Dividendi e argent de poche

«[…] La costante sensazione che i nostri giorni terreni siano solo argent de poche, monetine che tintinnano nel buio delle tasche, e che da qualche parte esista il vero capitale da cui finché siamo vivi dobbiamo saper riscuotere i dividendi in forma di sogni, lacrime di felicità, montagne lontane.»

Citazione tratta da Il dono, di Vladimir Nabokov

 

Ne Il dono, Nabokov usa una terminologia finanziaria per creare un’immagine della condizione esistenziale umana. Portando i lettori a interrogarsi sul vero capitale della vita, da cui «saper riscuotere i dividendi in forma di sogni, lacrime di felicità, montagne lontane». Insomma, l’essere umano (così come il buon investitore) deve agire con saggezza se vuole ottenere dei benefici.

Focalizzandoci sull’attuale contesto finanziario, le parole di Nabokov possono guidarci nella lettura del “Dividend Study 2023” di Allianz Global Investors. Il report, pubblicato di recente, ha evidenziato il contributo dei dividendi alla performance di chi ha investito in azioni europee. La loro distribuzione nel Vecchio Continente, quest’anno, è attesa in aumento di oltre l’1%, raggiungendo la cifra di 387 miliardi di euro. Nel corso del 2022, le società nell’indice azionario MSCI Europe hanno invece elargito agli azionisti circa 382 miliardi.

Parliamo quindi di prospettive interessanti: gli investitori che hanno puntato sul “vero capitale” potranno riscuotere anche quest’anno i dividendi che si meritano. Chi invece ha deciso di cedere al panic-selling rischia di ritrovarsi con «argent de poche, monetine che tintinnano nel buio delle tasche».

Secondo Jörg de Vries-Hippen, CIO Equity Europe di Allianz Global Investors, «nel 2022, un anno difficile sul fronte economico e geopolitico, gli utili aziendali hanno dato prova di generale resilienza». Inoltre, «la politica sui dividendi di molte società mira a distribuzioni costanti e, in alcuni casi, persino in aumento costante. Pertanto, le aziende in seno all’MSCI Europe sono nelle condizioni di pagare dividendi anche leggermente più elevati nel 2023 rispetto all’anno precedente. Stimiamo un nuovo massimo storico di 387 miliardi di euro».

Il report evidenzia che nel 2022 in numerosi Paesi del Vecchio Continente si è registrato un incremento dei dividend yield, dopo la flessione degli anni precedenti. In Germania e Francia, per esempio, il rendimento da dividendi è salito da circa il 2,25% a circa il 3,5% e il 3% rispettivamente. Mentre in Italia e Spagna si è registrato un rialzo da poco meno del 3% a rispettivamente il 5% e il 4%.

Nel Regno Unito, invece, il dividend yield è rimasto piuttosto stabile, appena sotto il 4%. In tutti i Paesi citati, inoltre, la performance di questo indicatore si è mantenuta nettamente al di sopra dei rendimenti nominali delle obbligazioni governative a 10 anni.

Passando alla Svizzera, è interessante fare uno zoom su Ubs. La banca elvetica, in particolare, ha chiuso il quarto trimestre scorso con aumento del 23% dell’utile netto a 1,65 miliardi di dollari, battendo le previsioni degli analisti di 1,3 miliardi. Complessivamente, i profitti del 2022 sono quindi balzati a 7,63 miliardi di dollari (risultato superiore ai 7,45 miliardi del 2021 e alle stime di 7,3 miliardi).

Ubs ha quindi proposto un dividendo unitario di 0,55 dollari per il 2022, in aumento del 10% rispetto all’anno precedente. La banca ha poi confermato l’impegno di continuare a distribuire dividendi progressivi. E ha ribadito la volontà di riacquistare oltre 5 miliardi di dollari di azioni nel 2023, superando le aspettative di consenso (4,7 miliardi di dollari). Tale dinamica porta il rendimento totale del capitale al 9-10%.

«Abbiamo ottenuto buoni risultati d’esercizio e un solido risultato per il quarto trimestre in un contesto macroeconomico e geopolitico difficile – ha sottolineato il CEO Ralph Hamers – La performance registrata dimostra che la nostra strategia è quella giusta. I clienti si sono rivolti a noi per consulenza e stabilità, affidandoci nuovi attivi netti che generano commissioni per 60 miliardi nell’intero anno e 23 miliardi nel quarto trimestre. Abbiamo mantenuto una solida base di capitale e, nello stesso tempo, restituito capitale agli azionisti per 7,3 miliardi nel 2022».

Tuttavia, le difficoltà dei mercati hanno messo sotto pressione le divisioni di investment banking e di asset management, i cui ricavi hanno registrato una contrazione. Però Hamers ha spiegato che «la dinamica dei tassi sta aiutando il business da un lato, e questo compensa il rallentamento che vediamo dal lato degli investimenti». Investire con saggezza, in ogni caso, rimane la strategia migliore per non restare con argent de poche.