Future Mirror – Ecco cosa ci dice il Sustainable Working Environment Index 2021

Innovazione, tecnologie digitali e green economy. Su questi temi si gioca il futuro di un mondo alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo, con la speranza che si riescano a coniugare sempre più gli aspetti economici al rispetto dell’ambiente e alle dinamiche umane. Vector Wealth Management ha quindi deciso di dedicare a tali questioni una delle sue newsletter settimanali: Future Mirror ci accompagnerà il quarto giovedì di ogni mese.

Arriviamo così a parlare del Sustainable Working Environment Index 2021, il primo di una serie di studi di Epson – multinazionale dell’elettronica di consumo che vuole sviluppare prodotti sempre più green – i quali serviranno per dare alle imprese un punto di riferimento per valutare il proprio percorso verso la sostenibilità. L’analisi, pubblicata di recente, si basa su un’indagine effettuata tra oltre 4.000 dipendenti in 26 Paesi, volta a esaminare quanto le iniziative in favore dell’ambiente vengano considerate all’interno delle aziende e quale ruolo abbia la tecnologia in tale contesto.

Emerge così un quadro di luci e ombre. Quando verrà superata la pandemia di Covid-19, la maggior parte dei dipendenti spera che vi sarà una più solida attenzione verso l’ecosostenibilità e le tematiche sociali, mentre 4 datori di lavoro su 5 dichiarano di ritenere sempre più importante l’impatto ambientale del proprio business. Tuttavia, solo il 25% dei dipendenti e il 29% dei datori di lavoro credono che la sostenibilità verrà totalmente integrata nei piani di ripresa post coronavirus.

All’interno di questo scenario, la tecnologia svolge un ruolo di primo piano. La pandemia ha infatti spinto la maggior parte delle aziende a una nuova organizzazione del lavoro, stimolando la ricerca di soluzioni innovative. Per esempio, il 71% dei dipendenti in Smart Working ritiene che le tecnologie per il lavoro agile debbano durare a lungo ed essere a risparmio energetico.

In sintesi, guardando ai risultati generali, i dipendenti di quasi tutti i Paesi vorrebbero che la propria azienda concentrasse l’attenzione su iniziative volte a promuovere l’ecosostenibilità e il benessere personale, ottimizzando l’equilibrio tra vita privata e lavoro.  È importante quindi che imprenditori e dirigenti considerino questi cambiamenti come un’opportunità per migliorare l’attività e l’immagine delle società. Molte aziende, tuttavia, pensano che la transizione ecologica porti con sé solo ed esclusivamente maggiori costi. In realtà, valutando attentamente le varie possibilità, in molti casi è possibile diminuire il proprio impatto ambientale aumentando i benefici economici, per esempio rendendo più efficiente l’approvvigionamento energetico e risparmiando in bolletta.

Andando oltre l’analisi di Epson, vi sono molte iniziative che forniscono spunti interessanti in ambito tech e/o green. Basti pensare al Dow Jones Sustainability, una famiglia di indici borsistici che considerano criteri non solo economici, bensì anche ecologici e sociali. In questo caso, diverse imprese statunitensi ed elvetiche si posizionano in vetta alla classifica, come Microsoft, UnitedHealth Group, Nestlé o Roche. Secondo Economie Suisse, inoltre, le rigorose norme di sostenibilità imposte alle aziende svizzere hanno un impatto positivo anche sulle loro succursali all’estero e sui Paesi d’esportazione, dove fanno arrivare prodotti innovativi e di ottima qualità.

Passando a uno dei temi tech più controversi, quello delle cosiddette criptomonete, una particolare visione arriva da Mike Colyer. L’amministratore delegato di Foundry, una consociata del fondo di investimento in valute digitali Grayscale, ha detto che il bitcoin potrebbe essere «un ponte tra la nostra attuale produzione di energia» e il «futuro mondo di produzione di energia rinnovabile». A riportare la dichiarazione è la testata Business Insider, che specifica: «La sua tesi è che il boom nella creazione di energia verde abbia portato a un eccesso di offerta in molte aree, che può essere difficile da gestire e costoso per le aziende di energie rinnovabili. Colyer ha affermato che collocare miniere di bitcoin vicino a progetti di energia rinnovabile può aiutare a far fronte a questo eccesso di offerta, a sua volta aiutando lo sviluppo della tecnologia verde».