Elettra
- 3 Ottobre 2019
- Posted by: VectorWM
- Categoria: Non categorizzato
«Non v’è nemico peggiore del cattivo consiglio»
Citazione Da Elettra di Sofocle
Nella finanza così come nella vita di tutti i giorni rimane valido l’insegnamento impresso nell’Elettra di Sofocle: «Non v’è nemico peggiore del cattivo consiglio». E, all’opposto, possiamo dire che non v’è “migliore amico” di un buon consiglio. E così arriviamo a JP Morgan, che elenca una serie di ragioni per preferire l’Europa a Wall Street: spetterà ai singoli operatori valutare se si tratta di un “consiglio” buono o cattivo. L’investment bank vede infatti una finestra di opportunità nel Vecchio Continente, che sembra pronto a recuperare il ritardo. Da qui la decisione di promuovere le azioni europee a overweight, mentre quelle americane sono state declassate a neutral. Tra i motivi evidenziati dagli esperti di JP Morgan in una nota, si ricorda che l’Eurozona viene da un significativo periodo di sottoperformance ed è poco presente nei portafogli degli investitori internazionali. Inoltre, la banca ricorda che in termini di rapporto tra prezzo e utili, le azioni della zona euro sono a buon mercato. L’analisi sottolinea anche il fatto che, nonostante la deludente attività economica, in passato l’espansione monetaria ha avuto un effetto sull’economia in ritardo di 2-3 trimestri. «Il recente riavvio del QE della Bce dovrebbe far ben sperare al riguardo», afferma lo studio.
Il presidente Mario Draghi, tra l’altro, nei giorni scorsi ha dichiarato in un’intervista al Financial Times che la Banca Centrale Europea ha ancora delle carte a sua disposizione: «Tutti gli strumenti, dai tassi d’interesse al QE fino alla forward guidance, sono pronti per essere calibrati». Tuttavia ha aggiunto che, per rispondere adeguatamente al rallentamento della crescita globale, serve una maggior spesa pubblica da parte dei singoli governi (gli stati seguiranno il consiglio del banchiere?). Inoltre, ha sottolineato che «per avere un’unione più forte, economica e monetaria, abbiamo bisogno di un bilancio comune della zona euro. Chiaramente il dibattito politico su questo ha ancora molta strada da fare, ma sono ottimista». Infine, Draghi ha detto che la gente «ha compreso i benefici della moneta unica, la fiducia sta aumentando. Gli oppositori dell’euro non hanno avuto successo».
Sui mercati, intanto, pesa la notizia che cinque tra i principali istituti di ricerca tedeschi (Ifo, Iwh, Diw, IfW e Rwi) hanno rivisto bruscamente al ribasso le loro previsioni economiche per la Germania. Mentre in precedenza stimavano una crescita pari allo 0,8% del PIL, adesso indicano un aumento dello 0,5%. Una delle cause primarie di questo scivolamento è la caduta della domanda internazionale di beni, un brutto colpo per un’economia specializzata nell’export come quella tedesca. Per il 2020, inoltre, i ricercatori economici hanno abbassato le stime di crescita del PIL all’1,1%, contro il precedente +1,8%.
Passiamo all’altro lato dell’Oceano Atlantico. Dal punto di vista macroeconomico, preoccupa l’Ism statunitense ai minimi da 10 anni. L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero, a settembre, si è attestato a 47,8 punti, in calo rispetto ai 49,1 di agosto. Gli esperti stimavano invece 50,4 punti (quota 50 è importante, perché divide la fase di espansione dell’attività da quella di contrazione).
Il presidente degli States, Donald Trump, nel mentre è tornato ad attaccare il governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, accusato di aver fatto apprezzare il dollaro in maniera tale «da colpire negativamente i nostri produttori».
Sul fronte delle tensioni commerciali bisogna segnalare la sentenza dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che ha dato a Washington il via libera alle tariffe su beni di importazione dell’Ue per 7,5 miliardi di dollari (circa 6,8 miliardi di euro) in risposta al supporto illegale dell’Europa ad Airbus. La commissaria al commercio del Vecchio Continente, Cecilia Malmstrom, ha prontamente rilasciato una dichiarazione: «Restiamo pronti a trovare una soluzione equa, ma se gli Usa decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, la Ue non potrà che fare la stessa cosa».