Gita al faro

“A suo figlio queste parole comunicarono una gioia straordinaria, come se fosse stabilito che la spedizione avrebbe avuto luogo senz’altro, e l’incanto cui aveva agognato, per anni e anni gli pareva, fosse, dopo il buio di una notte e la traversata di un giorno, a portata di mano. Egli apparteneva a quella grande categoria di persone che non riescono a tenere le emozioni separate le une dalle altre, ma lasciano che le prospettive future, con le loro gioie e dolori, annebbino ciò che effettivamente è.

«Va proprio bene» disse Macalister, lodando James. «Tiene la barca ben ferma.» «Molto bene!»

«E’ approdato» disse ad alta voce. «E’ finita». Lui era là, con le mani stese su tutte le debolezze e le sofferenze dell’umanità; lei pensò che esaminasse con tolleranza e compassione il loro destino finale. Ora ha coronato l’evento, pensò, quando la mano gli ricadde giù lenta, come se l’avesse visto lasciar cadere da quella sua grande altezza una corona di viole e asfodeli che, volteggiando lenti, alla fine si posavano a terra.

La vita non è una serie di lampioncini disposti simmetricamente; la vita è un alone luminoso, un involucro semitrasparente che ci racchiude dall’alba della coscienza fino alla fine” tratto da “La gita al Faro” di Virginia Woolf.

La  gita di famiglia è una semplice scusa, per aprire una finestra sulla vita e la parte interiore dei personaggi. Dieci anni sono necessari ai Ramsey per salpare e godersi finalmente quella gita al  faro rimandata la prima volta per il maltempo. Dieci anni di incomprensioni, amori, non detti, irrisolti, ma finalmente la meta arriva. Qualcuno si è perso per strada. Dieci anni serviranno a Lily per concludere un quadro che racchiuda  la bellezza umana e a James per ricevere i complimenti del padre.

Dieci anni sono passati da quando, in una giornata di maltempo, il 9 agosto, Bnp Paribas formalizzava ciò che tutti in Borsa temevano: mancava la liquidità, le banche non si prestavano più soldi fra loro. La ricorrenza storica è stata ripresa. I media sono corsi a far di conto. Da quanti anni gli Usa sono tornati a crescere? Otto. Il Pil della Cina è balzato dell’85%, quello tedesco del 5,5%. Numeri su numeri, qualcuno impressionante, introspettivo, 10mila suicidi per problemi economici. Ora però la disoccupazione in Usa e Germania è sui minimi. Il timoniere Mario Draghi, è stato tempestato dalle critiche. Ora arrivano i primi apprezzamenti.

Inutile, però chiudere gli occhi alla realtà e brindare. Per 10 anni la crisi ha selezionato vincitori e vinti. I Paesi sani oggi escono più forti  di prima e sui numeri la crisi è durata poco: Usa, Germania e Cina. I Paesi periferici sono ancora lì, in bilico, aggrappati al Qe.

Con il suo libro, Virginia Woolf vuole accodarsi ad altri scrittori dell’epoca, Proust, Joyce e Svevo: il destino dei singoli uomini non segue più il destino del mondo. Ognuno ha una sua strada, interiore, piccole narrazioni; l’introspezione per capirsi, correggersi, cambiare. In una gita al faro, niente di eclatante, ma si gioca  la vita dei personaggi. Gocce d’acqua nell’Oceano ma quell’acqua,  per ognuno di loro, è tutto, il loro Oceano formato da miliardi di gocce d’acqua.  L’economia dei singoli Paesi, anche se più globali, hanno mostrato in profondità le loro differenze, debolezze e punti di forza. Effetti immediati su spread tra governativi e   valute.  Stesse differenze  emerse, in dieci anni, tra le singole società quotate. Forti e deboli. Selezione naturale.  Piazza Affari è la migliore Borsa del Vecchio Continente negli ultimi 12 mesi: + 30% il doppio di Francoforte e Parigi. Eppure il Ftse Mib quota la metà di 10 anni fa, Il Dax è sui massimi di sempre. Wall Street anche… La disoccupazione in Germania è al 5,7% era al 9% dieci anni fa, negli Usa al 4,3%, lo stesso livello di allora, in Italia è all’11,3% il doppio di dieci anni fa. Quella giovanile al 35% contro il 10% della Germania. Forti e deboli.

Dopo 10 anni, la famiglia Ramsey si riconcilia, si salpa e si approda nella gita al faro. Presente e passato si intrecciano,  il tempo sembra non sia mai passato, eppure in mezzo c’è stata una guerra,  ogni personaggio ha seguito il suo destino, superato i propri ostacoli, è cambiato. Qualcuno se n’è andato. In Borsa non ci sono mai gite al faro. Gli investitori possono essere soddisfatti solo se  hanno guardato dentro i loro portafogli, diversificato ma anche selezionato forti e deboli. Sui mercati la guerra prosegue.

Sulle valute con la sterlina ai minimi, l’euro forte, fortissimo sul dollaro. Un movimento che ha ricalcato il crollo di consenso per Donald Trump, o meglio la delusione sulle promesse annunciate in campagna elettorale: tagli fiscali, nuovi accordi commerciali, smantellamento dell’Obama Care, miliardi di investimenti in infrastrutture… Eppure le Borse Usa sono sui massimi, l’economia ha un po’ rallentato, ma i mercati sanno che, anche in caso di crisi, gli Usa sanno reagire, perchè hanno un sistema economico molto flessibile, in grado di guardarsi dentro, cambiare in fretta.

Non importa il destino del mondo o il Pil globale. E’ importante il destino del nostro portafoglio. Per raggiungere la meta bisogna guardarsi dentro, selezionare forti e deboli, il criterio esiste. Le società rimaste a galla sono quelle più flessibili, in grado adattarsi, è successo negli ultimi dieci anni, succederà ancora. Il premio sarà più di una gita al faro.