È quando credi che crei veramente

«È quando sogni che concepisci cose straordinarie, è quando credi che crei veramente, ed è soltanto allora che la tua anima supera le barriere del possibile.»

Citazione tratta da Montagne di una vita, di Walter Bonatti

 

Le parole di Walter Bonatti calzano a pennello con l’essenza dei più grandi imprenditori, che quando sognano concepiscono «cose straordinarie» e quando credono creano veramente, superando le barriere del possibile. Ed è sognando in grande che Luca Rossettini ha fondato nel 2011, prima che la Space Economy diventasse “di moda”, D-Orbit, azienda italiana che affronta le esigenze logistiche del mercato spaziale e che ora sta per conquistare Wall Street, come annunciato nei giorni scorsi.

La società, in sostanza, offre soluzioni basate su tecnologie proprietarie che consentono l’ottimizzazione delle operazioni sia in orbita che a terra attraverso la consegna di satelliti, il trasporto e la logistica spaziale e la gestione dei detriti galattici. ION Satellite Carrier, per esempio, è un veicolo che può trasportare satelliti in orbita e rilasciarli individualmente in punti differenti, riducendo il tempo dal lancio alle operazioni fino all’85% e i costi di lancio di un’intera costellazione satellitare fino al 40%.

E gli investitori sono con le antenne accese. Difatti, la compagnia si quoterà al Nasdaq con la Spac Breeze Holdings Acquisition Corp per un controvalore di 1,28 miliardi di dollari. O meglio, sarà la newco lussemburghese “D-Orbit sa” a sbarcare (non sulla luna, ma in Borsa). Diventerà così una holding delle due aziende con le sue azioni, che verranno assegnate in cambio dei titoli delle controllanti. Una volta che sarà ultimata la fusione tra D-Orbit e Spac Breeze – nel secondo o terzo trimestre del 2022 stando alle previsioni – dovrebbe essere finalizzata anche la quotazione con il nome di DOBT.

“D-Orbit è stata fondata con la missione di consentire l’espansione nello spazio e alimentare la nuova economia spaziale”, ha commentato Rossettini, annunciando lo sbarco a Wall Street. “Abbiamo fatto enormi progressi nello sviluppo e nel collaudo della nostra tecnologia Ion, unica – ha aggiunto – Oltre a creare una base di clienti dedicata a cui abbiamo fornito consegne satellitari last mile e servizi infrastrutturali avanzati per oltre otto anni”. L’obiettivo è puntare sempre più in alto, per continuare a fare cose straordinarie: “Poiché l’economia spaziale continua a evolversi, siamo ben posizionati per cogliere opportunità di crescita fornendo servizi in orbita di prossima generazione per l’intero ciclo di vita del satellite e oltre. La collaborazione con Breeze e The Bolden Group ci fornisce risorse finanziarie e partner esperti per aiutarci ad accelerare gli investimenti in nuove soluzioni e fornire servizi e supporto ad alto margine alle costellazioni di satelliti”.

L’entusiasmo si percepisce anche ascoltando J. Douglas Ramsey, presidente e amministratore delegato di Breeze Holdings. “Non potremmo essere più lieti di annunciare la firma del nostro accordo di aggregazione aziendale – ha sottolineato – Abbiamo valutato una serie di potenziali aziende con cui fondersi e stabilito che D-Orbit è la migliore. Ha una tecnologia di distribuzione satellitare senza rivali. È posizionata in prima linea in una nuova categoria di infrastrutture spaziali, pronta a servire settori industriali che conosciamo bene, inclusi petrolio e gas, e a sviluppare prodotti e servizi per il futuro. Crediamo abbia un forte potenziale di crescita in un mercato interessante e siamo entusiasti di come la sua tecnologia supporterà un futuro sostenibile per le infrastrutture spaziali”.

Le prospettive sembrano quindi positive, ma gli investitori, oltre a guardare a cosa succede nello spazio, monitorano attentamente anche cosa accade sulla terra. E in particolare sono sotto i riflettori le mosse delle banche centrali. A tal proposito, recentemente la Federal Reserve ha avvertito che «con un’inflazione molto al di sopra dell’obiettivo del 2% e un mercato del lavoro forte, il Comitato (di politica monetaria, ndr) si aspetta che sarà presto appropriato elevare il range per i Federal funds», che per adesso è rimasto tra lo zero e lo 0,25%. Infine, l’istituto ha detto che gli acquisti di titoli saranno azzerati all’«inizio di marzo». Insomma, a ognuno il suo: gli imprenditori della Space Economy cercheranno nuovi finanziamenti per cavalcare la crescita del settore, mentre la Fed stringerà i rubinetti per contenere l’inflazione.