Come trasformare le preoccupazioni in occasioni

«Anche se si va su tutte le furie, non è che alla fine la realtà dei fatti cambi.»

Citazione tratta da Tsugumi, di Banana Yoshimoto

 

Eccesso d’inflazione, crisi geopolitiche, ribassi azionari: capitano spesso situazioni che comportano problemi e criticità. Però, come dice Banana Yoshimoto, «anche se si va su tutte le furie, non è che alla fine la realtà dei fatti cambi». Perciò, anziché arrabbiarsi in maniera inconcludente, chi opera sui mercati deve saper trasformare le preoccupazioni in occasioni. Come? Cercando di comprendere il presente e di anticipare i cambiamenti futuri.

Adesso, per esempio, è importante capire le mosse delle banche centrali, così da poter elaborare un’adeguata strategia di portafoglio. Secondo alcune ipotesi, nella zona euro potrebbe esserci un rialzo dei tassi a luglio, ma è meglio rimanere in allerta perché non è detto che vada così. Infatti, secondo il vice presidente della Banca Centrale Europea, Luis de Guindos, molto dipenderà dai dati e dalle proiezioni macro di giugno. 

“In aprile il Consiglio Direttivo della Bce ha deciso che gli acquisti di attività termineranno nel terzo trimestre”, ha sottolineato il tecnico durante un’intervista al El Correo. Aggiungendo che “a mio parere, non c’è motivo per cui questo non dovrebbe accadere nel mese di luglio. Quanto ai tassi, questi aumenteranno anche se non è stato deciso precisamente quando. Potrebbe essere tra mesi, settimane o giorni. Luglio è possibile, ma questo non vuol dire che sia probabile”. Insomma: l’Eurotower è pronta ad aumentare i tassi, ma non possiamo sapere con certezza il mese in cui avverrà.

Comunque, nonostante non siano ancora arrivate indicazioni precise in questo senso, i mercati sembrano aver cominciato a scontare due o addirittura tre rialzi dei tassi nel 2022. De Guidons ha però messo in chiaro che “non sono i mercati, ma i dati a guidare le nostre decisioni”. Il vice presidente si è inoltre soffermato sulle critiche di alcuni economisti, i quali accusano un’azione lenta della Banca centrale europea a confronto con la Federal Reserve.

De Guidons ha ribattuto dicendo che rispetto agli Stati Uniti la situazione in Europa è diversa. Infatti “ci sono due fattori principali che determinano i tassi di interesse. Da un lato, si ha l’evoluzione degli effetti di secondo impatto, in altre parole, gli aumenti salariali sono incompatibili con la stabilità dei prezzi. D’altra parte, ci sono aspettative di inflazione che dovremmo monitorare per assicurarci che non superino il nostro obiettivo del 2% nel medio termine. Finora, non abbiamo visto aumenti salariali che metterebbero a rischio questo obiettivo, ma dobbiamo essere molto attenti perché questo è un indicatore ritardato”.