Il peso della farfalla

”Riposandosi all’ombra di un albero sfiancato da una dura giornata di lavoro  un contadino si accorse del bozzolo di una farfalla. Il bozzolo era completamente chiuso ad eccezione di un piccolo buchino sulla parte anteriore. Incuriosito, il contadino osservò attraverso il buchino, riuscendo ad intravedere la piccola farfalla che si dimenava con tutte le sue energie. Il contadino osservò a lungo gli sforzi eroici dell’elegante bestiolina, ma per quanto la farfalla si sforzasse per uscire dal bozzolo, i progressi apparivano minimi. Così, il contadino, impietosito dall’impegno della piccola farfalla, si servì del suo coltellino da lavoro e delicatamente allargò il buco del bozzolo, finché la farfalla poté uscirne senza alcuno sforzo.

A questo punto accadde qualcosa di inatteso. La piccola farfalla, aiutata ad uscire dal bozzolo, non aveva sviluppato muscoli abbastanza forti per potersi librare in aria. Nonostante i ripetuti tentativi, la fragile farfalla rimase a terra e riuscì a trascinarsi solo a pochi centimetri dal bozzolo, incapace di fare ciò per cui la natura l’aveva fatta nascere” dal Blog di Paulo Coelho.

 

Nel bozzolo la farfalla trasforma radicalmente la sua struttura, la metamorfosi è profonda, dolorosa ma, ancora non basta, deve passare lunghe ore a sbattere le ali per rinforzare corporatura e muscoli. A seconda della specie il tempo di incubazione è lungo, alcune vivono nel bozzolo anche 30 anni. Una volta acquisita la forza necessaria, la farfalla è pronta. Prima, per rompere il bozzolo, poi a librarsi in aria. E’ giunto il momento: volerà. Come la natura anche l’economia ha le sue leggi e il timing è tutto. Si tratta di sopravvivenza, mutamenti, la capacità di adattarsi e relazionarsi continuamente con altri attori del sistema.  Sopravvivenza all’interno di un sistema unico che cambia continuamente. In un ciclo dove una variabile ha inflessi più o meno diretti con altre variabili. Un sistema che determina i vincenti e i perdenti con la vita e la morte. Per l’economia Usa è arrivato il momento di uscire dal bozzolo. Le ali sono forti, può spiccare il volo da sola, senza l’aiuto dei tassi bassi. L’incubazione è stata lunga. Ora è arrivato il momento della verità. Poter spiccare il volo senza una politica monetaria accomodante.

La domanda degli investitori questa settimana non è stata se la Federal Reserve avrebbe alzato i tassi, ma per quante volte lo farà quest’anno, a che distanza, con che ritmo. I dati macro sono forti, la fiducia dei consumatori anche. L’inflazione è sostenuta ma non fuori controllo.

La metamorfosi del bruco non è solo nell’aspetto esteriore. Una volta farfalla, non si nutre più di foglie ma succhia il polline, processo indispensabile per la riproduzione delle piante. L’economia Usa non succhierà più da mamma Fed ma sarà aiutata da una politica fiscale ultra espansiva promessa da Donald Trump.

Gli effetti saranno reali, un programma di infrastrutture da mille miliardi di dollari. Con l’inflazione in crescita la liquidità si sposta alla ricerca di rendimenti reali positivi per andare ad irrigare l’economia reale.

La natura ha i suoi tempi e rispettarli è un obbligo. Il rialzo della Fed rischia di mettere Mario Draghi, numero uno della Bce, in serio imbarazzo. L’inflazione a febbraio in Germania è stata confermata: +2,2%. Superata la soglia, prevista dal trattato della Bce, di “un’inflazione sotto il 2%”.

I mercati hanno anticipato la Bce e i tassi dei governativi a lunga scadenza sono tornati a crescere, a differenza di quelli a breve con una curva dei rendimenti sempre più ripida. In settimana è circolato il rumor che la Bce potesse addirittura alzare i tassi e mantenere il QE rincorrendo la Fed.

In economia come in natura il tempismo è fondamentale. L’economia di alcune zone dell’area euro non è ancora abbastanza forte. Rompere il bozzolo ora, rischia di far cadere la farfalla, non di farle spiccare il volo. Per alcuni Paesi è semplicemente troppo presto.

La Fed alza i tassi, la Bce è ferma nonostante la ripresa dei prezzi. Ora tutti sparano su Draghi. Ma il governatore della Bce potrebbe presto avere la sua rivincita. Da tempo avvertiamo che un rialzo del greggio avrebbe fatto ripartire i pozzi di shale gas Usa. E’ già successo. Risultato? Gran parte del taglio Opec è stato neutralizzato dalla nuova produzione di shale gas Usa e il greggio, di qualità Wti, si è riportato sotto ai 50 dollari. Nelle scorse settimane Draghi aveva avvertito, si tratta di inflazione importata dal rincaro del petrolio. Ora l’oil è in calo, l’inflazione e così i tassi potrebbero calmarsi.

Chiamatele leggi della natura oppure buon senso. Il rialzo dei tassi arriverà in area euro ma non per forza di colpo. I petroliferi sono attesi deboli. Volatilità sui titoli ad alto debito. Mentre il mercato dei bond inizia riprendere il ruolo che aveva un tempo con rendimenti interessanti. Sul fronte valute euro e dollaro sono a un livello interessate da testare ancora per un po’ di tempo. Sterlina sotto pressione, così come l’unità della Gran Bretagna.

La natura farà il suo corso: il bruco europeo diventerà una farfalla. Dategli solo tempo per passare indenne la metamorfosi elezioni.