Aspettando Godot

Vladimiro: Certe volte mi sembra proprio che ci siamo. Insomma… (con sforzo supremo, Estragone riesce a togliersi la scarpa. Ci guarda dentro, fruga con la mano, la rivolta, la scuote, guarda in terra se per caso non sia caduto qualcosa, fa di nuovo scorrere la mano all’interno della scarpa, lo guarda assente). Estragone: Niente (dopo avere esaminato il piede). Voglio lasciarlo respirare un po’. Vladimiro: Ecco gli uomini! Se la prendono con la scarpa quando la colpa è del piede …
Estragone: Siamo contenti. (Silenzio) E che facciamo, ora che siamo contenti?
Vladimiro: Aspettiamo Godot.
Estragone: Già, è vero. Non accade nulla, nessuno arriva, nessuno se ne va, è terribile!”

…tratto da Aspettando Godot di Samuel Beckett.

Sono diverse le interpretazioni legate al titolo dell’opera di Beckett. Per alcuni l’autore voleva riferirsi a Dio, God, che unito al suffisso francese ot, lo rendeva piccolo. Beckett stesso rifiutò questa interpretazione. Sembra che Godot sia più la traduzione di go, andare, e dot, punto, fermo.  L’autore voleva sottolineare la frustrazione dell’uomo nel suo tentativo fallimentare di “muoversi”, procedere, cambiare la sua posizione.

“Siamo contenti” perché le Borse continuano ad andare, a correre. Stanno aggiornando ogni giorno i nuovi massimi, da Wall Street al Vecchio Continente. Ma continuiamo ad aspettare qualcosa: una correzione. O meglio, non ci sembra vero: non ci sono nubi all’orizzonte. La vittoria in Francia di Emmanuel Macron continua a smuovere capitali che seguono il vento del migliorato clima di fiducia sulle prospettive dell’Europa, sia come blocco politico, sia come crescita economica.

 

Al di là dell’Oceano, la Federal Reserve sembra non avere più tanta fretta di alzare i tassi. James Bullard presidente della Fed di Saint Louis ha dichiarato che la persistente forte richiesta di asset rifugio, accanto alla debole crescita della forza lavoro negli Usa, manterrà basso il costo del denaro nell’immediato futuro e ciò significa che la Federal Reserve non deve continuare con la serie ininterrotta di rialzi di tassi che ha in programma. Secondo Bullard il tasso di riferimento appropriato per l’economia Usa in questo momento è inferiore a 1%, ovvero il livello cui l’istituto centrale ha portato il costo del denaro con l’ultimo rialzo a marzo.

Nessuna nube neppure sul fronte geopolitico. Non si parla più di Siria, né di tensioni Usa-Urss e neppure di Corea del Nord. L’incontro tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping sembrano aver accantonato anche le tensioni sul fronte del commercio internazionale.

Eppure gli investitori si arrovellano per capire chi sia mister 50cent, il fondo che fa incetta di posizioni lunghe sul Vix (con contratti da 50 cents). Ribattezzato l’indice della paura, il Vix misura la volatilità delle Borse ed esplode ogni volta che arrivano le tempeste. Nell’attesa di Godot, il Vix si è portato ai minimi dal 2007, prima del crollo di Lehman e dello scoppio dei mutui subprime. Una tranquillità dimenticata.

Anche sul fronte oil la situazione sembra paradossale. Le Borse corrono, l’economia anche, ma il greggio continua a calare. Russia e Arabia Saudita sono corse ai ripari dichiarando che il taglio della produzione potrà essere confermato anche per i prossimi trimestri. Intanto gli Stati Uniti continuano ad aumentare la produzione di shale gas.

In Usa, quasi sottotraccia, è passata alla Camera la riforma all’ObamaCare. Non è finita, si aspetta il voto al Senato ma siamo a buon punto. E’ un’ottima notizia per chi scommette sulla seconda grande promessa di Trump: un deciso taglio fiscale.

Interesse sulla Cina e l’India, i due Paesi Bric continuano a crescere a tassi del 7%. Anche a livelli assoluti la crescita economica 2016 di Pechino si è rafforzata di 11,2 trilioni di dollari tanto quanto l’Eurozona. L’india di 2,2 trilioni. Brasile e Russia di 1,8 trilioni di dollari.

Godot “oggi non arriva, ma passerà domani” diceva il servo a Valdimiro ed Estragone che lo aspettavano.

Non è facile per un gestore navigare con la calma piatta, abituati a guardarsi sempre a 360 gradi per non trovarsi impreparati all’arrivo di un’improvvisa folata di vento.

Eppure questo è il momento di far correre i portafogli. Se costruiti con cura non si deve temere. E’ sempre utile avere qualche assicurazione aperta. Mister50 cents lo sa bene. Bisogna anche ricordarsi che, se il petrolio basso fa bene all’economia, fa male al rublo. Da tempo siamo convinti che il progresso tecnologico sia la vera variabile non prevista per le Borse: uncharted. Da qui il calo del costo di molte commodity, energia per prima, a fronte di un’economia forte. Anche la stagione delle trimestrali sta consolidando i colossi tech e il gap con le società tradizionali aumenta. A progettare l’auto elettrica non sono più i produttori di auto. La telefonia non è in mano agli operatori di tlc. Lo stesso vale per il commercio, la Fintech ecc.

Chi ha lunga esperienza di mercati lo sa: forse l’opera di Beckett è finita troppo presto, ovvero prima dell’arrivo di Godot. L’importante non è se Godot arriverà o meno, l’importante sarà non farsi trovare impreparati, aver sfruttato appieno questo tempo di calma piatta cavalcando questi piacevoli rialzi di Borsa, senza farsi travolgere dall’ansia dell’attesa.