Breve storia del futuro

«È la penuria che costringe a cercare una nuova ricchezza. La scarsità è una benedizione per gli ambiziosi. Poco importa chi inventa una tecnologia, l’importante è essere in grado – culturalmente e politicamente – di farla funzionare.»

Citazione tratta da Breve storia del futuro, di Jacques Attali

 

Viviamo nell’era in cui ogni giorno vengono inventate nuove tecnologie, ma quante diventano veramente disruptive? Come scrive l’economista francese Jacques Attali, infatti, non importa inventare una tecnologia, perché «l’importante è essere in grado – culturalmente e politicamente – di farla funzionare».

Focalizziamoci su una delle invenzioni di cui oggi si parla continuamente: l’Intelligenza Artificiale. Dunque, riprendendo Attali, il saggio investitore dovrebbe chiedersi chi è in grado di farla funzionare concretamente. Un’azienda che ce la sta mettendo tutta è, senza dubbio, Nvidia. Il colosso statunitense dei semiconduttori, infatti, ha recentemente presentato il chip H200, ovvero un’unità di elaborazione grafica per l’addestramento e l’implementazione dei modelli di IA.

ll nuovo dispositivo è un’evoluzione dell’H100, utilizzato da OpenAI per addestrare Gpt-4, l’ultimo modello di ChatGpt. Le premesse sono incoraggianti: l’H200 crea output quasi due volte più velocemente del predecessore e include 141 gigabyte di memoria HBM3 (ossia di nuova generazione), servendo da supporto nella creazione a testi, immagini e previsioni. Naturalmente, attraverso i modelli di Intelligenza Artificiale.

Ora si discute di quello che potrà essere l’impatto sui ricavi dell’H200. Per capire in linea di massima le potenzialità, possiamo partire dalle stime fatte per l’H100, che dovrebbe costare tra i 25 mila e i 40 mila dollari, e ne occorrono migliaia per creare i modelli di IA più potenti. Dunque, il prezzo sarà elevato. E nonostante ciò, multinazionali e governi sono già in fila, ma dovranno aspettare il secondo trimestre del 2024 per le prime consegne.

Ad oggi, di certo sappiamo che Nvidia è riuscita già a spiccare nel comparto dell’Intelligenza Artificiale, come attestato dai ricavi da record nel secondo trimestre 2023: 13,51 miliardi di dollari, in crescita dell’88% rispetto al primo trimestre e del 101% rispetto all’anno scorso. Numeri che hanno superato tutte le previsioni di Wall Street e degli analisti, che si aspettavano 11,17 miliardi di ricavi.

Non scordiamoci la dichiarazione fatta da Jensen Huang, fondatore e CEO del colosso americano, in occasione dell’annuncio dei risultati: «Una nuova era informatica è iniziata. Le aziende di tutto il mondo stanno passando dal calcolo generico al calcolo accelerato e all’Intelligenza Artificiale generativa».

Attenzione ai potenziali competitor: tra i big che puntano sull’IA c’è anche Intel. Tra le varie iniziative, la società ha lanciato il programma “AI PC Acceleration”, con l’obiettivo di fornire agli sviluppatori le risorse per abilitare l’Intelligenza Artificiale in più di 100 milioni di PC entro il 2025.

Pat Gelsinger, CEO di Intel, durante una conferenza ha parlato in maniera chiara: «L’intelligenza artificiale trasformerà, rimodellerà e ristrutturerà radicalmente l’esperienza del PC, liberando la produttività e la creatività personale attraverso la potenza del cloud e del PC che lavorano insieme. Per gli sviluppatori, questo crea enormi opportunità per ampliare i confini di ciò che è possibile, per inventare soluzioni alle più grandi sfide del mondo e per migliorare la vita di ogni persona sul pianeta».

Adesso i riflettori sono puntati su dicembre, poiché inizierà la commercializzazione dei nuovi processori Core Ultra. Si tratta della prima unità di elaborazione neurale integrata nei semiconduttori Intel, che fornirà ai software potenziati da algoritmi di IA la capacità di calcolo necessaria per eseguire il deep learning direttamente sui PC. Dunque, una tecnologia che sarà in grado di potenziare l’utilizzo di effetti audio, foto e video, la creazione di contenuti, il gaming, la sicurezza, lo streaming e tante altre applicazioni.

Il colosso dei chip, inoltre, crede nella collaborazione con gli sviluppatori indipendenti, con cui sosterrà dei progetti di IA. Michelle Johnston Holthaus, executive vice president di Intel, ha dichiarato: «Siamo in una posizione unica per guidare il settore con un approccio a ecosistema aperto».

Insomma, è iniziata una nuova corsa all’IA, su questo non c’è dubbio. Ma bisogna continuare a domandarsi quali saranno i “cavalli vincenti” all’interno di questa corsa, ovvero chi riuscirà veramente a far funzionare (e applicare in maniera profittevole) la tecnologia più ambita del momento.