Casseforti, credito e reputazione

«La reputazione e il credito dipendono soltanto dai quattrini che uno ha in cassaforte.»

Citazione tratta dalle Satire, di Decimo Giunio Giovenale

 

Accade spesso, nel mondo della finanza, che «la reputazione e il credito» dipendano «soltanto dai quattrini che uno ha in cassaforte». Proprio come diceva Giovenale. E il momento migliore per capire cosa c’è in cassaforte è quello delle trimestrali. Come quella pubblicata recentemente da Walmart, la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione organizzata. La società ha registrato un fatturato di 140,5 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2021 (terminato il 31 ottobre per il suo bilancio), in crescita del 4,3% sullo stesso periodo dello scorso anno, nonostante l’impatto negativo per 9,4 miliardi di dollari da dismissioni. Gli analisti si aspettavano di trovare in cassaforte un fatturato di 135,6 miliardi di dollari, stando ai dati Refinitiv. Mentre l’utile per azione rettificato si è attestato a 1,45 dollari, sopra il consensus di 1,4 dollari.

Inoltre, le vendite di Walmart negli Stati Uniti sono cresciute del 9,3% a 96,6 miliardi di dollari. L’utile operativo rettificato, sempre in Usa, è invece aumentato del 5,9% a 4,9 miliardi di dollari. Sono andate bene anche le vendite e-commerce, che negli States sono cresciute dell’8% sul 2020 e dell’87% sul 2019. Dall’altro lato, sono calate le vendite di Walmart International: 23,6 miliardi di dollari, in discesa del 20,1% (risultato su cui hanno impattato 9,4 miliardi di dollari relativi alle cessioni).

«Il nostro slancio continua con forti vendite e crescita dei profitti a livello globale – ha sottolineato Doug McMillon, presidente e amministratore delegato del gruppo – Il nostro focus omnicanale sta spingendo la penetrazione digitale a livelli record. Abbiamo guadagnato quote di mercato nel settore alimentare negli Stati Uniti e sempre più clienti e membri stanno tornando nei nostri negozi e club in tutto il mondo. Guardando al futuro, abbiamo le persone, i prodotti e i prezzi per offrire un fantastico periodo di vacanze per i nostri clienti e membri».

Walmart, infine, ha aumentato la guidance per le vendite annuali e i profitti in previsione dell’aumento della domanda durante le festività natalizie, anche se bisognerà fare i conti con i problemi alla catena di approvvigionamento globale. La società ha detto di aspettarsi che le vendite per l’intero anno negli Stati Uniti (same-store) mostreranno una crescita di oltre il 6%, rispetto alla precedente previsione di un aumento tra il 5% e massimo il 6%. L’utile rettificato dovrebbe attestarsi a circa 6,40 dollari per azione, contro il precedente intervallo di 6,20-6,35 dollari.

Bisogna dare “credito” a queste previsioni? I risultati in cassaforte lasciano ben sperare, ma attenzione all’andamento del titolo. Perché se la sua variazione in questo periodo crescesse meno dell’indice Dow Jones, potrebbe diventare un potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.

Negli States, gli investitori hanno vagliato anche il contenuto della cassaforte di Tyson Foods, multinazionale americana che opera nel settore alimentare. L’azienda nel corso della settimana ha diffuso i risultati del quarto trimestre fiscale (concluso il 2 ottobre), evidenziando vendite pari a 12,81 miliardi di dollari, contro gli 11,46 miliardi dell’anno precedente e i 12,66 miliardi attesi dagli analisti (dati Refinitiv). L’utile netto è invece cresciuto a 1,36 miliardi di dollari, o 3,71 dollari per azione, da 654 milioni di dollari, o 1,79 dollari per azione, di un anno fa. Escludendo gli articoli una tantum, Tyson ha guadagnato 2,30 dollari per azione, rispetto ai 2,03 dollari del consensus.

«Abbiamo realizzato vendite a due cifre e una crescita degli utili durante il quarto trimestre e l’intero anno, e la nostra performance è stata supportata dal nostro portafoglio diversificato e dalla continua forza della domanda di proteine da parte dei consumatori», ha dichiarato Donnie King, presidente e amministratore di Tyson Foods. «Abbiamo ottenuto prestazioni record nel nostro segmento delle carni bovine», ha poi aggiunto. Il gruppo, infine, ha dichiarato di aspettarsi vendite per 49-51 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2022, rispetto alle stime di mercato di 47,99 miliardi di dollari. Possiamo dire che hanno sufficiente reputazione e credito per rispettare tali proiezioni? Agli investitori l’ardua sentenza.