Future Mirror – Agricoltura e tecnologia insieme verso nuove frontiere

Settore primario e tecnologia, un connubio che apre a nuove e importanti frontiere. Lo hanno capito bene gli investitori, come dimostra il caso DeHaat, una piattaforma online che offre servizi ad hoc per gli agricoltori in India. Nei giorni scorsi, la società ha infatti annunciato di aver raccolto 115 milioni di dollari, in quello che è il più grande round di finanziamento per una startup agri-tech nel Paese dei Maharaja, dove i prodotti della terra generano due terzi della spesa nella vendita al dettaglio annuale.

Il round è stato guidato da realtà basate in Belgio, ovvero le società d’investimento Sofina e Lightrock. E accanto a loro hanno partecipato anche player del calibro di Prosus Ventures, RTP Global, Sequoia Capital India e FMO.

DeHaat, che in hindi significa villaggio, da un decennio sta affrontando tre delle principali criticità con cui gli agricoltori (in India ma anche altrove) hanno a che fare: capitale circolante, garanzie su prodotti agricoli – come semi e fertilizzanti – e la ricerca di acquirenti dopo aver ultimato i raccolti. Secondo i dati riportati da TechCrunch, ad oggi, nella terra dei Maharaja solo un terzo di questi beni raggiunge i grandi mercati. Per questo DeHaat ha sviluppato una piattaforma che raggruppa i marchi che vendono prodotti agroalimentari, i finanziatori istituzionali e gli acquirenti. Uno strumento utile anche per i microimprenditori, perché offre loro possibilità di aggregazione e consegne last-mile.

Sofina ha dichiarato che «l’unicità del suo approccio full-stack combinato con la strategia di go-to-market ‘phygital’ ha ulteriormente riaffermato la nostra visione, secondo cui l’azienda è sulla buona strada per diventare un attore significativo nel settore agricolo in India». E Shashank Kumar, co-fondatore e amministratore delegato di DeHaat, ha spiegato che i nuovi fondi saranno utilizzati proprio per potenziare il business sul territorio nazionale.

Un tempo trascurato, il settore agricolo indiano sta attirando decine di startup e giganti della tecnologia da tutto il mondo, con l’obiettivo di sfruttare il secondo produttore globale – sul gradino più alto del podio c’è la Cina – di frutta e verdura. Secondo EY, il comparto agri-tech indiano ha tutte le carte in regola per raggiungere un giro d’affari di 24 miliardi di dollari entro il 2025. Il traino arriverà dai servizi finanziari (4,1 miliardi di dollari), agricoltura di precisione e gestione delle aziende (3,4 miliardi), nonché valorizzazione della qualità e tracciabilità (3 miliardi).

Ankur Pahwa, partner di EY India, ha sottolineato che «potremmo assistere a un’espansione orizzontale degli operatori che offrono servizi basati su piattaforme end-to-end collegate direttamente con l’agricoltore. Inoltre, potrebbe esserci un consolidamento del settore poiché i player più grandi iniziano ad acquisire attori regionali», al fine di fare economie di scala ed espandere la propria offerta di servizi. Senza sottovalutare «l’obiettivo del governo di raddoppiare il reddito degli agricoltori entro il 2022». Parliamo di un mix di elementi che offre un’opportunità a diversi operatori come i rivenditori al dettaglio, realtà e-commerce o aziende di trasformazione alimentare, che potrebbero avviare delle «partnership con l’ecosistema agri-tech».

Per citare alcuni colossi, Amazon ha recentemente iniziato a offrire consigli e informazioni in tempo reale agli agricoltori, così da aiutarli a prendere le migliori decisioni sulle colture. Microsoft, invece, sta lavorando con 100 villaggi per distribuire l’intelligenza artificiale e costruire una nuova piattaforma tecnologica.

DeHaat, nel frattempo, ha affermato di servire già oltre 650.000 agricoltori. E «il nostro team è cresciuto fino a diventare una “brigata” di più di 850 professionisti con una profonda esperienza in materia di sviluppo e strategia, catena di approvvigionamento, tecnologia e scienze agrarie», ha sottolineato Kumar. Aggiungendo infine che la società sta anche cercando di assumere ulteriori talenti. «Siamo rimasti colpiti dalla loro rapida traiettoria di crescita combinata con una forte rete di microimprenditori», ha sottolineato Vaidhehi Ravindran, partner di Lightrock. A DeHaat va inoltre il merito di aver usato «l’ingegneria sociale innovativa e l’approccio tech» per aiutare l’evoluzione del settore primario, «migliorando i raccolti e il reddito degli agricoltori».