Bisognosi di comunicazione

«Si può star seduti in eterno su una panchina di parco, fino a diventare di legno e bisognosi di comunicazione.»

Citazione tratta da Il tamburo di latta, di Günter Grass

 

I professionisti che operano sui mercati finanziari non possono permettersi di «star seduti in eterno su una panchina di parco, fino a diventare di legno». Anzi, al contrario della situazione descritta da Günter Grass, devono essere dinamici e ricettivi. E sono sempre «bisognosi di comunicazione». E nel corso degli ultimi giorni di comunicazioni ne sono arrivate parecchie, soprattutto in tema di dati macroeconomici.

Partiamo dagli Stati Uniti. Le domande di mutuo ipotecario nella settimana al 28 agosto 2020 hanno registrato una contrazione del 2% rispetto alla settimana precedente, durante la quale c’è stato un calo del -6,5%. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 3,1%, mentre quello delle nuove domande è diminuito dello 0,2%. I numeri sono stati pubblicati dalla Mortgage Bankers Associations (MBA), la quale ha aggiunto che i tassi sui mutui trentennali sono calati al 3,08% dal 3,11% dei sette giorni precedenti.

Nuovi dati sono arrivati anche dal fronte delle vendite al dettaglio delle catene nazionali statunitensi che, nella quarta settimana di agosto, sono aumentate del 5,8% a livello mensile. Invece, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il dato evidenzia una contrazione dello 0,3%.

Un’altra comunicazione macro da tenere sotto controllo? Il Pmi manifatturiero americano, nella lettura definitiva di agosto, si è attestato a 53,1 punti, in crescita rispetto al risultato precedente di 50,9 (ma in calo rispetto alla cifra preliminare di 53,6 punti).

Passando al mondo del lavoro a stelle e strisce, l’occupazione del settore privato è salita meno delle aspettative. Ad agosto, i posti di lavoro sono cresciuti di 428.000 unità, contro le 950.000 del consensus e le 212.000 di luglio (dato rivisto da 167.000). Le statistiche sono state rese note dalla Automated Data Processing (ADP), che ogni mese pubblica questo report sul mercato del lavoro sulla base dei dati aggregati ricevuti. Tale analisi precede quella ufficiale del Dipartimento del Lavoro, che sarà pubblicata venerdì 4 settembre.

Nell’Eurozona, invece, sono usciti i nuovi dati sull’inflazione. Secondo la lettura preliminare dell’Ufficio statistico europeo (EUROSTAT), ad agosto il dato tendenziale è diminuito dello 0,2%, rispetto al +0,4% del mese precedente e al +0,2% delle previsioni. Su base mensile, i prezzi al consumo sono calati dello 0,4%, ovvero lo stesso risultato di luglio.

Ma oltre alle comunicazioni sui dati macro, bisogna ascoltare quelle sulle strategie delle banche centrali. La settimana scorsa, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha annunciato una significativa revisione della politica monetaria. È stato superato l’obiettivo fisso di un’inflazione al 2%, in favore di una maggiore flessibilità. L’istituto guidato da Powell valuterà ora un target “medio” del 2%, che significa potersi permettere di salire oltre quel livello qualora si arrivi da un periodo di prezzi al di sotto dell’obiettivo. Visto che è proprio il caso attuale, l’aspettativa dei mercati è che i tassi restino bassi ancora per molto, anche qualora l’inflazione dovesse risalire. L’annuncio è arrivato durante il simposio annuale di Jackson Hole. L’edizione 2020, a causa della pandemia di Covid-19, si è svolta a livello virtuale (è la prima volta dal debutto nel 1978).

Nel Vecchio Continente, invece, è interessante riflettere sulle parole di Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. In un’intervista a Reuters, ha dichiarato che il secondo trimestre dell’Eurozona è stato in linea con le attese, mentre per il terzo ci si attende «un forte rimbalzo», anche se non sarà sufficiente «per riportarci sui livelli da dove eravamo partiti». Inoltre, ha detto che «ci sarà una ripresa prolungata, in linea con quanto avevamo indicato nelle nostre previsioni di giugno» e ha anche escluso nuove misure di stimolo. Relativamente all’andamento della pandemia in Europa, ha sottolineato che «stiamo vedendo un particolare aumento di contagi, ma al momento un secondo lockdown completo sembra improbabile». Certo, la Bce non vuole “rimanere seduta all’infinito su una panchina”, ma, secondo quanto dichiarato da Schnabel, «finché lo scenario di base rimane intatto, non c’è ragione per modificare l’impostazione della politica monetaria».