Il “gran ritorno” della geopolitica

«Quando si parla di geopolitica nelle riflessioni contemporanee sullo stato del mondo non è sempre evidente l’uso che si fa di questo termine […] In primo luogo, viene utilizzato come sinonimo di politica internazionale e, in particolare, delle relazioni di potere.»

Citazione tratta da Il primo libro di geopolitica, di Klaus Dodds

 

Chi opera sui mercati deve cimentarsi nelle «riflessioni contemporanee sullo stato del mondo», analizzando la situazione geopolitica. Informandosi quindi su ciò che è generalmente «utilizzato come sinonimo di politica internazionale e, in particolare, delle relazioni di potere».

La geopolitica, infatti, influenza l’andamento dei mercati e oggi più che mai, tra le guerre in corso, le turbolenze in UE e le elezioni statunitensi alle porte, bisogna valutare ciò che sta accadendo e i potenziali scenari futuri. Gli investitori, in particolare, si stanno confrontando con la prospettiva di un’Europa sempre più conflittuale, di un’America isolazionista e di un rallentamento del commercio mondiale.

Facendo un focus sulla campagna elettorale statunitense, non sono mancati eventi clamorosi: il candidato Donald Trump è stato sfiorato da un proiettile e Joe Biden si è dimesso a meno di quattro mesi dal giorno delle elezioni. I mercati si stanno tarando sulle novità e le preoccupazioni geopolitiche vanno considerate per strutturare una strategia di portafoglio adeguata.

«È sicuramente una delle considerazioni più importanti che abbiamo inserito nel nostro processo per tutto l’anno». È la dichiarazione riportata da Reuters di Erik Knutzen, chief investment officer multi-asset di Neuberger Berman, che gestisce un patrimonio di 481 miliardi di dollari. Il focus è sui livelli di rischio complessivi del portafoglio: «Un contesto di elevato rischio geopolitico porterebbe ad abbassare il livello di rischio», ha sottolineato il manager.

Ad oggi, vengono considerate le due principali e potenziali insidie che potrebbero essere accentuate da una vittoria del candidato repubblicano: l’inflazione e le restrizioni o le interruzioni delle vendite di semiconduttori, in particolare per Taiwan. Reuters ha riportato delle interessanti riflessioni di Prashant Kothaari, CEO di Alpha Alternatives: «Tutte le politiche di Trump saranno probabilmente inflazionistiche, che si tratti di tagli alle tasse, di immigrazione o di re-shoring, e quindi ribassiste per il dollaro… quindi è probabile che il dollaro si deprezzi nei confronti dell’oro».

Tra le dichiarazioni trumpiane che hanno impattato sui mercati, va ricordata quella relativa ai suoi dubbi circa l’impegno a favore di Taiwan e alla sua industria dei chip. Ne ha risentito la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, che ha bruciato miliardi di dollari di valore di mercato. «Il ritorno del rischio geopolitico ha di fatto spento l’entusiasmo per il commercio di hardware AI», ha dichiarato Norman Villamin, chief strategist di Union Bancaire Privée.

Tuttavia, se fino a poco fa le probabilità di vittoria di Trump sembravano in crescita, il passo indietro di Biden ha rimescolato le carte. Secondo i primi sondaggi dopo questo colpo di scena, la democratica Kamala Harris ha concrete possibilità di battere la sua controparte repubblicana. In economia, le sue ricette risentono anche dell’influenza del padre, l’economista giamaicano Donald J. Harris, conosciuto per la sua impostazione post-keynesiana.

Il New York Times ricorda che, in occasione del primo dibattito presidenziale democratico del 2019, l’allora senatrice della California aveva contestato pesantemente le politiche economiche trumpiane, contestando il taglio della tasse a favore dei ceti più abbienti, Wall Street che lasciava indietro la classe media e il protezionismo che danneggiava gli agricoltori. Da Kamala Harris, in sintesi, possiamo aspettarci sostegno alla Silicon Valley, assistenza sanitaria gratuita per i più poveri, più tasse ai ricchi e piani di edilizia popolare.

In Europa, invece, sotto i riflettori ci sono i titoli francesi, a causa dei timori che un governo diviso e con un crescente euroscetticismo faccia fatica a risanare il bilancio. Anche le frizioni del governo italiano con l’UE destano preoccupazione. «Siamo sottopesati sulle obbligazioni di Francia e Italia perché pensiamo che ci saranno temi politici nel negoziare un deficit di bilancio più basso», ha detto a Reuters David Zahn, responsabile del reddito fisso europeo di Franklin Templeton.

Insomma, dagli USA all’Europa fino all’Asia, la geopolitica è tornata protagonista e probabilmente lo rimarrà a lungo.