Future Mirror – Il tech al servizio della solidarietà
- 22 Luglio 2021
- Posted by: VectorWM
- Categoria: Non categorizzato
Nei film di fantascienza siamo spesso abituati a vedere la tecnologia come uno strumento al servizio di governi dispotici, che mirano a limitare i diritti e controllare in maniera illiberale le popolazioni. E se invece fosse utilizzata per fare del bene?
È il caso della britannica Percent, non un film ma una realtà concreta. La società, fondata nel 2017, fornisce un’API (application programming interface) che consente alle aziende e ai loro clienti di effettuare delle donazioni per buone cause – dalla ricerca scientifica all’aiuto dei senzatetto – ad esempio devolvendo una percentuale di un pagamento o arrotondando una transazione finanziaria.
Ed è un’attività che piace agli investitori. Di recente, Percent ha infatti chiuso un round da 5 milioni di dollari guidato da Morpheus Ventures, che ha favorito così l’espansione internazionale del business, dagli Stati Uniti all’Australia. Tra i co-investitori figura anche un player del calibro della Nationwide Building Society del Regno Unito.
Percent ritiene che uno dei suoi punti di forza consista nel fatto che la sua piattaforma API possiede processi di verifica e conformità con elevati standard, al fine di prevenire le frodi e il riciclaggio di denaro, analizzando allo stesso tempo gli esborsi fiscali di fondi in 200 Paesi in tutto il mondo. La società afferma inoltre che 7 milioni di cause senza scopo di lucro sono state caricate sul sistema e sono stati esaminati i potenziali destinatari delle donazioni.
Henry Ludlam, fondatore e Ceo di Percent, ha dichiarato – come riportato da Techcrunch – che l’azienda «è stata fondata per diventare la prima infrastruttura API globale dietro tutte le donazioni. Questa sarà la base per un futuro migliore e più equo del capitalismo, in cui ogni transazione finanziaria ha un bene sociale e ambientale integrato». L’imprenditore ha sottolineato anche il fatto che la pandemia di Covid-19 ha cambiato molte prospettive, con i consumatori che si aspettano sempre più dalle aziende propositi non solo economici, ma anche etici.
E le applicazioni di queste nuove istanze sono infinite. Ludlam ha detto che meccanismi di donazione possono essere integrati anche nei servizi di streaming: pensiamo a una persona che ha appena guardato un documentario e che, terminata la visione, sia particolarmente commossa. A quel punto, probabilmente, sarebbe anche pronta per fare una donazione in linea con il tema trattato nel documentario, magari relativo a questioni ambientali. Ecco, «usando la nostra API, verrebbe visualizzato un elenco di organizzazioni non profit – ha spiegato Ludlam – E poi l’utente potrebbe fare una donazione». Ma non è finita qui: «Stiamo anche lavorando con una piattaforma crittografica tramite cui puoi arrotondare le tue transazioni» e donare a qualsiasi progetto senza scopo di lucro. «Ci sono un sacco di cose davvero interessanti su cui siamo impegnati che usciranno presto».
Tornando agli aspetti legati all’attività d’investimento, Kristian Blaszczynski, Managing Partner di Morpheus Ventures, ha dichiarato: «Con gli eventi degli ultimi anni, è diventato più evidente che allineare i marchi» con delle nobili cause «sta guidando il comportamento dei consumatori e la spesa». Ma ci sono dei problemi, perché oggi «il processo di donazione alle organizzazioni non profit è incredibilmente arcaico, manuale e inefficiente». Per questo Morpheus Ventures ha deciso di puntare su Percent: la sua piattaforma API risolve «tutte queste complessità e automatizza i processi, consentendo alle aziende di allinearsi di più ai propri stakeholder e concentrarsi sul proprio core business».
Ad oggi, sono numerosi i progetti di solidarietà che Percent ha sostenuto o sostiene tuttora. Un esempio? Help Bristol’s Homeless, un’organizzazione benefica impegnata nel fornire alloggi temporanei sicuri ai senzatetto della città inglese citata nel nome. Le persone che non hanno una casa negli ultimi anni hanno subito un netto aumento al di là della Manica. Con Bristol che ha il terzo numero più alto di morti di senzatetto nel Regno Unito (dati 2019), e mettere il tech al servizio di una causa come questa può fare la differenza.