Costruire insieme un futuro migliore

«Non si può restare attaccati sempre e soltanto alle vicende del presente e del passato e farne un pretesto per attaccare gli avversari invece di pensare a costruire insieme un futuro migliore.»

Citazione tratta da L’arte di saper ascoltare, di Plutarco

 

Come insegna Plutarco, «non si può restare attaccati sempre e soltanto alle vicende del presente e del passato». Un principio che vale anche per i governi e le istituzioni, che devono cimentarsi nel costruire un «futuro migliore». Ed è proprio con l’intenzione di costruire un futuro migliore che Christine Lagarde ha fatto sapere, durante il suo intervento (virtuale) dei giorni scorsi al forum di Davos, che la Banca centrale europea proseguirà con la sua politica accomodante «ancora a lungo, per assicurare condizioni finanziarie favorevoli».

Parole in linea con le decisioni prese di recente dal Board della Bce, a partire dalla conferma del livello dei tassi di interesse, i quali sono rimasti a zero per le operazioni di rifinanziamento principale e allo 0,25% per le operazioni marginali. Le soglie non saranno modificate, secondo quanto dichiarato dall’Eurotower, «finché non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2%».

L’istituto ha inoltre ribadito l’attuale dimensione del programma di acquisto titoli per l’emergenza pandemica (PEPP) che ha una potenza di fuoco complessiva di 1.850 miliardi di euro; il piano andrà avanti almeno fino a marzo 2022 e, in ogni caso, finché non sarà conclusa la fase critica dovuta all’impatto del Covid-19. La Bce ha inoltre sottolineato che, qualora la situazione migliorasse, non sarà usata tutta la dotazione del PEPP o, viceversa, nel caso si rendesse necessario, potrebbe essere anche incrementata.

Tornando a Davos, Christine Lagarde ha anticipato che «la crescita nel quarto trimestre, per l’Eurozona, è negativa». Tuttavia, ciò non preclude un futuro migliore: «La ripresa è in qualche modo rallentata, ma non è deragliata» e «la speranza è ancora che il 2021 sia l’anno della ripresa». Al forum economico virtuale ha partecipato anche Angela Merkel, che ha mandato messaggi chiari alla Cina ma anche agli Stati Uniti. La pandemia «ha messo in luce la dipendenza in cui viviamo al livello globale. È diventato ancora più chiaro che dobbiamo scegliere il multilateralismo e che isolarsi non serve». Un invito rilanciato anche dal presidente francese, Emmanuel Macron. Il capo dell’Eliseo ha ricordato che Donald Trump aveva bloccato il multilateralismo e che ora «serva una nuova coalizione».

I leader europei sono insomma intenzionati a «costruire insieme un mondo migliore», anche grazie al nuovo presidente Usa, Joe Biden, che ispira grandi speranze sul rilancio dei rapporti internazionali. Macron ha però sottolineato delle criticità da affrontare, per superare i limiti dell’attuale modello di capitalismo: è il momento di mettere al centro del sistema le disuguaglianze, a cominciare da quelle sociali, geografiche e climatiche.

Al forum si è parlato anche della Wto, l’organizzazione mondiale del commercio; Angela Merkel ha espresso il desiderio che, «dopo la paralisi degli ultimi anni, venga resa più efficace». La cancelliera ha inoltre colto l’occasione per rispondere alle polemiche di chi critica l’accordo sugli investimenti Ue-Cina dello scorso dicembre, considerato da alcuni troppo favorevole per Pechino; Merkel ha voluto sottolineare che «garantisce una maggiore reciprocità e un maggiore accesso ai settori ad alta tecnologia».

Passiamo ora agli Stati Uniti, dove si è tenuta la prima riunione della Federal Reserve sotto la presidenza di Joe Biden. La banca centrale ha lasciato invariati i tassi d’interesse, fermi fra lo 0 e lo 0,25%, e si è impegnata a continuare il suo piano di acquisti di asset e a mantenere la politica monetaria accomodante, almeno fino a quando non ci saranno solidi segnali di miglioramento dell’economia. «La strada per una piena ripresa è ancora lunga. Ci sono circa 9 milioni di persone senza lavoro e il tasso di disoccupazione reale è vicino al 10%», ha sottolineato presidente della Fed, Jerome Powell. Per il banchiere, vista la situazione, «nulla per l’economia è più importante delle vaccinazioni», poiché «lo shock legato alla pandemia è senza precedenti. Non c’è niente di simile nella storia economica moderna». Tuttavia, anche la Fed intravede un futuro migliore: «Ci sono buone evidenze per sostenere le aspettative di una ripresa dell’economia più forte nel secondo semestre» dell’anno.