I sogni che muovono l’economia

«Ho avuto grandi ambizioni e sogni sconfinati, ma questi li hanno avuti anche il garzone o la sartina, perché tutti sognano: ciò che ci differenzia è l’intensità per raggiungerli o il destino che li raggiunge per noi»

Citazione tratta da Il Libro dell’inquietudine, di Fernando Pessoa

 

Come tutti, anche Joe Biden ha avuto e ha «grandi ambizioni e sogni sconfinati». Mercoledì, a seguito dell’insediamento alla Casa Bianca, ne ha realizzato uno: diventare il Presidente degli Stati Uniti d’America. Ora, però, ci sono altri sogni e ambizioni a cui guardare, ovvero superare la pandemia e rilanciare l’economia.  Difficile che, in questo caso, il destino raggiungerà questi obiettivi per lui, e quindi serviranno impegno e dedizione.

Per questo, il successore di Donald Trump ha preparato un piano da attuare il prima possibile; «Useremo i soldi dei contribuenti per ricostruire l’America», ha fatto sapere Biden. Innanzitutto, sono previsti aiuti immediati per circa 1.900 miliardi di dollari. Di questi fondi, 1.000 miliardi andranno a forme di sostegno per i cittadini, 160 miliardi per le vaccinazioni e i test, 440 miliardi per le imprese e 350 miliardi per gli Stati e i governi locali. Biden ha anche proposto un aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora, al fine di «sollevare dalla povertà 12 milioni di americani». Nel pacchetto, inoltre, sono previsti nuovi assegni alle famiglie, nonché il potenziamento dei sussidi di disoccupazione e dei crediti d’imposta.

Tuttavia, per il nuovo inquilino della Casa Bianca, si tratta di un primo passo necessario ma non sufficiente. Infatti, a tale piano dovrebbe seguire nei prossimi mesi un ulteriore e più ambizioso stimolo, con notevoli risorse da investire nella transizione energetica e nelle infrastrutture, che sarà probabilmente finanziato tramite maggiori imposte sui grandi redditi.

Biden, inoltre, “sogna” che gli aiuti iniziali siano ratificati velocemente, e per questo ha chiesto al Congresso di agire con estrema rapidità; gli interventi, se approvati, si aggiungeranno ai 900 miliardi già stanziati dal Parlamento a fine 2020. Ma non sarà una passeggiata accelerare le tempistiche, poiché tra i repubblicani stanno crescendo le resistenze a nuovi interventi di spesa pubblica per il timore di aggravare il deficit, una preoccupazione condivisa anche da alcuni esponenti democratici. Ma Biden ha una certezza: «I benefici saranno superiori ai costi».

I mercati sperano che i nuovi stimoli siano approvati senza troppi intoppi e, nel frattempo, continuano a monitorare la diffusione del Covid e il relativo impatto economico. Per questo sono ansiosi di vedere se uno degli altri “sogni” di Biden – vaccinare cento milioni di persone in cento giorni – sarà realizzato. Secondo l’immunologo Anthony Fauci, si tratta di un’ambizione assolutamente fattibile.

Passando all’Europa, sono stati pubblicati nuovi dati a livello macro. L’indice dei prezzi al consumo nell’area euro a dicembre, secondo la lettura definitiva, è cresciuto dello 0,3% a livello mensile e sceso dello 0,3% su base annua, in linea con la lettura preliminare e con il consenso. Inoltre, secondo l’Eurostat, l’indice dei prezzi core (che esclude le componenti dell’energia, degli alimenti e dei tabacchi) è aumentato dello 0,4% a livello mensile e dello 0,2% rispetto a dicembre 2019.

Guardando alla Germania, bisogna sottolineare che le aziende “sognano” un futuro in ripresa. L’indice ZEW tedesco, che calcola il sentiment delle imprese, a gennaio è migliorato più del previsto. L’ indicatore sulle aspettative economiche è infatti salito a 61,8 punti dai 55 di dicembre. Il dato, elaborato dal ZEW Institute, ha battuto le attese degli analisti che stimavano un rialzo più modesto a 60 punti.

Sempre dal punto di vista macro, sono arrivate statistiche incoraggianti dalla Cina. Tra ottobre e dicembre 2020, il Pil è cresciuto del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento maggiore di quello da luglio a settembre (+ 4,9%). Tale performance ha trainato l’incremento complessivo dello scorso anno (+2,3% sul 2019). Secondo i dati pubblicati dal National Bureau of Statistics (NBS), il prodotto interno lordo cinese ha quindi superato la soglia di 100 mila miliardi di yuan (15,42 mila miliardi di dollari Usa) fino a raggiungere i 101,5986 mila miliardi di yuan. Il risultato è da ricondurre anche al forte intervento del governo che ha lanciato diverse misure per contenere l’impatto del Covid-19, tra cui una maggiore spesa pubblica, sgravi fiscali e tagli ai tassi di prestito e ai requisiti di riserva delle banche.