Future Mirror – Innovazione, riflettori puntati sull’informatica quantistica

Siamo ancora agli albori dell’informatica quantistica, ma le sue potenzialità sono così enormi – le applicazioni vanno dalla farmaceutica alla meteorologia, dai trasporti alla logistica – che bisogna tenerla d’occhio attentamente. A maggior ragione se consideriamo che, attualmente, stiamo assistendo a rapidi miglioramenti nello sviluppo di hardware e software sottostanti a questo nuovo paradigma.

Ed esistono varie tipologie di approccio, proprio come accadde durante i primi giorni dell’informatica classica. C’è IonQ che scommette sugli “ioni intrappolati” (non scendiamo troppo nel tecnico), D-Wave che utilizza il “quantum annealing” e IBM, Rigetti e altri che puntano sulla realizzazione di un modello di sistema a “gate superconduttore”. Insomma, anche senza essere dei super esperti, possiamo capire che ci sono dei tentativi di innovazione alquanto eterogenei.

Tutti questi approcci hanno i loro pro e contro e alla fine potrebbero trovare le loro nicchie per risolvere diversi tipi di problemi.

Focalizziamoci su un caso specifico. EeroQ è un’azienda statunitense fondata nel 2017, e il suo team ha trascorso gli ultimi anni lavorando sulla scienza fondamentale alla base dei progetti di informatica quantistica. Recentemente, oltre ad aver annunciato un round di finanziamento da 7,25 milioni di dollari, ha nominato Steve Lyon – professore di ingegneria elettrica e informatica a Princeton – come CTO, e ha completato la sede centrale e il laboratorio a Chicago.

La particolarità di EeroQ è che sta adottando un approccio diverso da quello dei competitor, basato su chip CMOS prodotti in serie, i quali funzionano grazie ad elettroni che galleggiano sull’elio liquido per alimentare il nucleo dei processori quantistici. I vantaggi di questo format, stando alle dichiarazioni del team, sono significativi: elevata efficienza dei sistemi, processi veloci e possibilità di scalare rapidamente la tecnologia a migliaia di qubit (ossia l’unità d’informazione quantistica).

«Siamo l’unica azienda che sta perseguendo il modello basato su elettroni ed elio», ha detto Nick Farina, Ceo di EeroQ, a Techcrunch. «È un sistema quasi identico ai qubit di spin di silicio», ma c’è un’importante differenza: «Invece di avere il singolo elettrone spin incorporato all’interno di questo silicio – che ha tutti i tipi di possibili difetti – il nostro in realtà galleggia sopra uno strato di liquido elio. La cosa davvero interessante qui, dal punto di vista scientifico effettivo, è che l’elettrone è attratto dalla propria immagine e quindi è intrappolato naturalmente».

«Penso che ci siano molti modi validi per costruire un computer quantistico», ha aggiunto Farina. «E penso che nell’era NISQ (Noisy intermediate-scale quantum), nei prossimi cinque vedrete molteplici storie di successo nella creazione di valore reale per i clienti» che sfrutteranno questa nuova tecnologia.

Naturalmente, è proprio ciò su cui scommettono gli investitori di EeroQ. Il round della società è stato guidato da Ascent Fund di B Capital, con la partecipazione di V Capital, Alumni Ventures, Unbound Ventures, Calibrate Ventures e Red Cedar Ventures. A livello di management, il presidente di B Capital, Howard Morgan, e il suo senior principal, Morgan Polotan, entreranno a far parte del consiglio di amministrazione dei EeroQ.

«Abbiamo iniziato a parlare di Nick [Farina] e di cosa stavano facendo. Abbiamo iniziato a indagare e ho capito che era l’unica tecnologia davvero distinta dalle altre»: sono queste le dichiarazioni, rilasciate durante un’intervista, di Howard Morgan. Parliamo di un investitore che da tempo ha mostrato un forte interesse per l’informatica quantistica, e che grazie al nuovo Ascent Fund di B Capital ha a disposizione un veicolo per fare investimenti in progetti del settore in fase early stage.

EeroQ, ha spiegato Howard Morgan, «non stava percorrendo i sentieri che tutte le altre persone hanno percorso». Il sistema «è stato sviluppato con la Michigan State e la Princeton University e avevamo un modo per bloccare praticamente tutti i brevetti e tutta la proprietà intellettuale, quindi potevamo lavorarci perché tutti gli altri lo stavano ignorando completamente». Insomma, un vero affare secondo Morgan, il quale ha infine sottolineato che la tecnologia di EeroQ ha importanti potenzialità a livello di scalabilità. Il futuro, talvolta, è più vicino di quanto sembri: carpe diem.