Il peso dell’acqua

“L’acqua non è mia nemica, semplicemente non tifa per me. Tra di noi c’è passione. Non amore. Se ci infuochiamo siamo capaci di realizzare cose meravigliose, però non andiamo sempre d’accordo”….

“Ho gli incubi. Ce li ho da quando so di aver vinto tutto. Arrivano all’improvviso. Mi sveglio di soprassalto convinto di non aver ancora conquistato l’oro alle Olimpiadi di Rio. Peggio. Di non potercela fare e di deludere tutti coloro che per troppi mesi l’avevano dato per scontato. Mi succede perché vincere quella medaglia era diventata per gli altri una semplice formalità e per me una questione di vita o di morte. Era come se ne avessi bisogno non per stringere forte nelle mani il trofeo sognato da sempre, ma per non sentire un giorno gli altri dire: “Bravo ….! Hai vinto tutto, tranne l’oro ai Giochi?”.» Una medaglia olimpica è la stella cometa che ogni sportivo insegue per una vita e che diventa per gli altri una pratica già scritta su cui apporre una firma” da “Il peso dell’acqua” di Gregorio Paltrinieri.

 

Il libro non lo riporta, ma Paltrinieri è andato ancora oltre Rio, e, settimana scorsa, ha vinto una nuova medaglia d’oro ai mondiali di nuoto di Budapest.

Il peso dell’acqua è necessario per tenerci a galla. Il primo a intuirlo è stato  Archimede: ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato. Più acqua sposti Gregorio, più continuerai a vincere.

 

Il peso dell’acqua è quello che oggi sentono sulle spalle i maggiori banchieri centrali. Tutto è cominciato 10 anni fa. Il 9 agosto del 2007, il presidente di allora della Bce, Jean Claude Trichet, contrariamente alla  sua reputazione di uomo cauto e conservatore, delibera un’iniezione straordinaria di liquidità per 94,8 miliardi di euro a favore di 49 istituti di credito dell’eurozona. Allora sembrava una cifra enorme, oggi sono gocce nell’Oceano. Nell’agosto 2007 in Inghilterra c’è la corsa agli sportelli di Nothern Rock, poi, a settembre dell’anno dopo, il fallimento di Lehman Brothers e la crisi del debito greco, seguirono le ricapitalizzazioni della banche tedesche, irlandesi, spagnole, Cipro. Da quei 94,8 miliardi, oggi, sommando tutti gli interventi delle banche centrali: Fed, Bce, Banca del Giappone, Banca Popolare della Cina, Bank of England, Banca Nazionale Svizzera siamo ad oltre 15 trilioni di euro.

Queste enorme liquidità, come spiega Archimede, è servita a tenerci a galla. Ha salvato milioni di persone dalla recessione.

Gregorio, bracciata dopo bracciata, sposta l’acqua e lo fa a una velocità che nessuno sui 1500, riesce ad eguagliare. Bracciata dopo bracciata, in questi dieci anni le economie occidentali ed asiatiche sono riuscite ad andare avanti; ora stanno quasi correndo, quasi volessero vincere un oro. Ed è proprio questo che i mercati temono, infischiarsi dei limiti passati e continuare a battere  record assoluti. Non solo per gli indici di Borsa ma anche per le obbligazioni.

Un altro banchiere centrale di rilievo, Alan Greenspan questa settimana ha avvertito: “non c’è una bolla sulle azioni, ma c’è sui bond ed il mercato non la sta scontando”. Le bolle, sempre per il solito principio di Archimede,  prima poi vengono a galla. E secondo Greenspan quando poi scoppiano lo fanno di colpo.

Per il banchiere centrale il detonatore sarà la decisione delle banche centrali di drenare la liquidità immessa sul mercato. E’ questa la fase più difficile: il peso dell’acqua sulle spalle di tutti i banchieri centrali e sulle nostre economie.

Si aggiunge un prezzo del greggio che prova a rialzare la testa portandosi ai massimi da due mesi. Il riscaldarsi delle quotazioni dell’oro nero ha portato a un balzo delle aspettative di inflazione nella zona euro  tornate sopra l’1,6%, ai massimi da maggio. I Paesi Opec sembrano più uniti, le scorte Usa sono sopra le attese e l’Arabia Saudita ha manovrato abilmente non tanto la produzione quanto lo stock di esportazioni verso gli Usa. Più sale il petrolio più aumentano le aspettative inflattive, si rafforza il rublo, ma aumentano anche le trivellazioni di shale gas. E’ un equilibrio che ha mantenuto il greggio tra i 45 e i 55 dollari al barile e per ora sembra funzionare. Certo acqua ed oil non si sono mai amati, dove c’è uno non c’è l’altro, impossibile mischiarli.

“L’acqua non è nemica semplicemente non tifa per noi”, ci tiene a galla, ma ha un suo peso specifico. Per non rimanere in balia delle onde, le economie si devono dimostrare forti e una volta raggiunta la riva dovranno rimettersi in piedi e camminare con le proprie gambe. Quante economie e quante società saranno in grado di farlo? E’ questa la domanda che un gestore deve iniziare a porsi per preparare un portafoglio al riparo dal tapering quello reale.

Una ripresa del prezzo del greggio, un rialzo dell’inflazione e dei tassi, porterà a un aumento degli oneri finanziari. Quali Paesi mostrano un debito sostenibile a fronte dei suoi tassi di crescita del Pil?  Quali società si trovano oggi con debiti troppo elevati che, in caso di un rallentamento del ciclo, ne risentiranno? Per noi gestori performare in una fase di tapering significherà dimostrare di essere in grado di battere il peso dell’acqua.