Contromisure per un mondo pieno di guai

«Il mondo è pieno di guai, chi ne ha pochi e chi ne ha assai.»

Citazione tratta da I Malavoglia, di Giovanni Verga

 

C’è «chi ne ha pochi e chi ne ha assai» ma, come scrive Verga, una cosa è certa: «Il mondo è pieno di guai». Soprattutto in un periodo come quello attuale, tra guerra in Ucraina, problemi di approvvigionamento, alta inflazione e rischi di rallentamento economico.

Ma – fermo restando gli aspetti umani ed etici che sono primari – chi opera sui mercati non deve farsi prendere dal panico e, consapevole di tutti questi guai, deve essere in grado di capire l’evoluzione degli eventi per adattare la propria strategia d’investimento. Tra le cose più sagge che si possono fare c’è il monitoraggio delle azioni delle banche centrali.

In Europa, Christine Lagarde – presidente della BCE – è recentemente intervenuta alla commissione Econ al Parlamento europeo, spiegando che «le prospettive si stanno facendo più fosche. L’inflazione rimane troppo alta ed è probabile resterà sopra il nostro target del 2% per un periodo esteso di tempo». La numero uno dell’eurotower si è poi soffermata sulle conseguenze del conflitto scatenato da Putin, spiegando che «la guerra ingiustificata di aggressione sull’Ucraina continua a gettare un’ombra sull’Europa. Le conseguenze economiche hanno continuato a dispiegarsi».

Non poteva poi mancare una riflessione sulle conseguenze che l’indebolimento della moneta unica sta avendo sull’economia del Continente: «Il deprezzamento dell’euro ha contribuito ad amplificare le pressioni inflazionistiche», ha detto la presidente.

Ma la Banca centrale europea non vuole stare a guardare e prepara le sue contromisure. Dunque, quali saranno le prossime mosse di politica monetaria? Lagarde ha ribadito che la BCE interverrà ancora sul fronte dei tassi. «Allo stato attuale – ha chiarito la banchiera – prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi incontri per smorzare la domanda e prevenire il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione».

Inoltre – ed è una nota molto positiva – la BCE è pronta a modificare la propria politica in caso le circostanze lo richiedessero: «Valuteremo regolarmente il nostro percorso politico alla luce delle informazioni in arrivo e dell’evoluzione delle prospettive di inflazione. Le nostre future decisioni sui tassi ufficiali continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio riunione per riunione».

In merito alla Russia, Lagarde ha detto che non può «fermare le azioni orribili e ingiustificate di Putin» anche se lo vorrebbe. E non può nemmeno abbassare il prezzo del gas, tuttavia ha auspicato una riforma della fissazione del prezzo dell’elettricità, che sarebbe un aiuto fondamentale.

E Lagarde ha rassicurato anche chi teme un “caso” Italia, dopo che le elezioni sono state vinte da una coalizione che, secondo alcuni opinionisti, rischia di minare la stabilità finanziaria nazionale con ripercussioni conseguenti sul resto d’Europa. Innanzitutto, la numero uno dell’eurotower ha ricordato che la BCE ha una gamma di strumenti per intervenire nel momento in cui si rendesse necessario. Lagarde ha poi parlato dello “scudo”, precisando che «non è uno strumento inteso per un Paese specifico», va «dai baltici a Malta, e la Croazia dal primo gennaio».

Dall’altra parte dell’Oceano anche la Federal Reserve è impegnata nella lotta all’eccesso d’inflazione, ma non solo. Di recente, il presidente della Fed, Jerome Powell, è tornato a sottolineare l’importanza di creare un’adeguata regolamentazione per le criptovalute, in modo tale da cogliere i benefici dell’innovazione tecnologica riuscendo al contempo a limitare “i guai” derivanti dai costosi rischi.

La tecnologia, infatti, rende il mondo “senza confini” e la velocità dei progressi digitali richiede continui aggiornamenti e riflessioni. Inoltre, Powell ha ricordato che le cripto sono create da privati senza garanzie di base, al contrario delle monete reali che possono invece contare sulla banca centrale di riferimento come “ancora di garanzia”.

A preoccupare il numero uno della Federal Reserve è soprattutto l’alta volatilità. Ad oggi le valute digitali sono utilizzate prevalentemente su piattaforme cripto, ma le prospettive di sviluppo indicano una potenziale diffusione capillare nel mondo retail. Insomma, Jerome Powell vuole giocare d’anticipo per evitare che il mondo si ritrovi ancor più pieno di guai.