Future Mirror – Lavoro e benessere mentale, un legame da valorizzare

Quanto è importante il benessere mentale sul posto di lavoro? Molto, e molti investitori lo sanno bene. Tanto che la startup francese moka.care ha recentemente messo a segno un nuovo round di finanziamento di serie A da 16 milioni di dollari. L’azienda è focalizzata (appunto) sul benessere mentale dei lavoratori e offre un servizio completo, che si inserisce tra i dipendenti e i dipartimenti delle risorse umane.

A guidare il round c’era Left Lane Capital, operatore di Venture Capital di New York che investe in società tecnologiche e “high-growth consumer”. Dove sta la tecnologia in questo caso? La risposta è semplice: moka.care ha sviluppato una piattaforma digitale che accentra tutti i servizi per aziende e lavoratori. Innanzitutto, il dipendente che accede al sistema viene indirizzato al percorso di benessere più idoneo per le sue esigenze, e può fissare un appuntamento – scegliendo se di persona o da remoto – con un esperto.

Moka.care mette infatti a disposizione dei team di terapisti, psicologi o coach certificati per un’assistenza personalizzata. Con modalità e costi che variano a seconda dei contratti firmati tra la piattaforma e le aziende. I dipartimenti delle risorse umane (ovviamente) non possono spiare i propri dipendenti; tuttavia, ottengono una dashboard con varie metriche nel rispetto della privacy, che li aiutano a capire eventuali criticità generali che impattano sul benessere mentale dei lavoratori.

Moka.care offre anche sessioni di gruppo per manager, in modo che possano migliorare le loro conoscenze in materia e migliorare il loro approccio con la manodopera. Si tratta di questioni fondamentali per il buon andamento di un business: quando le persone si sentono giù di morale e vivono il lavoro con frustrazione, allora ne risente anche la loro produttività, sia in termini qualitativi che quantitativi.

Per questo sempre più imprese vogliono creare una cultura aziendale positiva per i propri dipendenti. E se qualcuno pensa che possa bastare l’acquisto di un tavolo da ping-pong in un’area ricreazione, o l’esposizione di poster motivazionali alle pareti, si sbaglia di grosso. I dipendenti vogliono sapere che possono chiedere aiuto quando necessario, perché le dinamiche che causano malessere sul lavoro sono molteplici e spesso complesse.

Così, imprese che scelgono servizi ad hoc – come quelli offerti da moka.care – fanno capire che ci tengono ai dipendenti, rendendoli più produttivi e trattenendoli più a lungo. Si pensi al post-Covid, in cui abbiamo assistito a licenziamenti di massa in vari Paesi sviluppati perché, a valle dell’esperienza pandemica, le persone cercavano un migliore equilibrio tra vita privata, benessere e lavoro.

Soprattutto in alcuni settori, come quello tecnologico, è diventato piuttosto difficile assumere nuovi dipendenti per ruoli specifici. Un motivo in più per cui il miglioramento della fidelizzazione dei dipendenti è una sfida imprescindibile per i dipartimenti delle risorse umane.

Moka.care punta proprio a risolvere tutti questi nodi, con un servizio che mira ad allineare gli interessi di tutti, lavoratori e datori di lavoro. E lo fa tenendo conto dell’ostacolo principale: se vuoi parlare della tua salute mentale, il passaggio più difficile è il primo. Per questo la startup ha elaborato una piattaforma user-friendly con passaggi step by step, e un modello di business in cui la fatturazione si basa sull’utilizzo. Il che significa che si generano più entrate se le persone trovano utile il servizio e interagiscono con esso.

Un modello che a molti operatori sembra vincente. Non è un caso che, oltre a Left Lane Capital, nel round abbiano investito anche società di Venture Capital come Singular o VC Origins. E tra i finanziatori c’è anche il calciatore francese Antoine Griezmann.

Secondo Allied Market Research, il mercato globale della salute mentale era pari a 383,31 miliardi di dollari nel 2020. E si stima che raggiungerà quota 537,97 miliardi entro il 2030, crescendo con un CAGR del 3,5% dal 2021 al 2030. Inoltre l’impatto sul benessere psico-fisico del Covid-19 non è totalmente esaurito, e continua a causare un aumento dei tassi di stress e altre problematiche emotive. Motivo in più per non sottovalutare potenziali servizi di mental health.