Il moderno saggio stoico

«Vedo il moderno saggio stoico come una persona che trasforma la paura in prudenza, il dolore in informazione, gli errori in nuovi inizi e il desiderio in iniziativa.»

Citazione tratta da Antifragile, di Nassim Nicholas Taleb

 

C’è da sperare che la guida delle istituzioni governative e finanziarie sia detenuta da moderni saggi stoici, così come li descrive Nassim Nicholas Taleb. Ovvero persone che sanno trasformare «la paura in prudenza, il dolore in informazione, gli errori in nuovi inizi e il desiderio in iniziativa».

Così, la “paura” dei banchieri centrali per l’eccesso d’inflazione e il desiderio di combatterlo devono trasformarsi in un’iniziativa di politica monetaria decisa, ma anche prudente (per impedire che tassi troppo elevati abbiano un effetto nefasto sull’economia). Oggi più che mai siamo al punto in cui questo equilibrio tra spirito d’iniziativa, decisione e prudenza è di cruciale importanza. Infatti, i tassi sono stati alzati dalle banche centrali, ma ora si discute se siano su livelli sufficientemente elevati e su quanto tempo vada mantenuta questa politica restrittiva.

La numero uno della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha recentemente tenuto un discorso su tale tema durante l’audizione alla commissione affari economici del parlamento UE. «Ci aspettiamo – ha spiegato – che l’indebolimento delle pressioni inflazionistiche continui, anche se l’inflazione complessiva potrebbe nuovamente aumentare leggermente nei prossimi mesi, principalmente a causa di alcuni effetti base. Tuttavia, le prospettive a medio termine per l’inflazione rimangono circondate da notevole incertezza».

Successivamente, Lagarde ha notato che l’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari sta continuando a moderarsi. Nel dettaglio, è calata al 4,2% in ottobre a causa del rallentamento dell’inflazione sia dei beni che dei servizi. E anche la maggior parte delle altre misure dell’inflazione di fondo sono diminuite. Tuttavia, l’indicatore dell’inflazione della BCE che esclude le voci con un elevato contenuto di importazioni «non è sceso di molto, riflettendo il fatto che l’inflazione è ora guidata più da fonti interne che da fonti esterne».

La numero uno dell’Eurotower ha inoltre precisato che «le pressioni salariali rimangono forti. La nostra attuale valutazione è che ciò riflette principalmente effetti di recupero legati all’inflazione passata piuttosto che una dinamica che si autoavvera. E ci aspettiamo che i salari continuino a essere un fattore chiave che guida l’inflazione interna». Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: l’impatto «dei profitti, che hanno contribuito in gran parte alle forti pressioni interne sui prezzi osservate di recente, si sta ora indebolendo». Fortunatamente, tra le autorità europee, relativamente alle previsioni autunnali, non c’è la paura di una rincorsa salari-prezzi.

Lagarde ha poi ribadito l’obiettivo di «garantire il tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%». E ha confermato che l’Eurotower stima che il mantenimento dei tassi di interesse ai livelli attuali per un periodo «sufficientemente lungo» fornirà un contributo sostanziale al ritorno alla stabilità dei prezzi.

Dunque, con quale logica saranno prese le decisioni future? Lagarde ha dato una risposta equilibrata e pragmatica, quasi da saggia stoica: «Il livello appropriato e la durata della restrizione continueranno a essere determinati in modo dipendente dai dati, valutando le prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione di fondo e la forza della trasmissione della politica monetaria». Il prossimo appuntamento fondamentale sarà a metà dicembre, quando il Consiglio direttivo rivaluterà la sua posizione di politica monetaria sulla base di questo approccio.

Passando agli States, è utile soffermarsi sulle recenti dichiarazioni di Christopher Waller, membro del consiglio dei governatori della Federal Reserve: «Pur essendo incoraggiato dai primi segnali di moderazione dell’attività economica nel quarto trimestre sulla base dei dati in mano, l’inflazione è ancora troppo elevata ed è troppo presto per dire se il rallentamento a cui stiamo assistendo sarà duraturo». Tuttavia, ha poi aggiunto di essere «sempre più fiducioso che la politica sia attualmente ben posizionata» per «riportare l’inflazione al 2%».

Insomma, è presto per capire se già nel 2024 vi saranno degli allentamenti o meno. Ma la speranza è che le banche centrali agiscano come dei saggi stoici, trovando il giusto equilibrio tra lotta all’inflazione e tutela dell’economia reale.