Future Mirror – Un nuovo record grazie all’energia delle stelle

È stato raggiunto nuovo record nel campo dell’energia pulita del futuro. Parliamo del recente annuncio del consorzio europeo EUROfusion riguardante la produzione di 69 megajoule in 5 secondi nel Joint European Torus (JET) di Oxford, il più grande impianto al mondo dedicato alla fusione nucleare, lo stesso processo che avviene nelle stelle. Un risultato, ottenuto utilizzando come combustibile una miscela di deuterio e trizio, che ha battuto il precedente massimo del 2022, pari a 59 megajoules.

Alcuni potrebbero pensare che, in fondo, parliamo ancora di un quantitativo di energia contenuto. Però, a livello di ricerca e sviluppo, si tratta di una pietra miliare nel campo della produzione da fusione nucleare, che ad oggi non è ancora attuabile su larga scala. Ma quando lo sarà, proprio grazie agli esperimenti come quelli realizzati da EUROfusion, il mondo avrà a disposizione una fonte di energia sicura, pulita, costante e potenzialmente inesauribile.

Infatti, ad oggi le centrali nucleari si basano sulla fissione, un procedimento nettamente diverso dalla fusione. Quest’ultimo, per esempio, non si basa sull’utilizzo di nuclei radioattivi e pertanto non produce scorie nocive a lunga durata. Inoltre, con la fusione nucleare non c’è alcuna reazione a catena, arginando così il rischio di potenziali incidenti pericolosi ed esplosioni che permane nelle centrali a fissione (sebbene oggi anche il loro livello di sicurezza sia particolarmente elevato).

Va poi segnalato un potenziale ulteriore vantaggio rispetto ad altre fonti di energia pulita: il bassissimo consumo di suolo. Per esempio, una centrale nucleare a fusione, quando la tecnologia avrà raggiunto la giusta maturità, consentirà di risparmiare molti ettari di terreno (in base al livello di efficienza) rispetto all’installazione di pannelli solari o pale eoliche, a parità di energia prodotta. Senza considerare che non è dipendente dall’alternarsi del giorno e della notte né dalla presenza di vento o meno. Ma la strada per l’utilizzo della fusione nucleare per la produzione di energia su larga scala è ancora lunga. Generalmente, si indica il 2050 come anno di riferimento per la svolta, anche se i più pessimisti parlano di svariati decenni.

Quello che è certo è che puntare oggi sulla ricerca è imprescindibile. Un comunicato del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano (CNR), che partecipa al consorzio EUROfusion, ha spiegato che il «nuovo record di energia prodotta» è avvenuto durante «l’ultima e conclusiva campagna sperimentale, dimostrando la capacità di generare in modo affidabile energia da fusione». Infatti, il JET sta per andare in pensione, ma le sue ricerche sono di importanza fondamentale per lo sviluppo di ITER, il nuovo reattore internazionale in costruzione in Francia.

Quest’ultimo supporterà l’attività sperimentale necessaria per arrivare alla produzione di energia da fusione nucleare su scala industriale, e i dati dell’ultima campagna di test a Oxford contribuiranno a validare diverse soluzioni ingegneristiche per tale progetto.

 «Ora siamo in grado di produrre plasma di fusione usando la stessa miscela che sarà usata negli impianti del futuro», ha sottolineato Fernanda Rimini, senior explotation manager di JET. L’entusiasmo è palpabile anche ascoltando Ambrogio Fasoli, Ceo di EUROfusion: «La nostra dimostrazione, validata da un nuovo record di produzione energetica, ci instilla una grande fiducia nella possibilità di sviluppare energia di fusione. Oltre all’aver stabilito un nuovo primato, pensiamo di essere riusciti a raggiungere obiettivi mai raggiunti finora».

Il record è stato comunque realizzato “in perdita”: l’energia prodotta è minore di quella utilizzata per innescare il processo. La prima produzione positiva è stata ottenuta nel 2022 all’interno di un progetto di fusione nucleare negli Stati Uniti. Tuttavia, come anticipato, l’esperimento del JET ha fornito delle scoperte utili per i prossimi sviluppi.

Pietro Barabaschi, direttore generale di ITER, ha detto che «durante tutto il suo ciclo di vita, JET è stato incredibilmente utile come precursore: nel test dei nuovi materiali, nello sviluppo di componenti innovative, nella produzione di dati scientifici dalla fusione di trizio e deuterio. I risultati appena ottenuti avranno un effetto diretto su ITER, consentendoci di muoverci più in fretta verso i nostri obiettivi».