Diario di Bordo

“Non si può mai attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva.”

 “Non si va così lontano che quando non si sa dove si va.”

 “Dico che il mondo non è così grande come lo pretende la gente.”

 “E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni.”

“Coloro che vedono la luce prima degli altri sono condannati a continuare a dispetto degli altri.”

“Dio mi destinò al mare e mi dié l’ardore e l’azione.”

“Io proibii che si dessero loro cose tanto vili come cocci di scodelle rotte o pezzi di vetro rotti o striscioline di nastro, sebbene, quando riuscivano a ottenerli, paresse loro di aver acquistato le più preziose gemme del mondo. Avvenne che un marinaio, per un nastro, ebbe tanto oro del peso di due castellani e mezzo, e altri molto di più per oggetti che valevano ancor meno.”

Tratto da “Diario di Bordo” di Cristoforo Colombo.

L’Oceano come muro che divide o come strada che unisce. Ostacolo o opportunità. Un uomo prima di tutti ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. Come? Pronto a perdere di vista la riva. L’obiettivo non era lo sfruttamento, non era scambiare monili con montagne d’oro. Andava ben oltre. Partiva da lontano da Galileo Galilei dalla dimostrazione delle reale forma della terra.

Ma dalla teoria alla pratica si passa sempre per un avventuriero. Dio mi destinò al mare e mi dié l’ardore e l’azione.

Siamo partiti da un attacco frontale di Donald Trump all’Europa divenuta di colpo un “nemico” a un’opportunità. Dall’alzare i muri fino ad abbattere quelli esistenti. Oggi la Ue impone dazi del 10% su tutte le auto importate dagli Usa, al contrario gli Stati Uniti applicano un dazio del 2,5% su tutte le auto acquistate dalla Ue che sale al 25% per i Suv. La proposta di Trump oggi è azzerare tutti i dazi sull’auto. Per parlare di numeri nel 2017 gli Usa hanno importato 350 miliardi di dollari di auto e componentistica, 62 miliardi dei quali prodotti nella Ue e hanno esportato 155 miliardi di auto e componentistica, 18 miliardi dei quali verso la Ue. Junker ha risposto con un tavolo per risolvere il problema dei dazi su alluminio e acciaio, aprire al mercato agricolo Usa e quello del gas.

E se fosse solo un primo inizio? Se dai timori di una guerra commerciale si approdasse ad un nuovo mondo, con barriere sempre più basse o inesistenti.  Per scoprirlo bisognerà dimenticare la riva, scordarsi delle ripicche tra Paesi, sognare.

Ieri Trump ha dichiarato che con l’Iran gli Usa sono aperti a un “real deal”, mentre sul fronte Messico, si è congratulato con il nuovo presidente Lopez Obrador aggiungendo che un accordo sul Nafta deve essere trovato preste.

Nel breve periodo è più facile che l’approdo a una nuova pace commerciale, con barriere più basse,  venga raggiunto tra Europa e Usa, e all’interno dell’area Nafta. Tra Usa e Cina i muri rimarranno, sono sia di natura culturale che competitivi.

Per i mercati è un’ottima notizia, potranno recuperare tutto il terreno perso sui timori di una guerra che non c’è stata e sta aprendo le porte a un nuovo modello di pace.

Sempre per parlare di nuovi mondi e di navigazione (vedesi il primo giro del Mondo del portoghese  Ferdinando Magellano 10 agosto 1519 ), c’è un altro Oceano da solcare quello dei tassi, quello su cui Giappone e Usa stanno navigando da tempo mentre l’Europa non è ancora partita.

La Banca del Giappone ha aperto il dibattito su un cambio di rotta, potrebbe tollerare un tasso a 10 anni superiore allo 0% con l’obiettivo di rendere più ripida la curva del differenziale tra  i tassi a breve e lunga scadenza aiutando il comparto finanziario. Un movimento positivo sul settore che da Tokyo ha contagiato anche Wall Street.

Oggi parlerà il presidente della Bce, Mario Draghi. Investitori più attenti ai toni che alla sostanza, per decifrare cosa farà la Bce in futuro. Già si profila un mondo a due velocità. Domani infatti verrà pubblicato il dato sul Pil Usa del secondo trimestre e le stime si stanno sempre più dirigendo verso un aumento vicino , se no addirittura oltre il 4%.

La Cina (scoperta da un altro italiano Marco Polo) invece dà segnali di rallentamento. Lo dimostrano anche i recenti cali delle quotazioni di rame e zinco di cui è molto affamata. Il governo ha messo in campo una serie di misure pro crescita: emissioni di bond  per finanziare progetti infrastrutturali, iniezione di 74miliardi di dollari di liquidità a 1 anno per le banche, allentamento delle regole per il comparto wealth management per dare fiato ai prodotti tipicamente del comparto shadow banking. Sullo sfondo c’è sempre il costo del carburante per pagare tutti questi viaggi. Il greggio unità di misura non solo della crescita ma anche di inflazione e tassi e su cui vorrebbe agire Trump, usando le scorte strategiche per diminuirne le quotazioni in vista della driving season americana e soprattutto delle elezioni mid-term.

Quando si investe non bisogna pensare a ricalcare sempre le vecchie rotte ma dimenticarsi della riva, e concentrarsi sul viaggio, solo così si scopriranno quei titoli che fanno parte del nuovo mondo.