Il magico potere del riordino

“Non bisogna prendere l’abitudine di riordinare un po’ alla volta, ma è importante mettere a posto una volta per tutte, perché solo così il vostro modo di pensare cambierà drasticamente. Con un simile impatto, volenti o nolenti, cambierete radicalmente la vostra mentalità e le vostre abitudini quotidiane.”

“L’importante è sperimentare uno stato di perfetto ordine almeno una volta. È sufficiente che si esaminino bene le proprie cose, una per una, e si decida cosa debba essere buttato e cosa conservato. Poi, si tratta di stabilire un posto fisso per ciascuna delle cose rimaste.”

“Quello che dovremmo scegliere non è che cosa buttare, ma che cosa conservare.”

“Maneggiate le vostre cose una per una: conservate quelle che vi evocano una qualche emozione e buttate via le altre.”

“E ricordate, c’è un ordine anche con cui riordinare: prima i vestiti, poi i libri, in seguito le carte, gli oggetti misti e in ultimo i ricordi.”

 Tratto da: “Il magico potere del riordino”, di Marie Kondo.

 

Proviamo a rimettere in ordine: Wall Street corre, continua ad aggiornare nuovi massimi, non solo a livello di vette, con gli indici sui top storici, ma anche per durata del ciclo economico. Tra i Paesi emergenti è caos dalla Turchia al Brasile, dall’Argentina all’ India senza dimenticarsi del Venezuela. In Europa, il caso Italia ritorna ciclicamente, con i soliti eccessi e correzioni. Il cds del Bel Paese (strumento per assicurarsi dal caso default) quota quanto quello del Sud Africa, da due giorni entrato ufficialmente in recessione. Il maggior azionista del governo 5 Stelle, la Lega sembra convertirsi al rigore di bilancio e l’allarme rientra con Piazza Affari che sovraperforma l’Europa nelle ultime due sedute e lo spread si stringe.

A livello globale la guerra commerciale torna a scaldarsi. L’accordo tra Usa e Messico non ha portato a un accordo con il Canada e le tensioni tra Usa e Cina, non si spengono, anzi, la minaccia di dazi su 200 miliardi di export cinese è sempre più reale.

In Giappone l’«arte del riordino» è una vera e propria forma di cultura. Il libro di Marie Kondo è diventato un bestseller mondiale. Il segreto è che il riordino porterebbe benefici concreti su tutto il resto, felicità e performance tanto che i corsi dell’autrice sono seguiti da manager e capitani d’industria.

A guardare i mercati con le lenti di Marie Kondo che punta a ridurre, semplificare e fare chiarezza, il caos che da inizio anno si è abbattuto, è stato soprattutto fumo negli occhi.

Le situazioni di fondo sono sempre lì. Gli Stati Uniti sono un Paese che ha una struttura flessibile, in grado di far emergere i talenti ma capace anche di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Il Pil corre a una velocità supersonica rispetto a quella di altri Paesi più sviluppati, con una crescita del secondo trimestre al +4,2% dal +4,1% della precedente stima. L’Ism manifatturiero ai massimi ha portato la Fed di Atlantia a prevedere un Pil del terzo trimestre a livello astronomico: +4,7%. La disoccupazione è ai minimi di sempre. E anche l’eccessivo disavanzo commerciale sta per essere affrontato, con una rivisitazione degli accordi commerciali a livello mondiale ma anche grazie al piano di forti esportazioni di shale gas.  Risultato? Wall Street è sui massimi e non sembra temere il rialzo dei tassi. Il resto è disordine, va buttato, crea confusione e offusca la realtà.

L’Europa soffre di deflussi da inizio anno per 40 miliardi di dollari. A livello politico è   quasi immobile e, come sempre, spezzata in due. Con una capacità di innovazione e flessibilità che è legata più a ciò che avviene dall’altra parte dell’Oceano che non a ciò che accede al suo interno. È così che le riforme Macron-Merkel non si vedono mentre i mercati temono la fine del Qe targato Mario Draghi. Lo scudo della Bce finora ha protetto gli elevati debiti dei Paesi periferici ma è agli sgoccioli.

Tra i Paesi emergenti i problemi sono maggiori e di difficile risoluzione. Il debito pubblico espresso in valuta estera è un macigno in grado di spegnere ogni buon risultato ottenuto sul fronte economico. I Paesi più vulnerabili sono: Turchia (53,5% del debito estero sul Pil), Argentina (36,8%, Colombia (40,3%) e SudAfrica (49,6%) seguiti da Messico, Indonesia e Brasile.

L’Asia rimane un altro mondo. In India la rupia segna i minimi storici. La Cina è sempre di difficile lettura ma la dipendenza dall’estero sta crollando, il peso della domanda interna cresce, segno di una maturazione economica che diminuisce i rischi di rallentamento ancora presenti dopo la forte crescita degli ultimi anni.

Il potere magico del riordino semplifica il reale per restituirlo ripulito dalle velleità.  Ora proviamo a riordinare i portafogli. I debiti dei Paesi emergenti e di quelli periferici dell’area euro creano non poca confusione, soprattutto in tema di rialzo dei tassi. Il tema valuta rimane fondamentale: differenziali così elevati della crescita economica in diverse aree del mondo si tradurranno in variazioni durature dei tassi di cambio.

Sull’equity, l’eccessiva focalizzazione in poche aree geografiche rischia di aumentare eccessivamente il rischio. Meglio aziende globali, in grado di dribblare effetto cambio e crisi politiche. È preferibile puntare sulla qualità che sulla quantità degli investimenti. Il magico potere del riordino si avvertirà anche sulle performance.