le due superpotenze. In sostanza, Pechino non vuole che i dati sensibili raccolti da Didi escano dalla Cina. 

Quando a giugno la società aveva portato avanti un’offerta pubblica iniziale di 4,4 miliardi di dollari negli Stati Uniti, contraddicendo le richieste di sospensione per consentire ai funzionari cinesi di esaminare le pratiche, la ritorsione fu rapida. La potente Cyberspace Administration of China (CAC) ordinò agli store digitali di rimuovere 25 delle app di Didi e impose al gruppo di interrompere la registrazione di nuovi utenti, citando la sicurezza nazionale e l’interesse pubblico.

Il piano della Csrc, dunque, mira a prevenire vicende simili. La Consob cinese ha affermato che le imprese nazionali che vogliono quotarsi all’estero dovrebbero seguire precise regole e presentare prima domanda di registrazione in Cina. La posizione ufficiale delle autorità è che il nuovo regolamento non avrà lo scopo di inasprire le regole per i listing all’estero, ma di impedire la divulgazione dei segreti di Stato e favorire il rispetto delle normative sugli investimenti esteri e sulla cybersicurezza. Tuttavia i dubbi rimangono molti e nei prossimi mesi si vedranno i risultati.

Passando alla banca centrale degli States ci sono delle novità che, nelle intenzioni dell’istituto, serviranno per tutelare il meglio dell’economia. Nella riunione di questo mese, il presidente Jerome Powell ha spiegato la nuova strategia e, nonostante abbia virato verso un atteggiamento da falco, i mercati stanno reagendo in maniera disciplinata. Le proiezioni della Fed in merito alle future variazioni dei tassi risultano oggi allineate a quegli operatori, consapevoli di un inasprimento delle misure, con previsione di tre rialzi nel 2022 (fino a tre mesi fa era uno solo).

E non ha creato caos la decisione di pianificare la fine del Quantitative Easing e della linea espansiva. Da gennaio, gli acquisti di titoli di Stato saranno ridotti di 20 miliardi di dollari al mese, e quelli delle mortgage-backed securities di altri 10 miliardi di dollari. La riduzione continuerà con questo ritmo, che è doppio di quello deciso a inizio novembre, fino a raggiungere quota zero a marzo. A fronte dei dati di inflazione persistente, le decisioni della Fed sono viste come una conferma della credibilità dell’istituto e della sua capacità di adempiere al mandato di stabilità dei prezzi.