Future Mirror – Il Venture Capital tra difficoltà e prospettive di rilancio

Il Venture Capital è fondamentale per sostenere l’innovazione, ma negli ultimi tempi sono emersi diversi ostacoli da superare. Guardando agli ultimi dati pubblicati da PitchBook, notiamo però una cosa interessante: il mercato dei capitali di rischio ha iniziato a stabilizzarsi, dopo una brusca correzione iniziata lo scorso anno. E anche se gli investitori non hanno ancora ritrovato l’ottimismo che alimenta i cicli di crescita delle startup, nonostante il fervore per l’IA generativa e il ritorno dei grandi titoli tecnologici, ci sono elementi positivi da non sottovalutare.

Focalizziamoci sul mercato VC per eccellenza, quello statunitense. Nel secondo trimestre 2023, stando al PitchBook-NVCA Venture Monitor, le società a stelle e strisce sostenute da Venture Capital hanno raccolto 39,8 miliardi di dollari, con un calo del 48% rispetto all’anno precedente. Una brusca contrazione, ma bisogna ricordare che parliamo di un paragone con un periodo che aveva registrato una performance particolarmente positiva. Su un orizzonte di più ampio respiro, la situazione appare migliore: le startup statunitensi sono sulla buona strada per raccogliere circa la stessa registrata nel 2020.

Negli ultimi mesi, gli investitori hanno mostrato moderazione nella selezione delle operazioni, soppesando le nuove opportunità con la previsione che la raccolta futura di fondi sarà più difficile e che le valutazioni delle startup potrebbero continuare a scendere.

Lo spiega bene PitchBook: «Poiché gli investitori esercitano il loro nuovo potere negoziale, i prezzi delle startup stanno scendendo, ma rimangono elevati rispetto ai livelli precedenti al 2020 nella maggior parte delle fasi. Le valutazioni mediane dei VC statunitensi hanno continuato a diminuire in tutte le fasi, ad eccezione della fase seed, dove le valutazioni sono leggermente più alte rispetto allo scorso anno. Il calo è stato più marcato nella fase di venture-growth stage, dove la valutazione mediana pre-money è scesa del 62% su base annua».

Nel 2022, le valutazioni nelle fasi early-stage hanno continuato a crescere, mentre ora sono in ritirata: la valutazione mediana in questo stadio è scesa del 20%. Dall’altro lato, tuttavia, c’è chi sostiene che tale discesa offra la possibilità di investire con prospettive di maggiori rivalutazioni future, quando le startup saranno prevedibilmente cresciute e consolidate sui rispettivi mercati di riferimento.

E per l’avvenire, PitchBook lascia presagire diversi fattori di speranza: «La continua ripresa delle valutazioni tecnologiche nei mercati pubblici e il recente aumento delle quotazioni potrebbero attirare nuovamente le startup sul mercato delle IPO. Nelle ultime settimane sono state acquisite diverse startup di IA generativa: Databricks ha accettato di pagare 1,3 miliardi di dollari per MosaicML e Thomson Reuters ha concluso un accordo da 650 milioni di dollari per la startup di IA legale Casetext».

Sempre nel campo dell’Intelligenza Artificiale, sono emersi degli spunti interessanti da alcune interviste realizzate da TechCrunch. Jenny He, fondatrice e general partner di Position Ventures, ha detto di essere «rimasta sorpresa dalla rapidità con cui il boom dell’IA si è verificato nel 2023, e dal fatto che molte aziende di alto livello sono passate da un approccio attendista alla fine del 2022 a diventare molto attive nel 2023». He ha poi sottolineato che «alcune delle nostre società in portafoglio sono passate da round moderati a round molto competitivi con un rapido aumento all’inizio del 2023, spinti dal boom dell’AI».

E sono interessanti anche le dichiarazioni, rilasciate sempre a TechCrunch, da parte di Matt Murphy, partner di Menlo Ventures: «Abbiamo mobilitato l’intera azienda intorno all’AI generativa e questo ha dato i suoi frutti. Abbiamo un portafoglio solido e continuiamo a investire».

Ma c’è un lieve rimpianto: «Vorrei solo che avessimo iniziato a costruire questa pipeline in modo più mirato nel 2022. Molte di queste aziende vengono avviate da fondatori che lasciano aziende con sacche di talento nell’IA, quindi è necessario concentrarsi a monte sui fondatori». Tuttavia, questo rimpianto è servito da lezione per impostare una strategia ancora più solida: «Finora abbiamo fatto un ottimo lavoro in questo senso e quest’anno abbiamo raddoppiato il programma Future Founders di Menlo».