Bisogna (anche) saper cadere

«La vita è una lunga caduta, Marcus. La cosa più importante è saper cadere.»

Citazione tratta da La verità sul caso Harry Quebert, di Joël Dicker

I Pil di tutto il mondo, a causa della pandemia di Covid-19, stanno affrontando una «lunga caduta». Vale anche per la locomotiva d’Europa: secondo i dati rilasciati da Destatis, il prodotto interno lordo della Germania si è contratto, nel secondo trimestre, del 9,7% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’11,3% su base annua. E se «la cosa più importante è saper cadere», possiamo dire che Berlino ha saputo attutire, almeno in parte, il colpo. Infatti, i risultati, per quanto negativi, sono meno drastici rispetto alle stime, ovvero -10,1% su base trimestrale e -11,7% anno su anno.

E adesso, la Germania «è sulla strada della ripresa». Così l’istituto privato Ifo ha commentato il suo indice sul clima delle imprese che, ad agosto, ha registrato un ulteriore miglioramento ed è aumentato a 92,6 punti contro i 90,4 punti di luglio (dato rivisto al ribasso). Un risultato che ha battuto il consensus, pari a 92,2 punti. In crescita anche l’indice sulle condizioni attuali, che è arrivato a quota 87,9 punti dagli 84,5 punti precedenti; anche in questo caso vengono battute le stime degli analisti (87 punti). Insomma, dopo la caduta, sembra che Berlino stia cominciando la risalita.

Relativamente all’area della moneta unica, risulta utile guardare ai verbali della Bce – pubblicati di recente – inerenti alla riunione del Consiglio direttivo del 15 e 16 luglio. Dopo una drastica caduta della crescita nelle prime settimane del secondo trimestre, a causa dell’impatto del coronavirus, «la ripresa nell’Eurozona resta disomogenea e parziale». Nelle minute, inoltre, si legge che «parallelamente al contenimento in atto del virus e all’allentamento delle misure di lockdown, si sono registrati segnali di una prima ripresa dei consumi, mentre in alcuni Paesi si è avuto un significativo rimbalzo della produzione industriale». Per l’istituto guidato da Christine Lagarde, tuttavia, ci sono diversi fattori che pesano su una ripresa più organica, tra cui il timore di una seconda ondata di contagi da Covid-19. Inoltre, secondo la Bce, le condizioni dei mercati, nonostante vi siano stati dei progressi dopo l’ultima riunione di giugno, restano «più rigide e fragili rispetto al periodo prima della pandemia, ed una certa frammentazione nei mercati è ancora evidente».

Ora gli occhi degli operatori sono puntati sull’evento – che si apre oggi – di Jackson Hole, il tradizionale appuntamento che si tiene negli Usa a fine agosto a cui partecipano i banchieri centrali di tutto il mondo, i quali si confronteranno sulla solidità della ripresa dell’economia globale. Quest’anno si svolgerà in teleconferenza, a causa del coronavirus. Tra gli interventi più attesi, vi è certamente quello del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che con il suo discorso aprirà l’evento. I mercati sperano di ricevere ulteriori informazioni sulla politica monetaria della banca centrale. Secondo indiscrezioni della CNBC, Powell potrebbe annunciare l’introduzione di un nuovo sistema di calcolo dell’obiettivo di inflazione. Il metodo dovrebbe basarsi su una media di inflazione nel medio-lungo periodo, e non più sul dato puntuale di ogni mese. Tale cambiamento implicherebbe la disponibilità della Fed ad accettare, temporaneamente, livelli di inflazione superiori al 2%.

Nel frattempo, gli operatori guardano con favore ai segnali di distensione relativi ai rapporti tra Usa e Cina. Il segretario al Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, e il rappresentante al commercio, Robert Lighthizer, hanno avuto un colloquio telefonico con il vicepremier cinese Liu He. «Tutte e due le parti vedono dei progressi e sono impegnate a prendere le misure necessarie per assicurare il successo dell’accordo commerciale», si legge in un comunicato ufficiale Usa. La nota prosegue sottolineando che «le parti hanno discusso un significativo aumento degli acquisti di prodotti americani» e hanno parlato delle «azioni future necessarie per l’attuazione dell’accordo». Tuttavia, la strada per ricucire tutte le divisioni è ancora lunga. In aggiunta, il presidente americano, Donald Trump, potrebbe tornare a fare campagna elettorale in chiave anti-cinese in vista delle elezioni di novembre.